Nelle bambine anticipata di un anno l'età della prima mestruazione, la pandemia ha accelerato il fenomeno
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Dalla fine della pandemia, l'Italia ha registrato un boom di casi di pubertà precoce soprattutto tra le bambine, in alcuni decenni infatti, è stata anticipata di un anno la data della prima mestruazione, scesa dai 12 anni e mezzo degli anni Cinquanta e Sessanta agli 11 e mezzo di oggi. Le cause, secondo gli esperti, sono da ricercare nel nello stress, nella sedentarietà e nel troppo tempo trascorso davanti agli schermi di tv, pc, tablet, smartphone.
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Nel periodo della pandemia, c'è stato un aumento esponenziale dei casi, sia al Bambin Gesù di Roma che al Meyer di Firenze, ospedali pediatrici dove il numero dei pazienti è raddoppiato o addirittura triplicato a seconda dei periodi. "C’è di sicuro una componente ereditaria nella pubertà precoce — dice Stefano Stagi, che dirige la auxo-endocrinologia del Meyer, citato da Repubblica — però può avere un peso significativo anche l’ambiente". Inoltre, il reparto pediatrico dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma ha condotto una serie di interviste alle famiglie delle bambine che hanno avuto accesso ai servizi ed è emerso come, tra loro, vi sia stato "un aumento significativo dell’uso dei dispositivi elettronici. È riconducibile all’introduzione della Dad, insieme alla persistenza del loro uso per lo svago nel tempo libero", spiega Carlo Bizzarri, responsabile dell’ambulatorio di endocrinologia del nosocomio pediatrico romano.
La pubertà precoce è la comparsa dei segni di sviluppo puberale prima dell'età di 8 anni per le femmine prima dei 9 anni nei maschi. Quando i segni di sviluppo puberale compaiono dopo gli 8 anni nelle femmine e dopo i 9 anni nei maschi si parla invece di "pubertà anticipata". La frequenza stimata sulla popolazione generale è tra 1:5000 e 1:10000 bambini. Il rapporto maschi/femmine è di 1 a 10. I cambiamenti della pubertà sono legati alla produzione di ormoni prodotti dalla ghiandola ipofisaria, detti gonadotropine, che stimolano la funzione dei testicoli e delle ovaie. Alla base della maggior parte dei casi di pubertà precoce o anticipata non vi sono malattie, mentre la presenza di casi simili nella famiglia gioca un ruolo di primaria importanza. Sono stati recentemente individuati alcuni geni che spiegano le forme familiari sia nelle femmine che nei maschi.
Nel trattamento della pubertà precoce ha un ruolo chieve la triptorelina, il "famigerato" farmaco che interrompe la pubertà, al centro delle polemiche per essere stato usato in una trentina di casi all’anno di disforia di genere, cioè di chi non si riconosce nel sesso assegnato alla nascita. Eppure, spiega l'Aifa, questo farmaco viene utilizzato molto più spesso nei casi di pubertà precoce. L'Aifa stima l’utilizzo di 0,9 dosi al giorno per mille abitanti. Significa che nelle 24 ore in Italia assumono il medicinale circa 55 mila persone. Secondo alcune stime i bambini che hanno bisogno del medicinale sono tra i 12 e i 15 mila l’anno. I dati infine, dimostrano la crescita dei casi con un aumento delle dosi somministrate di oltre il 40% tra il 2020 e il 2022.