CONGRESSO AMCLI DI RIMINI

Resistenza agli antibiotici, la minaccia sta diventando più controllabile

AMCLI, durante il Congresso Nazionale svoltosi a Rimini, ha annunciato l'avvio di uno studio policentrico sulle colonizzazioni da batteri multiresistenti che sarà presentato nel 2019

12 Nov 2018 - 15:56
 © ufficio-stampa

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Da minaccia difficilmente contenibile a nemico di cui si inizia finalmente a sapere di più e che, grazie alla tecnologia disponibile e ad una maggiore sensibilità dei diversi stakeholders coinvolti, potrebbe essere controllato e contenuto nei prossimi anni. Tuttavia non è una battaglia facile dal momento che si stimano oltre 390mila decessi in Europa nel 2050 per infezioni da batteri multiresistenti. E' questo lo scenario chiaro-scuro tratteggiato a Rimini nel corso delle sezioni dedicate al tema delle antibiotico resistenze che si sono tenute al Congresso Nazionale dell'Associazione Microbiologi Clinici Italiani.

Il livello delle antibiotico resistenze in molti patogeni batterici resta ancora alto, aggravato dal riemergere di alcune resistenze che si erano precedentemente ridotte. E' il caso, ad esempio, degli enterecocchi resistenti alla vancomicina. "Questo è un fenomeno che preoccupa molto la comunità dei microbiologi clinici, anche in ragione del fatto che non conosciamo al momento le ragioni per le quali si riattivano queste resistenze", ha sottolineato Gian Maria Rossolini, ordinario di microbiologia clinica presso l'Università di Firenze, Responsabile del laboratorio di microbiologia dell’azienda Ospedaliera Universitaria Careggi e componente del consiglio direttivo AMCLI.

Le cause della resistenza, è stato ricordato, sono diverse e vanno dall'utilizzo inappropriato degli antibiotici alla mancanza di adeguate misure di controllo delle infezioni. "Trattare in modo appropriato un'infezione da betterio antibiotico resistente richiede anche una gestione personalizzata del paziente durante il suo ricovero, con in primis un isolamento per evitarne la diffusione. Questo necessariamente si scontra con difficoltà dovute sia all’organizzazione dei nostri reparti sia ai costi che questo richiede", ha aggiunto Rossolini. Occorrerebbe, quindi, ripensare all'organizzazione dei reparti per facilitare il controllo delle infezioni, con relativi fabbisogni in termini di personale, strumenti e spazi.

Tuttavia, rispetto a soli due anni fa, la situazione appare migliorata. "Oggi operiamo in un contesto che ha preso maggiore conoscenza del problema: a livello istituzionale è stato elaborato e approvato il primo piano di contrasto per l’antibiotico resistenza. Come microbiologi clinici disponiamo di nuovi strumenti diagnostici che permettono di ridurre i tempi di risposta e l’analisi dei batteri, perfezionando la terapia antibiotica da somministrare ai pazienti. Inoltre sono recentemente entrati in commercio nuovi antibiotici per le multi resistenze. Questo dota il clinico di strumenti terapeutici più efficaci. Infine, è cresciuta la sensibilità nel pubblico e presso gli operatori sanitari. Vi è una consapevolezza maggiore del problema e degli accorgimenti che occorre adottare", ha spieato Rossolini.

Proprio su questo tema nel corso del Congresso AMCLI ha annunciato l’avvio di uno studio policentrico su oltre 20 centri in Italia che analizzerà le colonizzazioni da batteri multi resistenti più diffuse e temibili. "I risultati saranno disponibili a metà 2019, e li presenteremo al prossimo Congresso di Rimini", ha ricordato Pierangelo Clerici, Presidente AMCLI e Direttore dell'Unità Operativa di Microbiologia dell'Azienda Socio Sanitaria Territoriale Ovest milanese.

Tornando al futuro della lotta alle antibiotico resistenze da Rimini emerge la grande importanza della genomica, per lo studio e il contrasto dei batteri multiresistenti. "Una sfida è certamente la migliore comprensione dei meccanismi di interazione con l’ospite. Capire come e perché i batteri in alcuni casi colonizzano e in altri infettano il paziente. Come si blocca questo fenomeno? Si sta inoltre valutando il ruolo e la prospettiva di strategie alternative come vaccini, batteriofagi e trapianto di microbiota", ha concluso Rossolini.

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