L'agenzia europea del farmaco ha attestato i principi attivi delle piante. Più di mille le registrazioni di fitoterapici in Italia
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L’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, ha ufficializzato il potere delle erbe curative. In un recente studio del comitato europeo responsabile, cominciato nel 2004, che aveva il compito di verificare e accertare il potere dei fitoterapici, sono state elencate le piante più comuni secondo il loro principio attivo e le loro proprietà curative.
Ai primi posti come sedativo c’è la valeriana, unico insignito della dicitura di fitoterapico a uso medico. La camomilla, invece, è consigliata contro il raffreddore, mal di gola, irritazioni e problemi gastrointestinali.
Quasi duecento le erbe studiate sinora dal Committee on Herbal Medicinal Products europeo che può rilasciare due tipi di certificazione. La prima riguarda i fitoterapici di uso “ben noto”, presenti in Europa da almeno dieci anni e con una serie di studi pregressi che ne dimostrino la loro efficacia; la seconda che definisce i fitoterapici “tradizionali”, ritenuti sicuri dopo i dovuti controlli: un periodo lungo 30 anni senza effetti collaterali, di cui almeno 15 nell’Unione europea. Ma l’Ema ha elencato anche la dose massima consentita per evitare effetti indesiderati. Venti grammi, ad esempio, è il limite consentito di radice di valeriana: oltre si va in overdose.
Un business che non s’arresta. Secondo l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, le registrazioni di fitoterapici nel nostro Paese sono passate da due, nel 2005, a più di mille nel 2017. Ma quali sono le piante più utilizzate? Secondo un studio condotto nei principali Paesi europei, su un campione di circa 2 mila persone, la pianta più utilizzata sarebbe il gingko Biloba utile come antiossidante e per favorire la circolazione sanguigna.