TRAPIANTO ALL'OSPEDALE MOLINETTE

Torino, bimba di 8 mesi salvata con il fegato di un bimbo di 5 mesi

L'operazione alla bambina è stata una corsa contro il tempo. Bisognava agire in fretta, ma di organi adatti non c'è n'erano. Si era offerto il padre, ma poi è arrivata la segnalazione del Centro nazionale trapianti

27 Gen 2025 - 21:34

Una bambina di otto mesi è stata salvata dai medici dell'Ospedale Molinette di Torino con un trapianto di fegato proveniente da un bimbo deceduto a soli cinque mesi. "Sapere che questo dono ci è arrivato da un bimbo molto piccolo ci ha scosso profondamente", ha commentato la madre della piccola. "È stato un regalo bellissimo, inatteso, e ora sono tanto felice per la mia Matilde. Ma il mio primo pensiero è andato a una mamma che non può dire altrettanto e a un piccino che non c'è più".

Una corsa contro il tempo per salvare la piccola

 L'operazione alla bambina è stata una corsa contro il tempo. Bisognava agire in fretta, ma di organi adatti non c'è n'erano e allora si era fatto avanti il padre della piccola: "Procedete con me". Quando mancavano 72 ore all'ingresso in sala operatoria, è però arrivata la segnalazione del Centro nazionale trapianti: un bimbo di cinque mesi era deceduto in un'altra Regione per una patologia congenita encefalica. La donazione degli organi era stata autorizzata e il fegato era disponibile.

La piccola Matilde sta bene

 Matilde è stata operata con successo e trasferita nel reparto di Gastroenterologia dell'Ospedale infantile Regina Margherita per un periodo di riabilitazione. Sta bene e tra qualche giorno potrà tornare a casa. Non è stato però un intervento di routine. Renato Romagnoli, direttore del Dipartimento trapianti delle Molinette, ha accettato la proposta del Centro perché la situazione era delicatissima. Il donatore era davvero piccolo, ma la paziente non era in condizione di aspettare ancora. Inoltre, procedendo in questo modo, sarebbe stato possibile evitare al papà l'asportazione della parte sinistra del proprio fegato.

Il problema al fegato

 Il fegato di Matilde faceva i capricci per via di una malformazione, l'atresia delle vie biliari, che provocava un accumulo di bile. A luglio 2024, quando aveva solo due mesi, la bimba fu sottoposta a un'operazione riparativa, la porto-entero-anastomosi, chiamata anche intervento chirurgico di Kasai. "Purtroppo, come accade in circa un terzo dei casi di questo genere, si erano prodotte delle conseguenze sfavorevoli", hanno spiegato dalla Città della Salute di Torino. Il flusso della bile verso l'intestino non era ripreso e il fegato era scivolato nella cirrosi epatica, con "sviluppo di versamento di liquido ascitico in addome e di stato di ittero severo". A novembre si è resa necessaria l'iscrizione nella lista nazionale pediatrica dei trapianti, ma per sei settimane la ricerca di un donatore deceduto compatibile non ha dato esito. Poi è arrivata la segnalazione.

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