Skuola.net compie vent'anni. Ecco come il sito di riferimento degli studenti ha accompagnato le tante trasformazioni che hanno interessato la vita dei ragazzi, non solo dal punto di vista scolastico. Due decenni vissuti sempre al fianco dei più giovani.
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Se il coronavirus avesse tormentato il mondo nel 2000, non ci sarebbe stata la didattica a distanza a salvare l’anno scolastico, né Netflix o YouTube a tenerci compagnia con serie Tv o tutorial, né WhatsApp per gli aperitivi in videochiamata. Tante cose sono cambiate da quello che, di per sé, già sembrava un passaggio epocale. Soprattutto la tecnologia è avanzata a un ritmo frenetico. Tanto che alcune cose che ci sembravano all'avanguardia oggi ci appaiono provenire da un altro mondo: si giocava a Snake sul Nokia 3310, si comunicava con squilli e sms e si passavano i week end davanti ai Dvd a noleggio. Anche le Torri Gemelle erano ancora tutte intere, Un cosa però è rimasta praticamente intatta: è Skuola.net, che proprio nel 2000 vedeva la luce. E che in questi vent'anni ha accompagnato il cambiamento della scuola e della vita degli studenti.
Proprio per augurare buon compleanno al portale più amato dai ragazzi di tutte le età, abbiamo individuato le 20 piccole rivoluzioni scolastiche accadute in queste due decadi. Perché il mondo era decisamente diverso per le generazioni che frequentavano la scuola e l’università agli albori del nuovo millennio. Ma Skuola.net può dire: io c'ero.
La versione di latino e gli esercizi di matematica li facevi da solo
Nessuna scorciatoia se non, per i latinisti, le frasi già tradotte a mo' di esempio dentro al vocabolario. Quando si trovavano, era una festa! Peccato che si dovevano cercare con la lente di ingrandimento, tra righe scritte fitte e a caratteri piccoli. Altro che Google. Stessa cosa per formule ed esercizi di matematica: al massimo le trascrivevi sui bigliettini per averli pronti per l’occasione.
Si copiavano i compiti dal compagno di banco al cambio dell'ora
I ragazzi del 2000 avevano una velocità di scrittura impareggiabile: al cambio dell'ora copiavano tutti i compiti non fatti dal compagno di banco. Era quasi un rituale da svolgere in un tempo massimo di 5 minuti mentre qualcuno controllava che non arrivasse la prof. Adesso, perché copiare se i compiti possono essere fatti e verificati velocemente grazie a Internet?
Non rischiavi la bocciatura per condotta o assenze (o quasi)
C’erano delle cose buone nella scuola del vecchio millennio. Ad esempio, i ministri dell’Istruzione erano persone ottimiste e non avevano ancora introdotto la bocciatura con il 5 in condotta, o l’automatica 'non ammissione' dopo un certo numero di assenze. Ovvio, senza esagerare, o agli scrutini ti si bollava per assenteista e ti si bocciava ugualmente. Stessa cosa se avevi più note sul registro nell’ultimo mese che anni di vita.
Non c'erano gli esami di riparazione a settembre
Questa fiducia negli studenti tornava anche nel concetto di “debito scolastico”. Ne potevi avere una collezione ma eri comunque promosso: poi si recuperava nel corso dell’anno successivo. Il concetto di esame a settembre e il rischio bocciatura in caso di pessima performance non c’era ancora. Il debito suonava un po’ come un rimbrotto, ma in fin dei conti l’estate era salva.
I genitori non scoprivano subito se avevi marinato la scuola
Il fatto di essere studenti dell’era del pleistocene, come i nativi digitali definirebbero il 2000, non aveva solo lati negativi. Il registro elettronico, quello strumento che apre le classi alle famiglie con tanto di libera consultazione di voti, assenze e così via, era solo nei sogni delle madri più apprensive e negli incubi degli studenti birbantelli. Il peggio che potesse succedere, se marinavi la scuola, era la telefonata per avvertire che non avevi risposto all’appello. Lì si che erano dolori. Stessa cosa per i brutti voti: si aveva il tempo di recuperare con mirabolanti interrogazioni last minute prima che la mamma scoprisse “la macchia”.
