numero più alto di sempre

Record di trapianti, 4.692 interventi in Italia nel 2024

Il 60% dei trapianti è stato eseguito al Nord, quattro le regioni da record: Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna

13 Gen 2025 - 11:50
 © Afp

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Il 2024 è stato un anno record per i trapianti in Italia. Sono cresciute le donazioni di organi (2.110, con un +2,7% rispetto al 2023), così come il numero di interventi eseguiti: 4.692 (226 in più rispetto al 2023). Si tratta dei valori più alti mai registrati. I dati emergono dal "Rapporto sulle donazioni e i trapianti in Italia" presentato al ministero della Salute. Circa la metà dei trapianti (2.393) sono di rene (+6,6% rispetto al 2023); quelli di cuore sono stati 418 (+13%). In aumento i trapianti di fegato, 1.732 (+1,8%), mentre in lieve calo quelli di polmone (da 188 a 174); stabili quelli di pancreas (36).

A trainare i trapianti di cuore nello scorso anno è stata soprattutto la crescita della donazione a cuore fermo, cioè quella da pazienti la cui morte viene accertata dopo un arresto cardiaco di almeno 20 minuti: le donazioni di questa tipologia sono aumentate del 30,8% rispetto al 2023 (276) e i trapianti conseguenti del 39,3% (621). Nel 2024 quelli da donazione a cuore fermo hanno rappresentato il 13,2% di tutti i trapianti realizzati.

Donazioni in crescita

 Per quel che riguarda le donazioni, nel 2024, il tasso di donazione è salito a 30,2 donatori per milione di persone, superando per la prima volta quota 30. Un livello che colloca il nostro Paese ai primi posti europei per donazioni di organi. Le Regioni con il tasso più elevato di donazioni sono Toscana (49,4 donatori per milione), Emilia-Romagna (45,5) e Veneto (44,7). Si registra, però, una importante crescita anche nelle Regioni meridionali (Sicilia +5,7 punti per milione, Campania +3,1, Calabria +2,7).

Nel 2024 è stato raggiunto il numero più alto di sempre anche per le donazioni (410) e i trapianti (1.095) di cellule staminali ematopoietiche da non consanguinei. In quasi il 90% dei casi le cellule sono state prelevate da sangue periferico, la modalità meno invasiva, molto simile a una donazione di sangue. Positivo anche il trend di crescita dei donatori di midollo osseo: per la prima volta gli iscritti attivi nel registro Ibmdr (cioè le persone disponibili a donare) hanno superato il mezzo milione (512.194, +3,1%). 

Quattro regioni da record

 Più della metà dei 4.692 trapianti eseguiti in Italia nel 2024 è stato effettuato in sole 4 Regioni: Lombardia (904), Veneto (718), Piemonte (504), Emilia Romagna (497). Nel complesso circa il 60% (2.846) è stato eseguito al Nord. Sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto sulle donazioni e i trapianti in Italia elaborato dal Centro nazionale trapianti (Cnt).

Tra le Regioni del Centro spiccano Lazio e Toscana (rispettivamente 467 e 390 trapianti); al Sud, Sicilia (341) e Puglia (229). La Lombardia è la Regione in cui si esegue il maggior numero di trapianti per tutti gli organi. Fanno eccezione i trapianti di cuore, per i quali il primato è condiviso con la Puglia (73 trapianti).

1 italiano su 3 rifiuta la donazione di organi

 Nel 2024 più di 1 cittadino italiano su 3 (il 36,3%), tra quanti hanno espresso la propria volontà nelle anagrafi comunali, ha optato per l'opposizione al prelievo degli organi con un aumento di circa 5 punti percentuali rispetto all'anno precedente. A oggi, nel Sistema informativo trapianti sono presenti 21,4 milioni di dichiarazioni di volontà: 15 milioni di consensi e 6,4 milioni di opposizioni.

I tassi di opposizione sono mediamente più alti al Sud, con percentuali superiori al 40% in tutte le Regioni meridionali, con il picco della Sicilia al 46,8%. Quelli più bassi al Nord, con i tassi minimi nella Provincia Autonoma di Trento (24%) e Valle d'Aosta (27,2%). Sardegna al 27,7%.

Migliora leggermente, invece, l'opposizione al prelievo degli organi registrato nelle rianimazioni. La percentuale di chi ha rifiutato la donazione nel 2024 è scesa al 29,3% (rispetto al 30,3% del 2023). I tassi più alti si registrano in Valle d'Aosta (66,7%), Calabria (53,4%), Umbria (40,9%). Quelli più bassi nella Provincia Autonoma Trento e in Molise dove non si è riscontrata nessuna opposizione. 

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