Dopo il piano per Mezzogiorno il Ministero dell’Istruzione e del Merito vara un programma da 220 milioni di euro per supportare le realtà più difficili delle regioni del Centro-Nord del nostro Paese
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Orientamento, didattica innovativa e laboratoriale. Formazione specifica per gli insegnanti a cura di INDIRE e INVALSI, apertura al territorio e coinvolgimento delle famiglie, promozione del tempo pieno grazie ad una maggiore disponibilità di docenti. Sono alcune delle assi principali di “Agenda Nord”, il piano di interventi che, con uno stanziamento complessivo di 220 milioni di euro, mira a contrastare la dispersione scolastica e il divario formativo nelle aree più difficili delle regioni italiane del Settentrione e delle periferie delle grandi città, come Milano, Torino, Genova e Bologna.
Agenda Nord: come verranno investiti i fondi?
Specialmente nei quartieri in cui la situazione è più critica. L’iniziativa segue di un anno la presentazione e l’attuazione di “Agenda Sud”, programma analogo che si rivolgeva alle aree più complicate del Sud Italia. Come evidenzia il portale Skuola.net i 220 milioni stanziati per “Agenda Nord” coinvolgono circa 3mila scuole, dal Lazio in su. La parte più consistente del finanziamento (165,7 milioni) va a supporto di 2.919 istituti primari, a cui verrà corrisposto un importo che va da 24.000 euro fino ad oltre 80.000 euro per le scuole più fragili. Questi fondi serviranno per contrastare la dispersione scolastica e ridurre i divari negli apprendimenti, potenziare le competenze di base e quelle trasversali, retribuire il personale scolastico per le ore aggiuntive nelle quali è impegnato nell’attuazione di progetti didattici, realizzare attività laboratoriali (per esempio, sport, teatro, musica, educazione alla cittadinanza), anche in orario extra scolastico.
Altri 34,3 milioni saranno destinati a 245 scuole che hanno bisogno di interventi più consistenti: saranno individuate direttamente da Invalsi e riceveranno non solo più fondi - 140.000 euro - ma anche ulteriori misure di accompagnamento e supporto costante da parte del MIM, tramite INDIRE e INVALSI. Infine, 20 milioni serviranno per finanziare progetti pilota nelle zone più fragili, individuate con il supporto di INVALSI. In questi progetti, le scuole potranno attivare azioni di sostegno socio-educativo e psicologico, percorsi formativi personalizzati, orientamento e accompagnamento.
Ministro Valditara: “Superare i divari e riunire il Paese”
“Vi sono realtà che, pur trovandosi nella stessa area geografica o addirittura nella stessa città, scontano differenze legate alla marginalità del contesto sociale in cui si trovano. Dal prossimo settembre”, dichiara Valditara, “interveniamo con un piano in dieci azioni. Metteremo in campo attività di supporto alla formazione dei docenti e alla progettazione della didattica, favorendo anche lo sviluppo di progetti teatrali e sportivi che motivino i ragazzi, per una scuola che sia sempre aperta e più vicina a tutti. Per i docenti impegnati in attività extrascolastiche vi saranno compensi aggiuntivi. Se la scuola deve mettere al centro la persona”, prosegue Valditara, “dobbiamo sviluppare una politica che metta tutti i giovani in condizione di avere pari opportunità formative, a prescindere dal luogo in cui sono nati. Agenda Nord è parte essenziale di questo grande progetto per superare i divari e riunire il Paese”.
“Ritengo profondamente immorale che l’Italia sia spaccata in due e che giovani di certe aree non abbiano le stesse opportunità formative e lavorative di chi vive in aree più fortunate”, ha proseguito il Ministro Valditara. “È inaccettabile che ci siano scuole con esiti formativi così diversi solo per la collocazione geografica o l’estrazione sociale degli alunni”.
Dispersione scolastica a seconda del contesto economico-sociale
Riguardo alla dispersione scolastica nelle periferie delle grandi città del Nord, durante l’evento il presidente dell’INVALSI Roberto Ricci ha evidenziato come emergano differenze sostanziali tra gli alunni, per quanto riguarda il rendimento, a seconda del contesto economico-sociale di appartenenza. Analizzando infatti i dati sulla dispersione scolastica implicita - quella, cioè, non dovuta all’abbandono degli studi ma alla fragilità delle competenze - di città come Milano o Torino, questa si manifesta infatti maggiormente nei grandi centri rispetto alla media regionale, e si aggrava nelle periferie.