Dalla vicinanza al Cremlino alla politica anti migratoria: così il primo ministro ha conquistato la Slovacchia per il suo terzo mandato
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Il primo ministro slovacco, Robert Fico, è stato gravemente ferito in una sparatoria e portato d'urgenza in ospedale. L'incidente è avvenuto nella città di Handlova, a circa 150 chilometri a nord-est dalla capitale Bratislava, dove Fico si era recato per incontrare i suoi sostenitori. La polizia ha già arrestato il suo presunto aggressore.
È nato a Topoľčany, il 15 settembre 1964. Dopo essersi laureato in legge a Bratislava, si iscrive al Partito Comunista di Cecoslovacchia nel 1987. Dopo la rivoluzione che conduce al crollo del regime comunista cecoslovacco (1989), entra nel Partito della Sinistra Democratica (SDL), erede del Partito Comunista in Slovacchia. In seguito all'uscita dal SDL, fonda un nuovo partito chiamato Direzione - Socialdemocrazia (SMER), inizialmente presentato come formazione politica di centro, ma successivamente approdato a posizioni più oltranziste e populiste di sinistra. Dal 1999 è capo e fondatore dello SMER.
Robert Fico si è inizialmente mostrato un fervente europeista. È sotto la sua guida che Bratislava ha adottato l’euro. Nel 2016 è stato presidente del Consiglio dell'Unione europea.
Il 25 ottobre 2023 è iniziato il suo terzo mandato come primo ministro della Slovacchia. Un ruolo già ricoperto dal 2006 al 2010 e dal 2012 al 2018. Il suo partito Smer, filorusso, nazionalista e di sinistra, alle ultime elezioni ha ricevuto il 22,9% dei consensi. Fico si è dichiarato sin da subito contrario all’ingresso dell’Ucraina nella Nato e alle sanzioni europee nei confronti di Mosca. Una posizione che ha rappresentato una svolta nella politica recente della Slovacchia. Il premier è stato un forte critico della Commissione von der Leyen e della sua politica estera e militare in relazione all'invasione russa dell'Ucraina.
Fico si è sempre mostrato contrario alla redistribuzione dei migranti all'interno dei confini dell'Unione Europea. Ha respinto il piano della Commissione Europea di distribuire i rifugiati e i migranti economici dal Medio Oriente e dall'Africa tra gli stati membri dell'UE.
Nel maggio 2016, ha dichiarato che la Slovacchia non accetterà "un solo migrante musulmano" nel paese, settimane prima che il paese assumesse la presidenza dell'UE. Ha, inoltre, affermato: "Forse sembrerà strano ma l'Islam non ha posto in Slovacchia. Penso che sia dovere dei politici parlare di queste cose in modo molto chiaro e aperto. Non voglio che ci siano decine di musulmani".
Nel 2018 Fico ha annunciato la fine del suo secondo mandato, consegnando le dimissioni in seguito alle proteste di piazza, conseguenti all'assassinio del giornalista slovacco Ján Kuciak (e della sua compagna), ucciso mentre stava compiendo una serie di indagini riguardanti casi di corruzione e truffe intorno ai fondi strutturali dell'Unione europea, per il sito di notizie slovacco Aktuality.sk.
Kuciak aveva sostenuto nel suo ultimo scritto, pubblicato postumo, l'esistenza di rapporti tra la 'Ndrangheta calabrese e alcuni membri del governo Fico. Tra questi, vi furono il ministro della cultura Marek Maďarič, il ministro dell'interno Robert Kaliňák, nonché il primo ministro. Quest'ultimo si era visto costretto a rassegnare le dimissioni dopo che Most-Híd, uno dei tre partiti di maggioranza, aveva annunciato di voler richiedere nuove elezioni nel caso in cui non vi fosse stato un rimpasto di governo.
Fico è sposato con Svetlana Ficová (nata Svobodová), avvocato e professoressa associata di Žilina. Dal loro matrimonio è nato il figlio Michal.