"Sono stati identificati diversi casi tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, ma non è una malattia omosessuale", spiegano gli esperti
E' possibile contenere la trasmissione dei casi di vaiolo delle scimmie nei Paesi in cui la malattia non è endemica. Lo ha detto Maria Van Kerkhove, a capo della ricerca sulle malattie emergenti dell'Organizzazione mondiale della sanità.
"Intendiamo bloccare la trasmissione del virus da uomo a uomo e siamo in grado di farlo nei Paesi in cui il vaiolo delle scimmie non è endemico", ha aggiunto la Van Kerkhove. "Siamo in una situazione nella quale possiamo utilizzare strumenti di sanità pubblica per identificare i casi precocemente e affrontarne l'isolamento", ha detto ancora. Il contagio, ha aggiunto, avviene attraverso uno stretto contatto fisico, pelle a pelle" e ha rilevato che la maggior parte dei casi finora osservati non ha la malattia in forma severa. L'identificazione precoce e "l'isolamento dei cas fanno parte delle misure raccomandate dall'Oms e dall'ECDC", ha affermato Maria Van Kerkhove.
"Non ancora chiaro se virus è mutato" - Non è ancora chiaro se il virus responsabile del vaiolo delle scimmie abbia subito una mutazione: la risposta potrà arrivare solo dall'analisi della sua sequenza genetica. Lo ha spiegato Rosamund Lewis, a capo della ricerca sul vaiolo delle scimmie nell'ambito del programma per le emergenze dell'Oms.
"Non è malattia omosessuale" - "Sono stati identificati diversi casi di vaiolo delle scimmie tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, ma non è una malattia omosessuale, come hanno cercato di etichettare alcune persone sui social network", ha sottolineato Andy Seale, consulente strategico per i programmi globali dell'Oms su HIV, epatite e infezioni sessualmente trasmissibili.