Tra i 5 vincitori della categoria “Senior” ci sono ben due campionesse: Alessandra Mandaglio e Chiara Luppino, 16 anni e tanti sogni da realizzare. Ecco come hanno costruito il loro successo e dove vogliono arrivare
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Hanno appena 16 anni Alessandra Mandaglio e Chiara Luppino, le due ragazze che hanno trionfato alle ultime Olimpiadi di Astronomia, competizione studentesca organizzata dal Ministero dell’Istruzione. Un motivo d’orgoglio per il loro liceo, il Leonardo Da Vinci di Reggio Calabria. Proprio così, perché le due frequentano la stessa scuola: la prima è in quarta superiore, la seconda in terza. E si sono ritrovate assieme anche a condividere il podio dei 5 migliori studenti della categoria “Senior” della gara, andata in scena lo scorso 28 aprile all’Università di Perugia. Per Chiara, si tratta addirittura della quarta volta che riesce a ottenere il titolo.
Due ragazze giovanissime ma già molto determinate e con una passione in comune, oltre alla musica - Chiara suona il pianoforte e frequenta il conservatorio, Alessandra è addirittura polistrumentista - ossia quella per le materie scientifiche. Le tanto decantate STEM che però, a oggi, faticano ad attirare le studentesse. Ma che invece, per Alessandra e Chiara rappresentano, il futuro oltre che il presente, come hanno raccontato al portale Skuola.net. “Studierò medicina all'università e magari approfondirò l'ambito psichiatrico o neurologico”, afferma Alessandra. “Dopo il liceo voglio studiare fisica e poi mi piacerebbe lavorare nel campo della ricerca per contribuire al progresso scientifico”, dice Chiara.
Ragazze e studi scientifici, un binomio da potenziare
Ma il loro pallino per l’astronomia viene da lontano. Alessandra confessa infatti che sin da piccola passava “le sere d’estate a osservare le stelle”. L’astronomia le piace “perché è una disciplina di cui ancora si conosce poco, e mi colpisce l'immensità dell'universo”. Un amore che porta avanti anche prendendo come riferimento modelli di donne che della scienza hanno fatto la propria ragione di vita, nonostante le difficoltà: “Purtroppo credo che ancora ci siano molti pregiudizi e che manchino degli stimoli che possano indirizzare le ragazze a cimentarsi negli studi scientifici - dice Alessandra - E infatti sono dell'idea che, se venissero maggiormente valorizzate le loro potenzialità, le donne potrebbero eccellere anche in ambito scientifico e raggiungere dei ruoli che a oggi sono quasi esclusivamente ricoperti degli uomini. In ogni caso esempi di donne fantastiche anche in ambito astrofisico non mancano. Un esempio è Margherita Hack”.
Perché, non è un mistero, le ragazze che scelgono per sé stesse la strada della scienza sono ancora troppo poche. Ma, almeno per quanto riguarda le Olimpiadi di Astronomia, secondo Chiara siamo davanti a un’isola felice: “Questa disparità tra ragazzi e ragazze per quanto riguarda le Olimpiadi di Astronomia non sempre si è notata, anzi l'anno scorso su dieci vincitori per le categorie Junior e Senior per le scuole secondarie di secondo grado le ragazze erano sette. Quindi anche in numero maggiore rispetto ai ragazzi”.
Chiara, inoltre, è ottimista anche per quanto riguarda l’avvicinamento in generale delle giovani alle STEM: “Spero che tra qualche anno non ci sia più questa differenza perché comunque sta andando sempre a crescere il numero di donne che si occupano di scienze”.
Scuola e professori appassionati possono aiutare a emergere
Le storie di Alessandra e Chiara dimostrano, quindi, che le ragazze di scienza eccellenti ci sono e sono tante. E che la scuola ha il merito di farle emergere, come è capitato alle due piccole esperte di astronomia: “Di certo per affrontare le Olimpiadi di Astronomia è necessario avere una solida conoscenza in matematica e fisica quindi in questo senso la scuola ha avuto un ruolo fondamentale”, racconta Alessandra. Per Chiara, una grande importanza ha avuto la preparazione che hanno saputo darle i suoi insegnanti di matematica e scienze, ma è stato fondamentale l’incontro con la professoressa Angela Misiano, responsabile del Planetarium Pythagoras Città Metropolitana di Reggio Calabria: “In terza media la preside ci ha proposto di iscriverci alle Olimpiadi di Astronomia. Ho deciso di provare perché mi sembrava interessante e, una volta superata la fase di preselezione, mi sono qualificata per una gara interregionale. Così ho scoperto un corso che si teneva al Planetarium Pythagoras di Reggio Calabria. Qui la professoressa Misiano ha contribuito a far nascere la mia passione per l’astronomia; anzi, mi ha trasmesso la sua grande passione. Devo sicuramente anche a lei il fatto che sono riuscita a vincere la finale delle Olimpiadi italiane di Astronomia quattro volte”.
Di certo, per riuscire a essere i migliori e vincere una competizione nazionale in ambito scientifico, è importante il supporto della famiglia, che alle due ragazze non manca. “Per quanto mi riguarda - confessa Alessandra - è stato molto importante il supporto che mi hanno dato la mia famiglia e i miei amici, che hanno creduto in me e mi hanno incoraggiato in ogni occasione”. Le fa eco Chiara: “I miei amici mi hanno sempre supportata e incoraggiata, ma soprattutto i miei genitori hanno sempre creduto in me e penso siano molto orgogliosi dei miei risultati”.
Le donne non sono solo mamme: tutte con AstroSamantha
Insomma, oltre alla dedizione di alcuni insegnanti, anche le amicizie e gli affetti familiari hanno contribuito a far nascere due stelle. Che anche sul piano della conciliazione tra vita privata e realizzazione lavorativa hanno le idee chiare. Esempio ne è il parere che hanno sul caso mediatico che ha girato intorno Samantha Cristoforetti e alla sua partenza per la Stazione Spaziale Internazionale, che per qualcuno ha significato anche “lasciare” i figli al loro padre: “Penso che avere una famiglia non deve essere visto come un ostacolo per la propria realizzazione personale in ambito lavorativo - commenta Alessandra - per me la risposta di Samantha Cristoforetti è stata esemplare”. “Credo - aggiunge - che se la situazione si fosse posta a ruoli invertiti, come spesso è accaduto, non ci sarebbe stata tutta questa polemica”. “Penso che le donne abbiano il diritto di perseguire i propri sogni”, concorda Chiara, “Samantha Cristoforetti è un esempio da seguire perché nonostante le difficoltà è riuscita a raggiungere i suoi obiettivi”.
Se incontrassi un alieno…
E alzando gli occhi alle stelle per studiarle e osservarle, e magari per fare un saluto ad AstroSamantha, una domanda probabilmente gli sarà sorta spontanea: siamo soli nell’universo? In effetti, le due ragazze se lo sono chiesto ed entrambe sono arrivate a una sola possibile conclusione: devono per forza esserci altre forme di vita nell’immensità dello spazio. Immaginare un possibile incontro con una di loro non può che stimolare la curiosità. Cosa succederebbe se avessero la possibilità di parlare con un alieno? “Se dovessi incontrare un alieno e avessi la possibilità e la capacità di comunicare con lui mi piacerebbe confrontarmi riguardo le nostre conoscenze riguardo l'universo”, afferma Chiara.
Alessandra, invece, si farebbe ambasciatrice del nostro mondo, dando un messaggio di speranza anche rispetto a ciò che stiamo vivendo in questo momento: “Superata la paura iniziale, gli parlerei della nostra terra, che è meravigliosa per la ricchezza e la varietà di colori e di esseri viventi che la natura offre. Per quanto riguarda le persone, anche se c'è una minoranza di individui che non dà onore al genere umano, ce ne sono molti altri dotati di sensibilità, che si impegnano affinché il mondo diventi un posto sempre migliore”.