La vecchia “nuova” maturità
L’esame di maturità faceva paura quanto adesso. Nel 2000, poi, era “nuovo”, col sistema di crediti che nato da pochi anni e che, riformato, ci portiamo dietro ancora oggi. Faceva infatti il suo ingresso, a partire dal ‘99, il “nuovo” esame della riforma Berlinguer, con la tesina e la terza prova, rispettivamente delizia e croce per gli studenti fino al 2018. Le tracce di prima prova comprendevano un’analisi del testo, ben 4 tracce di saggio breve o articolo di giornale, un tema storico e un tema di attualità. Poi veniva la seconda prova di indirizzo, con una sola materia a scelta del ministero, quindi la terza prova (il fantomatico quizzone) e il colloquio orale introdotto dalla tesina (o percorso multidisciplinare), con interrogazione su tutto il programma. La mattina dell’esame, le tracce d’esame venivano portate con il plico cartaceo dai carabinieri. Solo da qualche anno, a partire dal 2012, ci siamo invece evoluti al plico telematico, a prova di hacker.
La tesina sull'enciclopedia (cartacea)
Sì, Internet esisteva. Ma la lentezza che lo contraddistingueva non rendeva facile l’impresa di compilare una tesina con materiale online, come gli studenti fanno oggi. L’antica arte del copia, incolla e rielabora doveva ancora nascere e non restava che trascrivere al Pc (o peggio ancora, su carta) pagine e pagine di enciclopedia, dopo aver allenato i bicipiti a sollevare chili e chili di carta. C’era tuttavia chi, incredibilmente innovativo, aveva acquistato il Cd-Rom dell’Encarta, enciclopedia digitale più famosa all’epoca. Chi lo avrebbe mai detto che bastava aspettare solo un anno, il 2001, per vedere nascere la salvezza di ogni tesina: Wikipedia.
Il Bignami era importante quanto il libro di testo
Oggi i libri si comprano online senza perdere troppo tempo in libreria. Nel 2000, invece, la sosta dal libraio era più che necessaria: l’equipaggiamento scolastico non poteva prescindere dall'acquisto più significativo, i Bignami. Si trattava di libriccini pubblicati dall’omonima casa editrice che sintetizzavano tutto lo scibile del programma in poche pagine. Il simbolo di una generazione, da incorniciare alla parete mentre le nuove leve studiano sugli appunti di Skuola.net, degno erede digitale dei tanto amati riassuntini dell’era analogica.
La ripetizioni dalla bacheca del supermercato
Se andavi male a scuola, dopo la pagella del primo quadrimestre erano quasi una tappa obbligata: le ripetizioni. Solitamente si chiamava l'amico della sorella della cugina del vicino di casa, che aveva la fama di capirne assai sulla materia. O altrettanto spesso, universitari che appendevano annunci sulle bacheche dei supermercati per arrotondare durante gli studi. Oggi le ripetizioni si fanno su Skype grazie a Skuola.net|Ripetizioni, una delle principali piattaforme web specializzate nelle lezioni private, con oltre 30.000 tutor iscritti. Dal passaparola alla lezione online basta un click!
Il telefono di casa del più bravo della classe era un centralino
Oggi tra App agenda, registro elettronico, chat di classe e chat dei genitori, nessuno vive più il grande dilemma degli anni ‘90: “Oddio, che compiti ci sono per domani?” Certo, il diario cartaceo dava una mano, ma bastava un’assenza o un attimo di distrazione e puf… eccoci nel limbo del “non sapevo di doverlo fare proprio per oggi”. Ma c’era un salvagente: il primo della classe, che trascriveva sempre tutto ciò che succedeva. Il pomeriggio, tutti a chiamarlo per scoprire i compiti per il giorno dopo. Non si poteva mica vedere se era online, da quanto tempo e se avesse letto il messaggio con le doppie spunte blu: per essere sicuri di trovarlo, si chiamava al telefono di casa.
