Frutto di una ricerca internazionale, potrebbe rivelarsi una svolta decisiva nella lotta ai tumori: moltiplica un particolare tipo di linfociti T
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La lotta ai tumori e alle infezioni registra un'altra importante conquista. Una ricerca internazionale condotta da vari istituti ha portato alla scoperta di una proteina in grado di "rafforzare" il sistema immunitario, aiutandolo a eliminare sia le cellule cancerogene che quelle infette da virus. La molecola si è dimostrata capace di moltiplicare numero di un particolare tipo di linfociti T, detti CD8 citotossici.
I risultati dello studio durato sei anni, frutto della collaborazione tra Imperial College e Queen Mary University di Londra, ETHZ (Istituto federale di tecnologia svizzero) e Harvard Medical School, sono stati pubblicati sulla rivista Science.
La proteina - In relazione alle sue proprietà "moltiplicatrici", la nuova proteina è stata chiamata Lymphocyte Exspansion Molecule (Lem, o Molecola di Accrescimento dei Linfociti). È stata scoperta in topi con una mutazione genetica che, infettati o fatti ammalare di cancro, producevano i linfociti T CD8 citotossici in quantità dieci volte superiore a quella considerata "normale".
I linfociti T - In presenza di gravi infezioni o tumori in stato avanzato, i linfociti T citotossici non riescono a proliferare in quantità sufficienti per combattere la malattia. Un "difetto" che però gli scienziati hanno corretto grazie alla proteina Lem, che induce nei topi la proliferazione anche di un secondo tipo di cellule T, dette "cellule di memoria". Queste consentono ai roditori di riconoscere le infezioni che hanno incontrato in precedenza e mettere in atto una risposta immunitaria in tempi brevi.
Verso una terapia genica - I test hanno dimostrato che la nuova proteina è in grado di modulare la proliferazione delle cellule T citotossiche anche nell'uomo, aprendo la strada a una terapia genica che migliori l'immunità stimolando la produzione di Lem. Claudio Mauro, ricercatore italiano della Queen Mary University di Londra, ha spiegato che la scoperta potrebbe rivelarsi una tappa fondamentale nella lotta al cancro e alle infezioni. "Questa scoperta ha conseguenze immediate per la messa a punto di approcci terapeutici innovativi per il cancro. Le sue ramificazioni, tuttavia, sono di gran lunga maggiori in quanto possono aiutare a spiegare i meccanismi biologici di malattie infiammatorie e autoimmuni croniche, come l'aterosclerosi e l'artrite reumatoide".