Roma, all'aeroporto Fiumicino arrivano i cani anti-Covid
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La ricerca dimostra anche necessità di intervenire in modo tempestivo, dal momento che i pazienti trattati prima sono anche quelli che hanno avuto la prognosi migliore
Un membro dello staff medico esce da una stanza protetta da un telone trasparente dopo essersi preso cura di un paziente infettato da COVID-19 nell'unità di terapia intensiva dell'ospedale Franco-Britannique di Levallois-Perret, Parigi, il 9 aprile 2020 © Afp
Novità nelle terapie anti-Covid, uno studio comparativo condotto dall'Irccs Ospedale San Raffaele sostiene la superiorità dell'antinfiammatorio anakinra rispetto al tocilizumab. L'anakinra ha prodotto una riduzione sostanziale della mortalità. Lo ricerca dimostra anche la necessità di intervenire in modo tempestivo, dal momento che i pazienti trattati prima sono anche quelli che hanno avuto la prognosi migliore.
Lo ricerca mette a confronto, per la prima volta, l`efficacia di due diversi tipi di anti-infiammatori in un gruppo di pazienti con forme gravi di Covid-19: l`inibitore dell`Interleuchina IL-1, chiamato anakinra, e gli inibitori di IL-6 tocilizumab e sarilumab. Secondo i risultati, a differenza di questi ultimi, solo anakinra ha prodotto una riduzione sostanziale della mortalità: la citochina da colpire è proprio IL-1.
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"I tassi di mortalità del Covid-19 sono in buona parte associati all`emergere, nei pazienti con forme gravi della malattia, della cosiddetta sindrome da tempesta citochinica, uno stato iper-infiammatorio caratterizzato da una risposta immune eccessiva e dannosa", spiega in una nota Lorenzo Dagna, coordinatore dello studio. "Fin dall'inizio si è ipotizzato che le citochine più coinvolte nel processo infiammatorio fossero IL-1 e IL-6. I primi tentativi di trattamento si erano concentrati sull`inibizione di IL-6, soprattutto attraverso la somministrazione di tocilizumab", aggiunge. "Il fatto che IL-1 sia un target terapeutico vincente è probabilmente dovuto al fatto che questa molecola precede il rilascio di IL-6. Ciò significa che con anakinra interveniamo, in modo mirato, a monte della cascata dei segnali infiammatori", continua Giulio Cavalli,
"I dati del nostro studio - il primo a comparare tra loro i due trattamenti, per altro in un contesto complesso come quello pandemico - mettono ulteriore chiarezza sull`efficacia di questo approccio".
La ricerca clinica è stata pubblicata su Lancet Rheumatology, coordinata da Lorenzo Dagna - primario dell`Unità di Immunologia, Reumatologia, Allergologia e Malattie Rare e professore associato dell`Università Vita-Salute San Raffaele - e da Giulio Cavalli, medico ricercatore della stessa unità. L`analisi statistica dei dati è stata possibile anche
grazie alla collaborazione con i ricercatori dell'Istituto di Ricerca Urologica (Uri) del San Raffaele.