Realizzato in Italia il primo intervento chirurgico al cuore con Google Glass
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Utilizzati con successo all'ospedale Molinette di Torino per la sostituzione di una valvola aortica su un paziente di 70 anni
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Per la prima volta in Italia, la tecnologia dei Google Glass è stata utilizzata per un intervento di cardiochirurgia su un paziente di 70 anni. Realizzata presso l'ospedale Molinette di Torino dal professor Mauro Rinaldi, l'operazione ha comportato la sostituzione di una valvola aortica con una protesi di nuova generazione ed è tecnicamente riuscita. I medici non hanno utilizzato la classica tecnica di sutura, ma un approccio mini-invasivo che ha evitato di aprire lo sterno.
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Il caso - Il paziente era affetto da stenosi aortica con degenerazione calcifica, una malattia abbastanza comune nelle persone anziane che nella maggioranza dei casi può portare alla morte nel giro di tre anni. Per questo il 70enne è stato sottoposto alla sostituzione della valvola con una protesi di nuova generazione con "appena" un incisione di 5-6 centimetri, senza aprire lo sterno.
Un aiuto per il cardiochirurgo - Tra le varie possibilità offerte dai Google Glass, c'è anche quella di consultare i dati clinici-strumentali del paziente nel contesto della procedura che si sta eseguendo. Sarà, per esempio, estremamente semplice consultare la coronarografia nello stesso momento in cui si sta eseguendo un intervento di rivascolarizzazione miocardica. Nel futuro diverse applicazioni potranno essere ampliate e perfezionate al fine di rendere più agevole il lavoro del cardiochirurgo.
Le potenzialità dei Google Glass - I Google Glass, ovvero gli occhiali a realtà aumentata, sono dotati di un display montato su una lente dove i contenuti vengono visualizzati come se ci si trovasse di fronte a uno schermo da 25 pollici a una distanza di due metri. In ambito medico le applicazioni attuali sono prevalentemente didattiche: il chirurgo può gestire il dispositivo con i semplici comandi vocali, al fine di divulgare e condividere le nuove tecniche in tempo reale, non solo con i collaboratori presenti nella propria sala operatoria, ma anche con addetti ai lavori tramite "hangout", rispettando la privacy del paziente.