All'estero funzionano bene, in Italia potrebbe esplodere "la moda". Cosa succederebbe se le scuole fossero separate in base al sesso?
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Scuole solo per ragazzi e scuole solo per ragazze. In molti Paesi, Inghilterra e Stati Uniti in primis, il sistema funziona molto bene, e da diverso tempo. Si chiamano scuole omogenee e molto spesso anche gli insegnanti sono dello stesso sesso dei rispettivi alunni. No, non stiamo parlando di secoli passati, ma di una realtà ancora molto diffusa e di recente riscoperta in Europa e, soprattutto, in America. E che funziona così bene da discutere di una sua re-introduzione anche da noi, in Italia.
LE SCUOLE SINGLE SEX Le scuole "single sex" sono particolarmente frequentate in Gran Bretagna e in America. In tutto il mondo, tra pubbliche e private, sono circa 210mila, con oltre 40 milioni di studenti. Sono considerate, nella maggior parte dei Paesi, istituti avanzati di grande qualità che sfornano giovani altamente preparati e super competitivi rispetto ai coetanei provenienti dalle scuole miste. Tra gli istituti britannici privati, quelli single sex si collocano ai primi 21 posti della classifica delle 25 migliori scuole.
L’ESEMPIO ITALIANO In realtà nemmeno nel nostro Paese sono una novità. In Italia si contano in tutto 14 istituti di questo tipo distribuiti tra 7 città, tra cui Milano e Palermo. Uno degli insegnanti impegnati dal 1984 in una di queste scuole, Carlo Finulli, spiega che le possibilità delle ragazze, più ordinate e capaci di mantenere per un lungo arco temporale la concentrazione, sono diverse da quelle dei ragazzi, tendenzialmente bisognosi di pause e di maggiore competitività: “I dati dimostrano che nelle classi miste le femmine non danno il massimo perché si adeguano al ritmo dei maschi”.
ANCHE L’ARREDAMENTO CAMBIA Anche l’arredamento rispecchia l’anima delle scuole. Corridoi colorati per esempio alla Monforte, l’istituto femminile, grigi e bianchi all’Argonne, la gemella frequentata dai coetanei dell’altro sesso. In queste scuole non ci sono bidelli e sono gli stessi ragazzi a svolgere, secondo un intento chiaro di responsabilizzazione, i compiti di segreteria. La filosofia ispiratrice di tali scuole sembra, d’altra parte, offrire ottimi risultati: il liceo Manforte, infatti, e il primo a Milano e al diciannovesimo posto nella classifica della Regione Lombardia.
I PUNTI DI FORZA Insomma, le scuole omogenee garantirebbero una preparazione migliore ai propri alunni proprio in quanto divise per genere. Infatti i sostenitori di tale tipologia di istruzione sostengono che le donne abbiano un metodo di studio e dei tempi di apprendimento diversi rispetto ai coetanei dell’altro sesso. Per questo la separazione diventa un’agevolazione per entrambi, consentendo di pianificare il percorso didattico sulla base delle esigenze specifiche di ciascun sesso. Gli argomenti e i programmi sono i medesimi. “Frequentare una scuola single sex porta al raggiungimento di risultati significativamente migliori”: questa la conclusione di un recente studio dell’Università della Pennsylvania.
PARERI DISCORDANTI Eppure non sono proprio tutti d’accordo con questa conclusione. Infatti, tra i nemici del sistema separato figurano tutti coloro che vedono nella divisione l’origine delle problematiche esistenti nelle relazioni umane, il seme della discordia tra maschi, forti, e femmine, vittime. A dirlo è la psichiatra Federica Mormando che sostiene che “dividendo non si fa che aumentare l’incisività di vecchi stereotipi”. Ma se da un lato per molti le scuole single sex rappresentano un salto all’indietro - le classi tutte al maschile o al femminile risalgono nel nostro Paese alla fine degli anni Cinquanta - per altri, quella della divisione tra sessi resta l’arma vincente in prospettiva di una formazione migliore e più equa tra maschi e femmine. Dal sistema misto uscirebbero, infatti, perdenti soprattutto gli uomini, e d’altro canto penalizzate anche le donne in quanto parzialmente rallentate ed ostacolate dai tempi più distesi dei coetanei maschietti.