indagine condotta su 10mila persone

Vaccini, studio italiano: risposta immunitaria di lunga durata, dopo 8 mesi al 70%

L'indagine è stata condotta nel maggio 2021 su 10mila dipendenti di Città della Salute e Università di Torino

15 Feb 2022 - 12:35
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Nel 99,8% dei soggetti sottoposti a vaccinazione anti-Covid sono presenti livelli di anticorpi. Lo rivela un'indagine condotta su 10mila dipendenti di Città della Salute e Università di Torino per valutare la risposta immunitaria alla vaccinazione. Lo studio, che ha preso il via nel maggio 2021, rivela anche la persistenza di una risposta cellulare complessiva superiore al 70% a distanza di 8 mesi dalla vaccinazione.

Risposta immunitaria di lunga durata Presentato alla presenza tra gli altri di Giovanni La Valle e Lorenzo Angelone, direttore generale e direttore sanitario della Città della Salute, lo studio, che nella sua prima fase ha confermato il maggior rischio per i dipendenti del comparto sanità di contrarre l'infezione rispetto al resto della popolazione, sembra suggerire che la risposta immunitaria cellulare contro il Sars-Cov-2 sia di lunga durata.

Correlazione tra risposta individuale e varabilità genetica Lo studio rileva inoltre che la diversa risposta individuale al vaccino anti-Covid può essere messa in relazione alla variabilità genetica individuale. Ogni individuo presenta una variabilità in circa l'1% delle lettere del Dna, che lo rendono unico e differente dagli altri. Questa variabilità genetica spiega anche come la nostra risposta immunitaria abbia un'efficacia diversa.

Il ruolo delle molecole Hla Di tutte le caratteristiche genetiche scritte nel genoma, e sono circa 23.000, i ricercatori si sono concentrati in particolare su un gruppo di geni - Hla, Human Leucocyte Antigens - che consentono di costruire alcune molecole espresse sulle nostre cellule, comprese quelle del nostro sistema immunitario. Queste ultime hanno il compito di proteggerci dagli intrusi, attivando la risposta degli anticorpi contro i bersagli estranei come virus, batteri e vaccini.

Varianti più frequenti in coloro che producono meno anticorpi Quale sia il bersaglio, lo definiscono proprio le molecole Hla, e quindi la variabilità di queste molecole ci aiuta a capire la diversità che osserviamo nella popolazione in relazione alla quota di anticorpi prodotti contro il virus a seguito della vaccinazione. L'approfondimento ha mostrato come alcune varianti siano più frequenti in coloro che hanno dimostrato una più bassa produzione di anticorpi rispetto a coloro in grado di sviluppare una risposta anticorpale più consistente.

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