Questa molecola, chiamata interleuchina, favorisce l'accumulo di grasso nel fegato e nell'addome e la perdita di tessuto muscolare e di forza. Questo risultato apre la porta a nuove terapie anti-age
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Passo avanti nello studio dell'invecchiamento. È stato trovato uno dei fattori-chiave di questo processo: è la proteina nota come interleuchina, i cui livelli aumentano con l’età e che favorisce l'accumulo di grasso nel fegato e nell'addome e la perdita di tessuto muscolare e di forza, due condizioni che caratterizzano l'invecchiamento umano.
La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature, si deve a uno studio della Scuola di Medicina Duke-Nus di Singapore e apre la porta a nuove terapie anti-age: grazie a esperimenti di laboratorio, infatti, i ricercatori hanno mostrato che bloccare questa proteina potrebbe aiutare a rimanere in buona salute più a lungo e forse anche ad allungare la durata di vita.
"Nonostante l'aspettativa di vita media sia aumentata notevolmente negli ultimi decenni, esiste una notevole disparità tra gli anni vissuti e gli anni di vita sana e priva di malattie", dice Thomas Coffman, rettore della Duke-Nus.
"Per le società che stanno invecchiando rapidamente questa scoperta potrebbe essere trasformativa, consentendo agli anziani di prolungare l'invecchiamento in buona salute, riducendo la fragilità e il rischio di cadute e migliorando al tempo stesso la salute cardio-metabolica", osserva Coffman.
I ricercatori, infatti, dopo aver stabilito il ruolo dell'interleuchina-11 nell'invecchiamento, hanno dimostrato che una terapia che ne blocchi gli effetti migliora il metabolismo, aiutando a produrre meno grasso bianco e più grasso bruno, che è quello in grado di bruciare calorie per mantenere la temperatura corporea. Inoltre, sempre grazie a esperimenti condotti su cellule coltivate in laboratorio e su animali, gli autori dello studio hanno anche osservato un miglioramento della funzione muscolare e un aumento fino al 25% della durata della vita.