Se circa un quinto dei giovani si definisce “sempre connesso”, ben 6 su 10 sono online dalle 5 alle 10 ore al giorno. È allarme per i rischi: il 59% dice di aver visto crescere gli episodi di cyberbullismo
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Tutti online, costantemente: il 2020, complici la pandemia e le regole di distanziamento sociale, è stato l'anno in cui la nostra dimensione digitale probabilmente ha preso il sopravvento su quella analogica . Ciò vale soprattutto per gli adolescenti, di fatto bloccati in casa per la maggior parte delle loro giornate da quasi un anno. A confermarlo una ricerca condotta da Generazioni Connesse - il Safer Internet Center Italiano, coordinato dal ministero dell'Istruzione - curata da Skuola.net, Università degli Studi di Firenze e Sapienza Università di Roma - CIRMPA - in occasione del Safer Internet Day 2021.
A rispondere 5386 studenti di scuole secondarie di primo e secondo grado. Attualmente, infatti, circa 6 giovani su 10 dicono di essere connessi mediamente tra le 5 e le 10 ore al giorno, quasi 1 su 5 di essere “sempre connesso”; numeri più che raddoppiati rispetto a una rilevazione simile effettuata subito prima dello scoppio della pandemia, quando “solo” 1 su 3 affermava di passare online almeno 5 ore al dì.
Cyberbullismo in aumento
Ormai più nessuno può permettersi il lusso di rimanere offline. Così, se fino a dodici mesi fa una piccola quota (4%) dichiarava di essere raramente (o addirittura mai) connesso, oggi i “disconnessi” sono praticamente scomparsi (1%). Con tutti i rischi e gli effetti collaterali – sociali e psico-fisici - del caso. A partire dall'esplosione, quantomeno percepita, dei pericoli che la Rete aiuta ad amplificare. Su tutti il cyberbullismo: per il 59%, infatti, negli ultimi mesi c’è stata una crescita degli episodi di 'bullismo digitale'. Per fortuna, di contro, l'isolamento in casa ha contribuito a una tendenziale diminuzione del bullismo 'classico': i casi, per il 43%, dall'inizio della pandemia sono calati. Ma il segnale è chiaro: non bisogna abbassare la guardia nel contrasto a questi fenomeni.
Infastiditi dalla violenza online
In ogni caso, tra i giovani adolescenti cominciano a fare effetto le campagne sull’uso consapevole della Rete: nonostante la sovraesposizione online, 4 ragazzi su 10 hanno visto rimanere stabili o addirittura più rari i casi di cyberbullismo; non sono pochi. La percezione dei rischi sale: ad esempio, 9 su 10 si dicono infastiditi quando, navigando, si imbattono in episodi di cyberbullismo. Non bisogna, però, abbassare la guardia perché l’educazione digitale aiuta studenti, insegnanti e genitori a prevenire o ad affrontare le situazioni più complesse.
Tra coetanei ci si aiuta
Infatti l'educazione a un uso corretto delle tecnologie pare stia portando sempre più giovani ad attivarsi concretamente per aiutare chi si trova invece in difficoltà: l'85% degli intervistati dice di aver dato a un proprio coetaneo almeno una volta - durante la pandemia – uno o più consigli sull'uso corretto del web. Le raccomandazioni più gettonate? Non condividere dati sensibili, fare attenzione alle persone conosciute online, segnalare contenuti inappropriati, non diffondere foto e video personali e di altri.
Social(mente) impegnati
Ma attraverso la rete e la condivisione dei contenuti è cresciuto anche l’impegno sociale di studentesse e studenti nei confronti di temi rilevanti come il Climate Change e il Global Warming o, ancora, il movimento Black Lives Matters. Infatti, il 53% dei partecipanti dichiara di aver usato i social per impegnarsi a sostenere queste cause.