O ti connettevi, o chiamavi
Il problema era che però la linea telefonica non era mica quella di ora. Occupare il telefono significava bloccare l’accesso a Internet e viceversa. Quindi o chattavi, o chiamavi. E non dovevi neanche occupare la linea per troppo tempo, o era la guerra punica in famiglia. Per fortuna c’era il telefonino, dal quale partivano quantità inaudite di SMS, tutti a pagamento. In lire, ovviamente, ne servivano circa 200 a messaggio.
Nokia 3310 vs iPhone
Per fare il fico, il fico vero, non serviva l’ultimo iPhone dal colore cromato e le prestazioni di un’astronave. No. Quello che serviva 20 anni fa o giù di lì per essere davvero alla moda era il Nokia 3310, che pesava più dello zaino di scuola ma era tutto quello che ci si aspettava come regalo alla festa di 18 anni (ma qualche fortunato lo aveva già a 16). Se eri un po’ snob preferivi il Motorola StarTac, ma come la mettiamo con Snake? Eh sì, perché Snake era il Pokémon Go dei tempi. Un giochino semplice quanto oggetto di profonda dipendenza.
Sms e squilletti… i social del vecchio millennio
Se adesso gli adulti contestano i giovani di essere social addicted e di farsi troppi selfie, ai tempi del Nokia 3310 protestavano per gli squilletti a tutte le ore (il modo più economico e semplice per dire: “mi piaci”, “ti penso”, “ti voglio bene”, “scendi?”, “che fai oggi?”, “mi chiami?”, “supercalifragilistichespiralidoso”, ecc), i messaggini, e le tanto famose abbreviazioni da sms. Tanto famose che iniziavano a inondare anche i temi di scuola: così professori, genitori e finanche presidi iniziarono una crociata senza tregua contro i vari Xò, Xké, ecc… Altro che i grammar nazi di oggi. E voi che vi chiedevate come mai Skuola.net si scrive con la K.
Per arrivare a fine giornata bastavano 5 mila lire
Meritatissima parentesi dedicata al portafoglio degli studenti. Con circa 5mila lire, che avrebbero dovuto (usiamo coscientemente il condizionale) corrispondere a 2 euro e 50 al momento del passaggio, nel 2000 erano ricchezza senza pari. Con circa mille lire, potevi comprare la pizza bianca a ricreazione. Il biglietto dell’autobus costava 1.500 lire per 90 minuti. Ne bastavano 2 per comprare andata e ritorno per il tragitto scuola-casa. Rimanevano addirittura dei fondi per comprare un fumetto, o per un cornetto prima di entrare a scuola, o ancora per una bibita o un gelato nel pomeriggio con gli amici. Provateci ora con 2 euro e 50.
A 14 anni tutti volevano il 'cinquantino'
Giovani su giovani intorno a file di motorini, dopo la scuola, a raccontarsi ore e ore di fatti propri. Una scena tipica del 2000. Con la pioggia o con il solleone, nel miglior giugno come nel peggior febbraio, di giorno o di sera, si sfidava la strada con il mitico cinquantino, che se eri proprio un tipo popolare, era uno Scarabeo Aprilia. Però andava bene anche il Piaggio Zip o l’Honda SH. Poi, se rientravi nella categoria “truzzo”, anche il Booster MBK. Si poteva guidare a 14 anni: da quel momento eri pronto per il liceo e anche per le interminabili vasche per il quartiere. Eh sì, che mica ti potevi allontanare troppo. Ora? O microcar (le beneamate “macchinette”) o piuttosto l'autobus.
