IL Rapporto Aiom-Iss

Tumori, in Italia si muore meno rispetto agli altri Paesi Ue | Il Covid impatta sulla prevenzione: gli screening calano di due milioni e mezzo in un anno

Prevenzione e paura del contagio: neoplasie osservate in fase sempre più avanzata. Coronavirus, il rischio di morte raddoppia per i malati oncologici

20 Ott 2021 - 11:43
Tumore al seno, scatta la prevenzione

Tumore al seno, scatta la prevenzione

Nel 2021, in Italia si muore di cancro meno rispetto alla media Ue: -13% negli uomini e -10% nelle donne, e migliora la sopravvivenza. Sono stimate infatti 181.330 morti per neoplasie (100.200 uomini e 81.100 donne), 1.870 in meno sul 2020. Dal 2015 a oggi, nei maschi sono diminuite del 18,4% le morti per neoplasie dello stomaco, del 15,6% quelle del polmone, del 14,6% alla prostata e del 13,6% del colon-retto.

Aumentano nella popolazione femminile i decessi per i carcinomi della vescica (+5,6%) e del polmone (+5%), strettamente legati al fumo di sigaretta, mentre calano quelli allo stomaco (-25%), colon-retto (-13,2%), ovaio (-9%) e mammella (-6,8%). Emerge dal Rapporto Aiom-Iss sui numeri del cancro in Italia 2021. 

Il rischio di morte è tuttavia raddoppiato per i malati oncologici con infezione Covid (è maggiore di 1,6 volte rispetto ai pazienti oncologici negativi) e la pandemia pesa anche sull'assistenza perché si osservano neoplasie in fase sempre più avanzata ed il numero delle operazioni chirurgiche nel 2020 è in calo rispetto al 2019.

Nel 2020 sono stati eseguiti, senza terapia neoadiuvante, 5.758 interventi chirurgici alla mammella e 2.952 al colon-retto. Il numero delle operazioni è in calo rispetto al 2019 (-805 casi, pari al -12% per la mammella, e -464 casi, pari a -13% per il colon retto). Il calo dei tumori in situ operati è stato del 32% per il colon-retto e dell’11% per la mammella.

Bimba veste i panni delle "supereroine" per aiutare la nonna a sconfiggere il cancro

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© ipa  | Nei panni di Malala
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"A marzo e aprile 2020, a causa dell’esplosione dell'emergenza Covid, si è verificata la sospensione degli screening – spiega Paola Mantellini, direttrice ONS -. Un'indagine condotta dall'ONS ha quantificato il ritardo accumulato nel 2020 rispetto al 2019 in termini di inviti, test e mesi standard. La riduzione degli inviti è stata pari al 33% per lo screening cervicale, al 31,8% per quello colorettale e al 26,6% per quello mammografico".

"La riduzione degli esami è stata pari al 45,5% per lo screening colorettale (-1.110.414 test), al 43,4% per quello cervicale (-669.742), al 37,6% per le mammografie (-751.879). Complessivamente sono stati eseguiti circa 2 milioni e mezzo di screening in meno. La paura del contagio ha avuto un peso determinante sulla partecipazione ai programmi di prevenzione".

"I mesi di ritardo sono stati pari a 5,5 per lo screening colorettale, a 5,2 per quello cervicale e a 4,5 per le mammografie. Sono state stimate anche le diagnosi mancate: oltre 3.300 per il tumore del seno, circa 1.300 per il colon-retto (e 7.474 adenomi avanzati in meno) e 2782 lesioni precancerose della cervice uterina. È importante sottolineare che, per tutti e tre i programmi, nell’autunno 2020 alcune Regioni sono riuscite ad erogare più test rispetto al 2019, mettendo in evidenza una notevole capacità strategico-organizzativa".

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