DIRITTO ALLO STUDIO

Alloggi universitari, 100mila posti letto entro il 2026: la sfida del MUR per raddoppiare la capienza degli studentati

Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha previsto di mettere a disposizione 60 mila nuovi “letti” entro il 2026 in favore degli studenti universitari

26 Nov 2024 - 13:48
 © Istockphoto

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Raddoppiare i posti letto disponibili per gli studenti fuorisede entro il 2026: è questa la missione (quasi) impossibile che attende il Ministero dell’Università e della Ricerca, assieme a università ed enti locali. A lanciarla è lo stesso MUR attraverso i suoi atti amministrativi: il decreto 481 dello scorso febbraio ha messo sul piatto i fondi per concorrere "al conseguimento del target PNRR M4C1-30 in scadenza al 30 giugno 2026, che prevede la creazione di 60.000 posti letto aggiuntivi".

Cresce il numero degli alloggi, ma sono ancora troppo pochi

In ogni caso, sembrano ancora pochi rispetto alla mole degli studenti universitari a cui ci si rivolge: circa 400 mila giovani, contando solamente coloro che risiedono fuori dalla regione in cui frequentano l'università. Tuttavia, qualche barlume di ottimismo c’è. Perché è come se si trattasse di iniziare a correre i cento metri quando negli anni precedenti si praticava la maratona di quartiere. Al 1° novembre 2023, infatti, i posti letto ufficialmente censiti dal MUR erano circa 50.000: 43.864 “regionali” e 5.420 “di ateneo”. In forte aumento rispetto al recente passato.

A questo lotto si aggiunge poi un contingente 5.658 posti nei Collegi di merito e Collegi statali, arrivando a un complessivo di 54.942 posti alloggio. Lo si legge nero su bianco nel rapporto sul “Diritto allo Studio Universitario”, pubblicato dal MUR a luglio 2024 e analizzato dal portale Skuola.net.

Negli ultimi due anni - dopo che nel periodo immediatamente successivo alla pandemia si era assistito a un forte ridimensionamento delle soluzioni abitative, dovuto principalmente alla necessità di assegnare stanze doppie per uso singolo - si è registrata una crescita di oltre 4.000 posti, circa 3.800 individuati dagli enti locali e poco meno di 350 dagli atenei.

Salto in avanti per gli studentati gestiti direttamente dagli atenei

Proprio quest’ultima tipologia è quella che ha visto il miglioramento più sensibile. Basti pensare che cinque anni fa ci si aggirava attorno ai 4.500 posti e oggi, come detto, si sfiorano i 5.500 letti. 

L’upgrade, dunque, è stato di oltre il 20%. I posti a carico delle Regioni, invece, nello stesso arco temporale si sono mantenuti stabili: ricordando sempre la flessione del triennio 2020-2022, si è passati dai 43 mila posti del 2019 ai quasi 44 mila registrati dall’ultima rilevazione, un +2%.

Va comunque sottolineato - cosa che opportunamente fa il focus ministeriale - che i dati vanno tradotti come una proiezione indicativa, risultando spesso molto complesso conteggiare accuratamente il numero effettivo di alloggi, poiché la loro disponibilità dipende in misura consistente da diversi elementi, come ad esempio la manutenzione delle residenze e le variazioni nelle convenzioni.

I "letti" vanno quasi tutti ai borsisti fuori sede

A ogni modo, però, come vengono distribuiti i posti letto? I principali destinatari sono studenti fuori sede beneficiari di borsa di studio e gli idonei non beneficiari (anche se questi, ormai, sono praticamente in via d’estinzione): quasi 35 mila “letti” - circa i tre quarti del totale - sono per loro.

Ad altre tipologie di iscritti nei vari atenei o a quelli in mobilità internazionale (ad esempio coinvolti in programmi Erasmus) ne vanno decisamente meno, rispettivamente poco più di 10 mila e circa 1.700. Il resto è momentaneamente adibito a uso foresteria o non è attualmente agibile.

Mense universitarie: aumentano le strutture, scende la capienza

A completare il quadro degli strumenti su cui prevalentemente si poggia il peso delle misure per il DSU meritano una sguardo veloce anche i servizi di ristorazione, le mense. Pure qui il quadro fa ben sperare: tra il 2019 e il 2023 si è passati - sempre tra gestione regionale o diretta degli atenei - da 267 a 378 strutture (+42%).

Leggermente calato, invece, il numero medio dei “coperti” per mensa: limitando l’osservazione a quelle allestite dalle Regioni - che sono la quasi totalità delle strutture - oltre il 95% - negli ultimi cinque anni si è scesi da 183 a 125 posti (-32%).

Di nuovo, però, si segnala come si stia parlando di un’analisi di massima, essendo molto complesso conteggiare accuratamente il numero delle mense e il relativo numero di posti disponibili, stante il loro utilizzo flessibile, dovuto alla presenza dei punti di ristorazione convenzionati, che possono far lievitare, anche sostanzialmente, i numeri.

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