i sintomi, le cure

Anoressia nervosa, cos'è il disturbo alimentare più diffuso

Ne soffrono soprattutto le ragazze, tra i 14 e i 18 anni. Anche se i primi segnali si possono intercettare già a 8-10 anni. Ecco i sintomi più comuni

15 Mar 2025 - 07:35
 © -afp

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L’anoressia nervosa è un disturbo alimentare che colpisce prevalentemente le ragazze, in un'età compresa tra i 14 e i 18 anni. Si caratterizza da un’eccessiva valutazione del peso e della forma corporea, che induce il malato a ridurre drasticamente l'assunzione di alimenti. Fino a raggiungere una condizione di sottopeso. Secondo gli esperti, i primi segnali e i primi sintomi possono manifestarsi già durante la pre-adolescenza, addirittura tra gli 8 e i 10 anni.

Come si manifesta

 Le persone che soffrono di anoressia nervosa evidenziano la paura di acquistare peso e l’alterazione nella relazione con il proprio corpo, che viene visto con disagio perché considerato normo o sovrappeso, quando invece è sottopeso. Tali preoccupazioni possono diventare sempre più intense e invalidanti, fino a compromettere il corretto funzionamento degli organi interni.

I sintomi fisici

 A causa del grave dimagrimento, le persone che soffrono di anoressia nervosa sviluppano disturbi che coinvolgono diversi organi del corpo. I sintomi possono essere neurologici, cardiaci, ormonali, gastrointestinali, polmonari, e possono coinvolgere anche fegato e reni. Le principali manifestazioni fisiche sono l'assenza del ciclo mestruale, fragilità delle ossa e delle unghie, disturbi dermatologici (dermatiti e fragilità dei capelli), anemia e abbassamento delle difese immunitarie, debolezza muscolare, riduzione della pressione arteriosa e rallentamento della frequenza cardiaca, disturbi renali e gastrointestinali, sensazione costante di freddo e abbassamento della temperatura corporea e altri disturbi ormonali come l’ipotiroidismo.

I sintomi psicologici e comportamentali

 Oltre ai sintomi fisici e alla diminuzione di peso, ci sono anche sintomi psicologici e comportamentali che possono aggravare ulteriormente il quadro clinico. Per esempio, nei malati di anoressia nervosa spesso subentra la paura di aumentare di peso, la paura di assumere alcuni cibi specifici (che quindi vengono evitati), il controllo e il calcolo ossessivo delle calorie ingerite (anche tramite app specifiche), l'aumento esagerato dell’attività fisica per bruciare eventuali calorie in eccesso, la ripetizione di rituali durante i pasti (per esempio, tagliare ripetutamente il cibo in pezzi minuscoli), la bassa autostima, la difficoltà a regolare le emozioni, la difficoltà a mantenere l'attenzione e i problemi di memoria. Infine, possono subentrare anche disturbi psicologici come depressione, ansia, panico e insonnia.

Alto tasso di mortalità

 L'anoressia è tra i disturbi psichiatrici con il più alto tasso di mortalità. Perché i malati tendono a nascondere quanto più possibile i problemi relativi all'assunzione di alimenti, oltre che negare l'effettiva presenza del disturbo. Tutto questo spesso ritarda l'inizio delle cure, quando la malattia si è ormai cronicizzata. Inoltre, tra i pazienti è molto comune il rifiuto delle cure stesse, perché guarire comporterebbe un aumento di peso.

La diagnosi

 Viste le molteplici implicazioni che ha l'anoressia, la diagnosi e la valutazione clinica viene effettuata da un ampio team di esperti. Generalmente, i professionisti coinvolti sono psicoterapeuta, psichiatra, internista e nutrizionista, che procedono prima con un colloquio e poi sottopongono il paziente a una serie di esami fisici (come la valutazione del peso attraverso l'Indice di massa corporea) ed esami piscodiagnostici, secondo un protocollo specifico. I modelli diagnostici specifici seguono tre criteri. Il primo: restrizione dell’assunzione calorica in relazione alle necessità, che porta a un peso corporeo significativamente basso nel contesto di età, sesso, traiettoria di sviluppo e salute fisica. Il peso corporeo significativamente basso è definito come un peso inferiore al minimo normale oppure, per bambini e adolescenti, meno di quello minimo atteso. Il secondo: intensa paura di aumentare di peso o di diventare grassi, oppure un comportamento persistente che interferisce con l’aumento di peso, anche se significativamente basso. Il terzo: alterazione del modo in cui viene vissuto dall’individuo il peso o la forma del proprio corpo, eccessiva influenza del peso o della forma del corpo sui livelli di autostima, oppure persistente mancanza di riconoscimento della gravità dell’attuale condizione di sottopeso.

Le cure

 Come per la diagnosi, così anche il trattamento e la cura dell'anoressia prevedono l'intervento combinato di psicoterapeuta, psichiatra, internista e nutrizionista. Solitamente è lo psichiatra il coordinatore e il responsabile del team e può intervenire, se necessario, anche con terapie con farmaci. Il nutrizionista redige il nuovo regime alimentare da seguire, in accordo con il paziente. Lo psicoterapeuta interviene soprattutto per cercare di rendere il paziente consapevole della patologia e per motivarlo nel seguire i trattamenti a cui deve sottoporsi. Esistono diverse forme di psicoterapia, ma le più recenti pubblicazioni scientifiche raccomandano un approccio cognitivo-comportamentale o un approccio basato sulla terapia familiare. Generalmente, il percorso di cura dell’anoressia nervosa va dai 6 mesi ai 2 anni, ma può essere influenzato da diversi fattori, compresa la possibilità di ricadute.

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