le tappe della vicenda

Open Arms, dallo stop allo sbarco fino al processo: cosa è successo

Nell'agosto 2019 l'imbarcazione rimase ferma per venti giorni nel porto di Lampedusa con 147 profughi a bordo. Salvini, allora ministro dell'Interno, è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio 

14 Set 2024 - 21:05
 © -afp

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Sei anni di reclusione: è questa la richiesta dell'accusa a due anni esatti dall'inizio del processo nei confronti di Matteo Salvini, accusato di aver negato illegittimamente, ad agosto 2019 alla nave della ong spagnola Open Arms di far sbarcare nel porto di Lampedusa 147 profughi soccorsi in mare. Ma riavvolgiamo il nastro e ripercorriamo le tappe di questa vicenda.

I profughi rimasero 20 giorni a bordo della nave

 Nell'agosto 2019, la nave della Open Arms rimase ferma 20 giorni a Lampedusa perché Matteo Salvini (allora ministro dell'Interno, ndr) non consentì lo sbarco dei 147 profughi a bordo dell'imbarcazione della ong. Furono, infatti, i magistrati di Agrigento, in seguito a un'ispezione a bordo dell'allora procuratore Luigi Patronaggio, a ordinare lo sbarco d'urgenza dei profughi, stremati dal caldo e dalla traversata in mare.

A novembre del 2019 il tribunale dei Ministri ricevette dai pm la richiesta di procedere a indagini preliminari nei confronti del leader della Lega. Nel provvedimento, con il quale il tribunale accoglie sostanzialmente la ricostruzione dei pm, i giudici affermano il principio dell'obbligo di prestare soccorso in mare e definiscono come "amministrativo" e non politico l'atto di vietare l'approdo ai migranti disposto da Salvini. In sintesi, la decisione di non far sbarcare a Lampedusa i profughi soccorsi, secondo i magistrati, fu un atto deciso dall'allora ministro dell'Interno individualmente, quindi non "condiviso" con gli altri esponenti del Governo, come invece ha sempre sostenuto il leader della Lega. 

Nel frattempo, il 26 maggio 2020, la Giunta per le immunità del Senato respinge la richiesta ma il 30 luglio l'aula, con 149 sì e 141 voti contrari, concede l'autorizzazione a procedere per l'ex ministro e manda a processo Salvini. Così, dopo il via libera di Palazzo Madama, la Procura di Palermo che sollecita il rinvio a giudizio del leader della Lega. Giulia Buongiorno, legale di Salvini, chiede il non luogo a procedere perché il fatto non sussiste o, in subordine, per insindacabilità del fatto. 

L'inizio del processo

 Il gup Lorenzo Iannelli accoglie la tesi dell'accusa e fissa per il 15 settembre 2021 la prima udienza del processo.  Un dibattimento, andato avanti per due anni, durante il quale hanno testimoniato, tra gli altri, esponenti politici di primo piano come l'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, l'ex ministro degli esteri Giuseppe Di Maio o l'attuale ministro dell'Interno Matteo Piantedosi,

Inoltre, il tribunale aveva ammesso anche la testimonianza di Richard Gere, salito a bordo della nave per rendersi conto di persona delle condizioni dei migranti, ma l'attore americano aveva dovuto rinunciare perché impegnato sul set di un film. 

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