In un nuovo test effettuato sui topi, quando si blocca l'azione del neurotrasmettitore orexina, la scelta ricade sul frappè alla fragola anziché sull'attività fisica
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La scelta tra fare sport o lasciarsi tentare da uno snack come un frappè può essere ardua: a dirigere questa decisione, che spesso ci ritroviamo a fronteggiare, è un messaggero chimico chiamato orexina, prodotto da alcuni neuroni nel cervello. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature Neuroscience, si deve a un gruppo di ricercatori del Politecnico Federale di Zurigo (Eth).
L'orexina è uno degli oltre 100 messaggeri chimici attivi nel cervello: a differenza di altri, però, è stato scoperto relativamente tardi, circa 25 anni fa. Le sue funzioni sono in parte ancora poco chiare: sappiamo che è neurotrasmettitore importante nella regolazione del ritmo sonno-veglia e dell'appetito. È noto anche che l'assenza di orexina nel cervello, per via della distruzione delle cellule che la producono, provoca la forma più comune di narcolessia, in cui si riduce rapidamente il tono muscolare e si hanno attacchi di sonno improvvisi durante la giornata.
I ricercatori hanno ideato un sofisticato esperimento sui topi, che potevano scegliere liberamente tra otto diverse opzioni, tra cui una ruota sulla quale correre e un frappè alla fragola. In alcuni animali, però, il sistema dell'orexina era stato bloccato. I risultati mostrano che, senza questo neurotrasmettitore, la decisione è nettamente a favore del frappè, e i topi hanno rinunciato all'esercizio fisico. Tuttavia, quando la scelta possibile è solo una, il comportamento non differisce tra topi normali e modificati.
"Ciò significa che il ruolo principale del sistema dell'orexina non è quello di controllare quanta attività fisica fanno i topi o quanto mangiano: piuttosto sembra fondamentale per poter prendere una decisione tra l'una e l'altra cosa, quando entrambe le opzioni sono disponibili", afferma Denis Burdakov, che ha coordinato i ricercatori.
Lo stesso meccanismo dovrebbe essere presente anche nel cervello umano e apre, dunque, alla messa a punto di nuove strategie volte a promuovere l’attività fisica tra chi ha uno stile di vita più sedentario.