Ora che il peggio sembra essere passato, i ragazzi tornano a riunirsi. La festa di classe o il classico giro in centro le modalità più gettonate.
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Il 2023 dei maturandi segna due ritorni: quello dell’Esame di Stato nel format pre-pandemia e quello del rito collettivo dei “100 giorni alla Maturità”, che quest’anno cadono lunedì 13 marzo. Ovvero il periodo di tempo che manca all’inizio delle prove, fissato per il 21 giugno. Secondo un sondaggio effettuato da Skuola.net - su un campione di 1.000 studenti di quinto superiore - ben 1 su 2, infatti, ha detto di voler onorare al meglio questa giornata.
Un momento atteso da tempo
Una voglia di festa e di aggregazione a cui non eravamo più abituati. Basti pensare che, solamente dodici mesi fa, con il virus che già non faceva più paura come all’inizio ma comunque più presente di oggi, in occasione dei “100 giorni” un analogo sondaggio riportava numeri assai diversi: allora a celebrare il momento furono meno di 3 ragazzi su 10. A confermare la tendenza c’è anche un’altra considerazione da introdurre: chi rinuncia a festeggiare non troverà compagni di classe altrettanto disposti a condividere la scelta. Infatti, nel 49% dei casi il resto della classe non farà a meno dei “100 giorni”, quando esattamente un anno fa questi si fermavano al 31%.
Dietro la scelta di badare al sodo, però, non c’è una mancanza di desiderio o di socialità. Tutt’altro: la preoccupazione per una Maturità 2023 che torna nel suo assetto completo già si sta facendo strada nella mente di parecchi maturandi. Tra chi rinuncia ai “100 giorni”, infatti, la maggior parte lo fa soprattutto perché non vuole sprecare neanche un giorno per prepararsi al meglio alle prove finali: lo dice il 40% di quanti non faranno nulla per onorare l’evento. Il segno ulteriore di un netto cambio di clima, con le prove d’esame che tornano ad avere la priorità sulle questioni logistiche (divieti, limitazioni, ecc.).
Come si celebrano i "100 giorni"
Quello che non cambia nel tempo sono le modalità con cui i maturandi proveranno a fissare nella propria memoria questa giornata. La festa di classe rimane la scelta più gettonata: quasi la metà dei ragazzi (47%) si riunirà in casa o in un locale per mangiare e fare bisboccia tutti assieme oppure farà un gita “fuori porta”. Circa 1 su 4, invece, si limiterà a un’uscita di gruppo nei dintorni della scuola o vicino casa, magari al mare, dove si consuma uno dei più tradizionali riti portafortuna, ovvero la scrittura del voto atteso sul bagnasciuga. Mentre 1 su 10 si dirigerà in centro città o nei classici luoghi di aggregazione degli studenti del posto, con l’obiettivo di condividere il momento con altri “colleghi” maturandi. Il 5% farà qualcosa a scuola. Qualcuno di più (8%), infine, visiterà i luoghi d’Italia in cui tradizionalmente si svolgono i riti collettivi propiziatori in vista dell’esame (pellegrinaggi a santuari, benedizioni delle penne, ecc.).
“Chi oggi capiterà a Pisa in Piazza dei Miracoli, al Santuario di San Gabriele nel teramano, nei luoghi di ritrovo giovanili della propria città o sul lungomare delle località balneari più rinomate, probabilmente non potrà fare a meno di notare gruppi di studenti festanti o intenti a compiere strani riti portafortuna, con annessi saltelli, girotondi, grida o richieste di fondi ai passanti. Dopo tre anni di pandemia che hanno ridotto la voglia e in alcuni casi anche la liceità degli assembramenti che la tradizione richiede, la maggior parte degli oltre 500.000 maturandi dice che tornerà infatti a onorare la ricorrenza dei 100 giorni alla Maturità. Come nel periodo pre pandemia. E fanno bene ad approfittarne, perché poi li attenderà un esame tosto”, così Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.