Viene prodotto dal fegato in quantità sempre maggiori man mano che si mangiano dolci e ha un effetto autoregolatore
Panettone Giulebbe © tgcom24
Tra panettoni, pandori, cioccolatini e dolci e dolcetti vari della tradizione natalizia, durante le feste si rischia sempre una super-indigestione di zuccheri. Due diversi studi, uno dell'università dell'Iowa e l'altro del Southwestern Medical Center dell'Università del Texas, hanno però scoperto che in realtà il corpo possiede un suo sistema di regolazione che ci tiene lontani dai dolci quando si rischia di esagerare.
Un ormone prodotto dal fegato durante il consumo di dolci e alcolici, l'FGF21, in alte quantità riduce infatti la voglia e il consumo di zucchero e alcol, parallelamente al calo del livello di dopamina, un neurotrasmettitore che gioca un ruolo molto importante nei comportamenti associati a premi e ricompense. Precedenti studi avevano già messo in luce l'impatto di alcuni ormoni sull'appetito, ma nessuno di questi agisce su specifici nutrienti, come carboidrati, proteine o grassi, e sono prodotti da altri organi. Questo è invece il primo ormone prodotto dal fegato che si è scoperto avere tali effetti e che potrebbe aiutare a migliorare la dieta e i pazienti con problema di diabete e obesità.
Ma come funziona? Nei topi si è visto che il fegato lo produce in risposta al consumo di zucchero, per poi entrare nella circolazione sanguigna dove manda un segnale al cervello cui "impone" lo stop alla voglia di zucchero. L'ormone è associato a stress ambientali, come una dieta estrema o l'esposizione a temperature fredde. Viene anche prodotto, nei mammiferi, quando si consumano carboidrati.
Da oltre 50 anni si sa che il fegato è un importante regolatore del consumo e preferenza per alcuni cibi. E dato che questo ormone viene prodotto a livello epatico, si può supporre, dicono i ricercatori, che il suo scopo forse sia quello di migliorare la qualità della dieta, evitare il consumo di cibo spazzatura o proteggere il fegato dall'eccesso di alcol. Qualunque sia la sua origine, questa sua capacità potrà essere sfruttata a livello terapeutico per diabete e obesità.