Il risultato ottenuto dai ricercatori Gabriella Gobbi (Università McGill in Canada) e Stefano Comai (McGill e dell'Università di Padova) apre la strada a nuovi possibili farmaci contro le patologie della fase Rem della dormita
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Passo in avanti nella comprensione dei meccanismi del sonno. Individuata la prima molecola capace di agire selettivamente su uno dei momenti più importanti della dormita, la fase Rem (Rapid Eye Movement), associata a un rapido movimento degli occhi.
La scoperta è il risultato di un uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Neuroscience e coordinato dagli italiani Gabriella Gobbi, dell'Università McGill in Canada, e Stefano Comai, della McGill e dell'Università di Padova.
Il sonno è una parte fondamentale della nostra vita quotidiana e comprende diverse fasi che si ripetono ciclicamente durante la notte. Questo processo, noto come ciclo del sonno, è essenziale per il nostro benessere fisico e mentale. Il ciclo si ripete più volte durante la notte, e ciascun ciclo dura in media 90 minuti. Le interruzioni di questo ciclo possono compromettere le funzioni cognitive e aumentare la vulnerabilità alle malattie neuropsichiatriche.
Mentre dormiamo, passiamo attraverso due principali fasi: il sonno non-Rem e il sonno Rem. Nel sonno non-Rem ci sono vari stadi distinti che variano in profondità e intensità. Questi stadi includono la fase di addormentamento leggero fino alla fase più profonda di riposo. Le fasi di sonno non-Rem sono importanti per i processi di recupero e riparazione fisica. Durante il sonno Rem si verificano i sogni più vividi e l’attività cognitiva risulta essere molto attiva. Questo momento è molto importante per sognare, consolidare la memoria e regolare le emozioni.
Analizzando il ruolo della melatonina e in particolare i suoi recettori nei neuroni, detti Mt1 e Mt2, per la prima volta è stato possibile scoprire, nei topi, una molecola capace di agire in modo selettivo solo sul sonno Rem. I ricercatori hanno rilevato che Mt1 è espresso in neuroni specifici chiamati neuroni della noradrenalina che sono situati in un'area del cervello chiamata Locus Coeruleus, ossia "punto blu" in latino.
"Questa scoperta non solo fa progredire la nostra comprensione sui meccanismi del sonno, ma ha anche un significativo potenziale clinico", ha detto Gobbi.
Il risultato ottenuto apre a nuove possibilità di cura nel trattamento dei disturbi del sonno. La scoperta potrebbe portare, infatti, allo sviluppo di nuovi farmaci in grado di trattare i disturbi del sonno Rem strettamente legati ad esempio al morbo di Parkinson e alcune patologie correlate.
"Fino a oggi non si conoscevano farmaci specificamente mirati a modificare il sonno Rem. La maggior parte dei farmaci ipnotici in commercio, pur prolungando la durata totale del sonno, tendono a influenzare negativamente il sonno Rem", ha detto Comai.