Il dietrofront della Commissione sul regolamento per i pesticidi (Sur) è un effetto della marcia dei trattori sulle politiche agricole di Bruxelles, ecco di cosa si tratta
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato il ritiro di un progetto di legge, già bocciato dal Parlamento europeo, che puntava a ridurre l’uso dei pesticidi in agricoltura. Il cosiddetto regolamento sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (Sur), era uno dei punti cardine del Green Deal, con l'obiettivo di mettere dei paletti all'utilizzo dei prodotti fitosanitari chimici nell'Unione europea, arrivando a dimezzarli entro il 2030, rispetto al periodo 2015-2017.
Il termine pesticidi, o fitofarmaci, indica un’ampia categoria di prodotti fitosanitari che si usano principalmente per mantenere in buona salute le colture e impedire che queste siano distrutte da malattie e infestazioni. In questa categoria rientrano erbicidi, fungicidi, insetticidi, acaricidi, fitoregolatori e repellenti. La normativa europea che disciplina la commercializzazione e l'utilizzo dei prodotti fitosanitari è molto articolata e basata su un sistema di controllo a due livelli. I prodotti fitosanitari infatti, non possono essere commercializzati o utilizzati se non prima autorizzati. A questo scopo è stata creata un’autorità di vigilanza, l’Efsa - Autorità europea per la sicurezza alimentare che ha il compito di valutare le sostanze attive contenute nei prodotti fitosanitari. Infine sono i singoli Stati membri a valutare e autorizzare i prodotti a livello nazionale.
L'iter della legge è stato, fin dall'inizio, lungo e tortuoso e con una feroce opposizione delle lobby agricole. Il testo prevedeva inoltre il divieto totale di impiegare questi prodotti nelle aree sensibili, come gli spazi verdi urbani e i siti classificati "Natura 2000", promuovendo l'adozione di alternative a basso rischio. Il Parlamento europeo l'ha respinta in prima lettura con 299 voti a favore della bocciatura, 207 contrari e 121 astensioni, mentre al Consiglio i negoziati fra gli Stati membri sembrano attualmente in fase di stallo. Il regolamento ritirato avrebbe avuto, secondo Coldiretti, un impatto devastante sulla produzione agricola dell’Unione europea e nazionale: avrebbe infatti favorito l’importazione da paesi extra Ue che non rispettano le stesse norme sul piano ambientale, sanitario e del rispetto dei diritti dei lavoratori. Contribuendo alla crisi di un settore già duramente messo alla prova dalle guerre, dall’insicurezza economica e dal cambiamento climatico. “Purtroppo la legge è diventata un simbolo di polarizzazione”, ha affermato Von der Leyen davanti agli eurodeputati a Strasburgo, mentre gli agricoltori protestano da settimane contro vincoli ecologici che considerano eccessivi. “Abbiamo deciso di puntare sul dialogo”, ha aggiunto la presidente della Commissione. “Cercheremo di mettere a punto una nuova proposta con la partecipazione delle parti in causa”.
I prodotti fitosanitari hanno però conseguenze notevoli sull’ambiente. Possono essere conservati nel terreno, accumulati nella catena alimentare o dilavati nelle acque, compromettendo in tal modo l’equilibrio ecologico. I problemi ambientali causati dall'impiego di queste sostanze possono derivare da diversi fattori: biodegradabilità e fattori di degradazione nell'ambiente, inquinamento del suolo e delle acque, residui nella catena alimentare e compromissione dell'equilibrio ecologico. Secondo i dati contenuti nel rapporto del Wwf del 2022, "Pesticidi: una pandemia silenziosa" l'Italia è il sesto maggior utilizzatore al mondo di pesticidi, terzo in Europa con 114.000 tonnellate l'anno di circa 400 sostanze diverse. A livello globale, nel 2019 sono state utilizzate circa 4,2 milioni di tonnellate (0,6 chilogrammi a persona) con un incremento previsto di circa 3,5 milioni di tonnellate.
Ad ogni modo l'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) compila un report annuale in costante aggiornamento sull'uso dei pesticidi nell'Unione. Secondo l'Istituto superiore di sanità i pesticidi ideali sono "quelli cosiddetti selettivi (tossici solo per gli organismi bersaglio e non per altre specie) vale a dire che, svolta la loro azione, non rimangono a lungo nell’ambiente limitando così i danni relativi all’inquinamento di acqua, aria e suolo e il conseguente loro accumulo negli organismi, incluso l’uomo".