Guidare all’avventura vs Google Maps
Che poi Internet ha anche un po’ tolto alle nuove generazioni quel senso del brivido di 20 anni fa. Mica c’era Google Maps, che indica anche quanti pedoni passano al semaforo. Per trovare la via giusta, dovevi portarti dietro lo stradario e inquadrare la giusta coordinata alla giusta pagina: come arrivare da B4 di pagina 5 ad A7 di pagina 23? Spaventoso, eh? Beh, nel 2000 ci si riusciva con un occhio chiuso. No, non è vero. Ci si perdeva e partiva la litigata a chi doveva chiedere al passante: “Scusi, mi sa dire dove si trova…”. E forse farcela al settimo/ottavo tentativo.
Si sognava la Tv
Oggi tutti vorrebbero essere youtuber e influencer. Ma all’epoca di Internet a 56kb, quello del classico fracasso da modem analogico, si sognava ancora la Tv. Dal tronista alla velina, passando per i vj di MTV che ogni pomeriggio facevano compagnia con l’indimenticabile TRL: queste le figure che si volevano imitare. E chissà che un giorno si potesse diventare showmen e showgirls. Nei primi anni novanta nasceva anche la laurea in Scienze della comunicazione, tanto piaceva la Tv. E attenzione, che qualcosa si muoveva per chi sognava la celebrità sul piccolo schermo: nel 2000 infatti sbarca il Grande Fratello in Italia, primo dei (tanti) reality show di oggi.
Le notizie te le passava il Tg
Non c'erano mica le news in tempo reale da scrollare sulla bacheca di Facebook o da sbirciare sulle varie testate online. O aspettavi l'edizione del Tg, o compravi il giornale. Ma chi lo faceva a 16 anni? Pochi. Così scoprivi dello sciopero nazionale davanti ai cancelli chiusi di scuola. E se eri in ansia sull’ultima circolare sull’esame di Stato, o sui nomi dei commissari esterni, attendevi che il personale ATA la portasse tra le classi. In caso contrario, partiva la delegazione di rappresentanti di classe in segreteria. Oggi rimaniamo aggiornati con i live sui canali del Miur Social o, se il ministro è giovanile, anche dalla pagina personale.
Spotify e Netflix is the new Cd masterizzato e Dvd a noleggio
Lo streaming, che fantastica invenzione! La condivisione ha portato i giovani a poter usufruire quando vogliono di ciò che amano di più: musica e cinema. Nel 2000 era tutto più difficile, ma aveva un lato poetico. La musica si sentiva su Cd - preistoria - attraverso lettori appositi, e si prestavano gli album dei cantanti preferiti anche per riprodurli (ovviamente per fruizione privata) con i fantastici “masterizzatori”: ogni ragazzo sapeva usarne uno. Per le serate cinema con i compagni, invece, tappa fissa ai servizi di noleggio di Dvd: da quello di quartiere al gigantesco Blockbuster. Quante storie di amicizia e amore tra quegli scaffali...
Il monopolio degli appunti lo aveva la copisteria
E poi arrivava il momento della fine della scuola. Notte prima degli esami, esame di maturità, diploma, e via verso il mondo universitario che accoglieva gli studenti del 2000 con il “nuovo” famigerato “3+2” che tante sofferenze ha creato a intere generazioni . La prima cosa che imparavi all’università è che la copisteria sarebbe stata la tua migliore amica. Lì avresti trovato tutto ciò che il magico mondo dei frequentanti nascondeva con cura: dispense, appunti, esercizi e materiali esclusivi a loro soli dedicati, che avrebbero diminuito del 50% lo sforzo per superare l’esame. L’alternativa era rubare tutta questa roba al compagno di corso, che non si sa perché non voleva mai prestartela. Forse perché sapeva che non l’avrebbe mai più riavuta indietro. Poi il monopolio si è incrinato grazie al digitale: sono nate infatti le piattaforme dove studenti si scambiano gli appunti presi a lezione nel modo più semplice. Un esempio? Skuola.net|Store, il primo marketplace pensato per lo scambio di appunti universitari fra gli studenti stessi che permette la compravendita di appunti e riassunti di qualità.