1676 candidati per i 350 posti di Biologia. Ma arrivano le domande di psicologia
© LaPresse
Non basta iscriversi all’università con la consapevolezza che poi, nonostante studio e passione, sarà forse estremamente difficile trovare lavoro; non basta il tour de force estivo tra formule chimiche ed esercizi di matematica; e non basta, infine, la prospettiva dei sacrifici che molte famiglie dovranno affrontare per garantire un’istruzione di qualità ai propri figli. A mettere i bastoni fra le ruote agli aspiranti studenti ci si mette anche l’università stessa.
Ieri, all’Università La Sapienza di Roma, durante i test di ammissione al corso di Scienze Biologiche, i 1676 candidati (a fronte di 350 posti disponibili) si sono visti consegnare fogli contenenti i quiz di ammissione al corso di Psicologia. Inizialmente, i “ragionamenti logico-verbali”, che non avevano nulla a che vedere con il corso di studi scelto, hanno creato smarrimento (e panico) tra i candidati. Poi alcuni hanno intuito che qualcosa non andava e si sono rivolti ai commissari d’esame i quali, dopo una veloce verifica, hanno capito di aver consegnato i plichi sbagliati.
“Si è trattato di un disguido di qualche minuto”, ha prontamente comunicato il Rettorato della Sapienza, “può capitare, dato che in questi giorni abbiamo oltre 400 aule impegnate con le prove d’accesso. In ogni caso per i ragazzi del corso di scienze biologiche i minuti persi sono stati recuperati e nessuno è stato penalizzato”. Ma le reazioni degli studenti non sono state altrettanto serafiche, e l’Udu, il sindacato universitario vicino alla Cigl, sta valutando la possibilità di un ricorso collettivo. “Potremmo chiedere l’annullamento del test d’ingresso”, ha dichiarato Lorenzo Pisoni, responsabile romano del sindacato.
Ma forse è andata peggio ai 1312 studenti che, a Parma, hanno tentato i quiz d’ingresso per le Professioni sanitarie. La prova d’ammissione è stata infatti revocata dalla Commissione d’esame, d’intesa con il Consorzio universitario Cineca, in seguito al riscontro di errori nelle domande dei quiz. Mentre si attende il decreto ministeriale ad hoc, necessario per fissare una nuova data d’esame, si alza il polverone di polemiche. “Quello che è successo è gravissimo, è un’offesa alle centinaia di studenti che erano lì e che hanno pagato non solo per sostenere il test ma anche per recarsi a Parma, dato che molti ragazzi provengono da altre città”, ha dichiarato Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell’Udu. Il sindacato ha annunciato che richiederà un risarcimento per le spese sostenute dagli studenti. “Poi ricorreremo al Tar per le gravissime irregolarità riscontrate durante le prove”, ha aggiunto Orezzi.