Maxiricorso contro governo

Sospeso il tariffario nazionale delle cure garantite da Ssn, il Tar deciderà il 28 gennaio

Centinaia di strutture accreditate hanno presentato il ricorso al tribunale amministrativo per bloccare il decreto emanato il 25 novembre

30 Dic 2024 - 18:43
 © ansa

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Nel giorno in cui doveva diventare effettivo il nuovo Tariffario delle Prestazioni di Specialistica ambulatoriale e protesica, ovvero le cure e le prestazioni garantite ai cittadini dal Ssn, il Tar del Lazio ne ha disposto la sospensione in via cautelativa. L'efficacia del decreto emesso dal Ministero della Salute il 25 novembre (e che doveva partire dal 30 dicembre) è stata bloccata dopo il maxi ricorso proposto da centinaia di strutture accreditate con le maggiori associazioni di categoria. Secondo i proponenti del ricorso il decreto è stato emanato senza una sufficiente istruttoria e non tenendo conto dell'andamento dei costi produttivi aggiornati olte alle criticità giuridiche e metodologiche del decreto.

Oltre tremila cure gratuite previste nel tariffario

 L'accordo sulle tremila cure gratuite previste dal tariffario era stato raggiunto in Conferenza Stato-Regioni. Il decreto poi emesso dal Ministero della Salute, di concerto con il Mef, modificava il Dm del 23 giugno 2023 "Decreto Tariffe" per l'accesso ai nuovi Lea, i livelli essenziali di assistenza. Erano 28 anni che la lista delle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale non venivano modificate.

I motivi del maxiricorso

 "Siamo convinti - spiegano gli avvocati Giuseppe Barone e Antonella Blasi, patrocinatori dei ricorrenti - che il Decreto violi i principi costituzionali di efficienza e buon andamento della pubblica amministrazione. Le tariffe non tengono conto dell'incremento dei costi e delle difficoltà operative causate dalla pandemia e dalla crisi economica. L'istruttoria che ha condotto all'approvazione delle tariffe è risultata inoltre incompleta e lacunosa. Non è stata garantita una rappresentazione adeguata dei costi reali e delle esigenze delle strutture sanitarie accreditate".

Secondo i coloro che han presentato ricorso il provvedimento prevedeva tagli ai rimborsi fino al 70%, sia per gli ospedali pubblici sia per i centri privati accreditati (il tariffario è identico per le due categorie), comportando pesanti perdite per le strutture sanitarie italiane, soprattutto nel centro-sud. 

L'udienza fissata al 28 gennaio 2025

 Il giudice amministrativo monocratico delegato, considerato "che il decreto in questione è stato adottato il 26 novembre 2024 ed è stato pubblicato sulla Gazzetta il 27 dicembre (venerdì), con entrata in vigore il 30 dicembre (lunedì); che il nuovo Decreto tariffe è stato adottato dopo oltre 20 anni dai precedenti nomenclatori, delineando così l'insussistenza dell'urgenza", ha ritenuto che "devono ritenersi presenti i profili dedotti in punto di danno". Da ciò l'accoglimento della richiesta di sospensione cautelare urgente del provvedimento ministeriale, con fissazione dell'udienza del 28 gennaio prossimo per la trattazione collegiale del ricorso in camera di consiglio. 

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