Alcuni anche pericolosi, i consigli degli esperti per liberarsene
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L'indice scorre a destra e si accede al menu, il polpastrello si poggia sull'icona per aprire l'applicazione e due dita si allargano per ingrandire l'immagine. La chiave d'accesso per i touchscreen di smartphone e tablet sono le mani, che non sono sempre immacolate. Al punto che uno studio dell'American Journal of Infection Control sostiene che gli schermi siano la culla ideale per i batteri, anche quelli patogeni.
Basta un panno umido - Nella ricerca, sul 15% di un campione di tablet usati in ospedale sono state trovate colonie di Staffilococco Aureo e Clostridium Difficile, due batteri potenzialmente pericolosi. Nello studio erano stati testati anche diversi metodi di pulizia.
Dubert Guerrero della clinica Sanford Health, tra gli autori dello studio, ha spiegato: "Passare un panno in microfibra umido sui dispositivi è sufficiente a eliminare quasi tutti i batteri più comuni ma per quelli più resistenti o per i virus come quello dell'influenza è necessario invece usare qualche sostanza detergente".
I prodotti in commercio per la pulizia a base di alcol, spiega l'esperto, sono più che sufficienti per assicurare una buona disinfezione. I più attenti possono però ricorrere a dispositivi studiati per gli smartphone, grandi quanto un barattolo di caffé, dove riporre gli oggetti per un "bagno" di raggi ultravioletti, che dovrebbero uccidere il 99,9% delle colonie.
In commercio sono disponibili anche diversi tipi di coperture usa e getta, compresa una specie di "busta" che racchiude completamente smartphone e tablet, molto usata proprio negli ospedali. Guerrero conclude: "Quanto ossessivamente si vuole pulire il proprio dispositivo sta nella sensibilità di ognuno, ma una passata almeno quotidiana con un panno è il minimo indispensabile per un'igiene di base".