UNA RICERCA ITALO-INGLESE

Scoperto legame tra Alzheimer e gruppo sanguigno: chi è zero rischia meno

Lo rivela uno studio condotto tra Italia e Regno Unito: il motivo è una maggiore presenza di sostanza grigia in varie zone del cervello rispetto ai tipi A, B e AB

04 Giu 2015 - 10:13
 © -afp

© -afp

Il gruppo sanguigno di un individuo può influire sul rischio di contrarre il morbo di Alzheimer. Lo rivela una ricerca condotta dall'Ospedale San Camillo di Venezia e del Dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Sheffield, in Gran Bretagna, pubblicata sulla rivista Brain Research Bulletin. I risultati evidenziano che i soggetti con gruppo 0 sono più protetti dal rischio di declino cognitivo.

Scoperto legame tra Alzheimer e gruppo sanguigno: chi è zero rischia meno

1 di 0

I risultati - I test sono stati condotti su 189 volontari adulti sani e hanno dimostrato come il gruppo sanguigno possa influire sullo sviluppo del sistema nervoso centrale. Dopo aver sottoposto i pazienti a risonanza magnetica strutturale, i ricercatori hanno calcolato i volumi di sostanza grigia dell'encefalo. Il risultato? I soggetti con gruppo sanguigno A, B o AB avevano volumi inferiori di sostanza grigia nelle regioni temporali e limbiche, tra cui l'ippocampo sinistro, una delle prime regioni del cervello a soffrire dei danni della malattia di Alzheimer.

La ricerca continua - Considerando che la naturale riduzione della sostanza grigia cerebrale tende ad intensificarsi con l'invecchiamento, è facile intuire, sottolineano gli autori, come "questo svantaggio biologico possa rendere più esposti al declino cognitivo". "Lo studio sembra suggerire che le persone con gruppo sanguigno O siano più protette contro le malattie nelle quali si osserva la perdita di volume cerebrale temporale e mediotemporale, come accade ad esempio nella malattia di Alzheimer", spiega Annalena Venneri, direttrice scientifica dell'IRCCS Ospedale San Camillo di Venezia e coautrice dello studio. "Molto probabilmente - prosegue - il gruppo sanguigno influisce sullo sviluppo del sistema nervoso centrale, ma ora dobbiamo capire perché e come questo accade".

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri