Il crollo in Sardegna è solo l’ultimo episodio: i numeri dell'ultimo rapporto di Cittadinanzattiva tra il 2020 e il 2021 riferiscono di un incidente tra le mura scolastiche ogni 4 giorni
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Un nuova tragedia sfiorata: il crollo dell’edificio che ospitava l’aula magna dell’Università di Cagliari, ma anche alcune aule e laboratori frequentati da studenti per tutto il giorno, è solo l’ennesima certificazione che gli immobili italiani adibiti alla didattica non sono sicuri come dovrebbero. Il caso ha voluto che la struttura cedesse a sera inoltrata. Fosse successo un paio di ore prima la probabilità che qualcuno restasse ferito (se non peggio) sarebbe stata altissima. Come riporta l’annuale osservatorio nazionale sulla sicurezza delle scuole, prodotto da Cittadinanzattiva, nel periodo settembre 2021-luglio 2022 sono stati ben 45 i casi di crolli registrati nelle scuole italiane. In pratica, se analizziamo solo il periodo delle lezioni, un episodio ogni 4 giorni.
I continui crolli mettono a rischio la sicurezza degli studenti
Un problema che, peraltro, riguarda tutti in egual misura e non solo alcune aree geografiche. Di questi 45 crolli, infatti, ben 19 sono avvenuti nelle regioni del Nord (Lombardia, Piemonte, Liguria, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna). Al Sud e nelle Isole se ne sono verificati 16 (in Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna). Al Centro “solo” 10 (concentrati in Toscana e nel Lazio). Ovviamente, sono casi passati quasi in sordina perché avvenuti soprattutto di notte o nei fine settimana e, comunque, senza conseguenze per le persone. Ma ribadiscono che non ci è “scappato” il morto per una paura fatalità. Una sensazione di precarietà confermata anche dagli stessi studenti. Secondo un recente sondaggio effettuato da Skuola.net - su 5.000 studenti di scuole medie e superiori - il 30% teme che da un momento all’altro possa succedere qualcosa.
Molto poco, dunque, è stato fatto per migliorare la situazione. Ogni anno i numeri sono simili al precedente. Nonostante l’opinione pubblica abbia più volte sollecitato la questione. Specialmente da un quindicennio a questa parte, più precisamente da quel 22 novembre 2008 - data spartiacque quando si parla di questo argomento, diventata poi Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole - quando il crollo di un controsoffitto di un liceo di Rivoli (vicino Torino) causò la morte del 17enne Vito Scafidi e il ferimento di una ventina di suoi compagni, alcuni in modo grave.
Edilizia scolastica: spesso manca la documentazione
Ma, anche volendo, non è così facile intervenire. Per almeno due ragioni. La prima è che molti edifici che ospitano i nostri alunni, sono come dei fantasmi: sempre secondo Cittadinanzattiva, di circa un quarto (26%) delle oltre 40mila strutture scolastiche d’Italia non si conosce l’età di costruzione; il che permetterebbe di valutare la maggiore o minore urgenza di una revisione. La seconda è che quasi la metà delle scuole (42%) è stata costruita prima del 1976; impossibile non che non abbiano bisogno di una profonda manutenzione. Non solo, è molto elevato pure il numero degli edifici scolastici non in possesso del certificato di agibilità (58%) né di quello per la prevenzione incendi (55%). Così come il 41% è privo del collaudo di staticità.
Non solo scuola: anche l’Università è pericolante
L’elemento di novità dell’episodio di Cagliari, semmai, è che stavolta un crollo potenzialmente letale si è verificato in un ateneo. Aprendo un nuovo, preoccupante, fronte di riflessione sul tema “studenti e sicurezza”. Visto che, a memoria, è la prima volta - eventi sismici a parte - che una struttura universitaria viene giù, peraltro in modo fragoroso. La speranza è che rimanga un caso isolato e che, tra qualche anno, non saremo costretti ad aggiornare le statistiche con i numeri che provengono dal mondo dell’università.