INSERITA IN ARTERIE INGUINALI

Una graffetta hi-tech per combattere l'ipertensione arteriosa resistente

Viene inserita a livello inguinale e aiuta a regolarizzare la pressione diminuendo la resistenza dei vasi sanguigni. Positivi i test condotti su 80 pazienti

04 Feb 2015 - 11:08
 © -afp

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Dagli Stati Uniti arriva un nuovo metodo per contrastare la pressione alta. Si tratta di una graffetta hi-tech che viene inserita nelle arterie inguinali di chi soffre di ipertensione resistente, una condizione potenzialmente molto pericolosa perché aumenta il rischio di infarto e ictus. Il dispositivo è frutto della collaborazione tra l'azienda californiana Rox Medical e la Queen Mary University di Londra.

Una graffetta hi-tech per combattere l'ipertensione arteriosa resistente

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La pressione torna normale - Il team di scienziati anglo-americani ha messo a punto un dispositivo simile a una graffetta che crea uno spazio fra l'arteria e la vena a livello inguinale. In tal modo, la resistenza dei vasi sanguigni viene ridotta e la pressione ritorna a livelli di normalità. I test condotti su circa 80 pazienti con ipertensione resistente distribuiti in 16 centri europei hanno prodotto ottimi risultati, anche se un terzo di essi ha lamentato gonfiore alla gamba a causa dell'intervento. Si tratta comunque di un effetto collaterale che può essere superato migliorando la procedura chirurgica.

"Abbiamo bisogno di tempo per indagare gli effetti a lungo termine del dispositivo e capire di più il funzionamento all'interno del corpo", spiega il professore Melvin Lobo, uno degli autori della sperimentazione. E prosegue: "Per affermare con certezza di aver raggiunto l'obiettivo ora siamo all'opera per realizzare uno studio più ampio. Se i risultati venissero confermati saremo di fronte ad un grande passo avanti per i pazienti affetti da ipertensione resistente".

L'ipertensione resistente - Alimentazione corretta, esercizio fisico, astinenza dal fumo e farmaci rappresentano le contromisure "tradizionali" per limitare la pressione alta. Nel 15% dei casi, però, tali rimedi si rivelano inefficaci (da qui ipertensione "resistente") e l'unica alternativa è la chirurgia che si basa sulla rimozione di alcune fibre nervose a livello dei reni.

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