Sempre più utenti usano le intelligenze artificiali generative per questioni legate alla salute mentale. Il portale Skuola.net ha intervistato Filippo Cappiello, un giovane originario di Altamura (in Puglia) che ha messo a punto un chatbot specializzato proprio nel supporto psicologico
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Gli esperti hanno già lanciato l’allarme: sempre più giovani usano ChatGPT come assistente per la salute mentale e, in alcuni casi, come sostituto di un terapista umano e abilitato. E gli adulti non sono da meno.
Non a caso cercando online ci si può imbattere in chatbot - come "ChatGPT, il tuo migliore psicologo", probabilmente il più famoso - appositamente programmati sulla base dell’intelligenza artificiale di Open AI, con la missione specifica di fornire supporto psicologico.
L’intelligenza artificiale in soccorso del benessere mentale
Quante persone usano servizi di questo tipo e in che modo? Per saperne di più Skuola.net ha raggiunto e intervistato il suo "papà" Filippo Cappiello, un full-stack marketer di 28 anni originario di Altamura. Lui stesso chiarisce che l’IA “non sostituisce” uno psicologo ma può
essere un modo per rompere il ghiaccio “e mettere in ordine i propri pensieri”, che da gennaio a oggi ha convinto circa 10.000 persone a provare.
Come funziona e come è strutturato, più nello specifico, “ChatGPT, il tuo miglior psicologo?”
“Si tratta di un assistente virtuale progettato per offrire un primo supporto psicologico attraverso l'intelligenza artificiale. L’ho sviluppato utilizzando le funzionalità di personalizzazione di ChatGPT, con l'obiettivo di fornire uno spazio empatico dove le persone possano esprimersi liberamente. L'assistente è programmato per ascoltare, porre domande con delicatezza e offrire spunti di riflessione”.
Perché hai deciso di creare questo applicativo e come pensi possa essere d'aiuto alle persone che lo usano?
“L'idea è nata dal desiderio di facilitare l'accesso a un primo ascolto per chiunque senta il bisogno di parlare o sfogarsi. Spesso, il passo più difficile è proprio iniziare a esprimere ciò che si prova. Questo strumento può rappresentare un ice-breaker, un luogo sicuro dove iniziare a mettere in ordine i propri pensieri”.
Da quanto tempo è online e quante persone lo hanno usato?
“È online da gennaio 2024. Ad oggi, è stato utilizzato da oltre 10.000 persone”.
Che feedback hai ricevuto?
“I feedback sono stati molto positivi, spesso oltre le aspettative. Molti utenti hanno apprezzato la sensazione di essere ascoltati senza giudizio. In più essendo uno strumento prettamente testuale, si possiede anche uno storico delle comunicazioni".
Hai avuto modo di testarlo tu stesso per i tuoi bisogni?
“Personalmente, l'ho testato e ho trovato utile la sua capacità di porre domande che aiutano a riflettere e a chiarire i propri pensieri”.
Pensi possa, se non ora in prospettiva, sostituire uno psicologo umano oppure no?
“Assolutamente no. Un assistente virtuale non può replicare la profondità, l'intuizione e la connessione umana che si instaurano in un percorso terapeutico con un professionista. Tuttavia, può servire come primo passo per chi è in attesa di iniziare una terapia o per chi desidera esplorare i propri pensieri in modo guidato. Analizzando i feedback ricevuti c’è molta frizione nell’iniziare un percorso con un terapeuta, la gente ha paura nel sentirsi giudicata, non capita. L’AI e strumenti come questo abbattono questo muro”.
Questo però non è l'unico applicativo che hai creato? Quali sono gli altri e che cosa fanno?
“Sì esatto, ho sviluppato diversi altri GPTs personalizzati. Il più utilizzato è un assistente per la creazione di loghi, che ha raggiunto oltre 50.000 utilizzi. Altri includono strumenti per lo sviluppo di codice, assistenti legali, supporto per data scientist e generatori di articoli per blog etc. L'obiettivo comune è sempre quello di offrire strumenti accessibili e utili per diverse esigenze.
Tornando al tema principale, secondo te quali sono le prospettive future dell'intelligenza artificiale nel campo del supporto psicologico?
“Credo che in futuro l'intelligenza artificiale non sostituirà il terapeuta umano, ma lo affiancherà sempre più attivamente. Potrà aiutare a ridurre le barriere di accesso al supporto psicologico, rendendolo disponibile in qualsiasi momento e luogo, soprattutto nelle fasi iniziali o nelle situazioni in cui l'accesso a un professionista non è immediato.
L'IA potrebbe inoltre diventare un prezioso strumento di monitoraggio, prevenzione e sostegno continuo tra una sessione e l'altra, integrando e rafforzando il lavoro svolto dagli psicologi, diventando a tutti gli effetti uno strumento che i professionisti del settore potranno affidare ai propri pazienti, per poi analizzarne le conversazioni e migliorare la terapia”.