UN PROGETTO TUTTO ITALIANO

Ricerca italiana, per curare i tumori di rene e fegato in arrivo un robot "intelligente"

Il progetto "Futura" coordinato dalla Scuola Sant'Anna di Pisa si basa su una tecnica non invasiva a ultrasuoni che non danneggia le cellule sane

04 Nov 2015 - 11:50

    © sito-ufficiale

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Ha due bracci meccanici e si chiama Futura il primo robot "intelligente" programmato per combattere i tumori, primi fra tutti quelli di rene e fegato, senza aghi né bisturi e senza danneggiare le cellule sane. E' il risultato di un progetto finanziato dalla Commissione europea con tre milioni e coordinato dall'Italia, con la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. La tecnica si basa su ultrasuoni focalizzati ad alta energia, garantendo un'invasività minima per il paziente e maggiore sicurezza.

Ricerca italiana, per curare i tumori di rene e fegato in arrivo un robot "intelligente"

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© sito-ufficiale  | Credit: Scuola Universitaria Superiore Sant'Anna di Pisa
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Futura (acronimo di Focused Ultrasound Therapy Using Robotic Approaches), con l'aiuto dell'ecografia 3D, individua il tessuto malato e lo prende di mira con fasci di ultrasuoni focalizzati ad alta intensità (Hifu), uccidendo le cellule tumorali ma lasciando intatte le cellule sane che le circondano. "Flessibilità e guida robotica - spiega una nota dell'istituto Sant'Anna - uccidono le cellule del tessuto tumorale. I vantaggi della piattaforma per i medici e, soprattutto, per i pazienti sono in grado di migliorare degenza e convalescenza".

La realizzazione del robot "intelligente" ha coinvolto, oltre all'istituto pisano, anche centri di ricerca e aziende europee come l'università britannica di Dundee, dove è attivo il gruppo di Andreas Melzer, riconosciuto a livello internazionale come opinion leader per le tecnologie mediche in radiologia interventistica.

Presto i test sull'uomo - "I test su pazienti umani inizieranno nei prossimi mesi, presso il centro di chirurgia sperimentale di Dundee con l'obiettivo di ottenere tutte le informazioni necessarie per garantire l'utilizzo della piattaforma in una reale sala operatoria nel più breve tempo possibile", ha rivelato Arianna Menciassi, docente della Scuola Sant'Anna di Pisa e supervisore del progetto. E ha aggiunto: "La valutazione della piattaforma robotica sarà condotta anche da un panel di esperti internazionali, clinici e tecnici, che vedono nel progetto un trampolino di lancio per l'utilizzo a largo spettro di questa tecnica terapeutica, ancora poco diffusa".

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