contestazione online

Non c’è più tempo: la protesta degli studenti è social

Studenti universitari e delle scuole superiori oggi in piazza contro la politica di austerity, la Service Tax e per un ritorno ai livelli di finanziamento pre Gelmini. Twitter diventa un’altra piazza dove amplificare la protesta e in cui interviene anche il ministro.

11 Ott 2013 - 17:28

Non c’è più tempo, riprendiamoci tutto. Con questo slogan migliaia di studenti oggi sono scesi in diverse piazze italiane per rivendicare i loro diritti. Edilizia scolastica, Service Tax, politica di austerity, diritto allo studio e trasporto pubblico insufficiente sono tra le motivazioni principali che hanno spinto i ragazzi a saltare un giorno di scuola o università per andare a manifestare insieme a tanti loro coetanei. Come da un po’ di tempo a questa parte, Twitter è stato uno dei grandi protagonisti della giornata grazie al quale i ragazzi hanno potuto raccontare ciò che hanno vissuto a colpi di hashtag. #11ott e #siscrivescuolasileggefuturo quelli che hanno permesso a Skuola.net di ripercorrere i momenti principali non solo della giornata di Roma, che ha vissuto dall’interno scendendo per le strade, ma anche quella delle altre città italiane.

ROMA, PROTESTO PERCHE' Gli studenti romani che si sono dati appuntamento questa mattina a Piazza della Repubblica non erano tantissimi, ma tutti convinti di poter cambiare quello che non va. Tante le proposte e le richieste avanzate, tra cui un’”inversione di tendenza delle politiche scolastiche degli ultimi anni – come ha affermato uno studente di Link, coordinamento universitario – C’è bisogno di tornare ai livelli di finanziamento pre Gelmini. Vogliamo una legge quadro sul diritto allo studio e ribadiamo il nostro no alla Service Tax”. Tra i ragazzi non mancano coloro che guardano più lontano, proprio come un giovane della Rete degli studenti medi: “Le risorse stanziate dal Decreto scuola sono insufficienti. Bisogna cambiare la scuola per cambiare il modello di sviluppo”.

IN PIAZZA PER SALTARE LA SCUOLA? Non tutti sono convinti delle buone intenzioni dei ragazzi e non mancano coloro che pensano che in molti siano scesi in piazza solo per saltare un giorno di scuola. Ma quando l’inviata di Skuola.net lo fa presente agli studenti, loro rispondono pronti: “Chi voleva saltare scuola è rimasto a casa. Qui ci sono solo persone a cui importa”. La protesta per le strade romane è continuata in maniera pacifica fino all’Università La Sapienza, dove il corteo si è sciolto.

SCONTRI A MILANO: IL MINISTRO PLACA GLI ANIMI SU TWITTER Non si può dire la stessa cosa della protesta milanese. Infatti, nel capoluogo lombardo gli studenti si sono agitati in maniera particolare quando, con l’intento di raggiungere la Provincia, sono stati bloccati dalla polizia. Ma il loro tentativo di sfondare la zona rossa è stato vano ed ha causato solo qualche piccolo tafferuglio che si è risolto poco dopo. L’episodio ha destato la preoccupazione del Ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, che ha cinguettato su Twitter: “Faccio appello agli studenti perché manifestino pacificamente a Milano e nelle altre città, li ascolteremo di più”.

L’EVOLUZIONE DEL CORTEO: DIVENTA ASSEMBLEA IN MOLTE CITTÀ Le proteste sono state più tranquille nelle altre città italiane. A Torino, Bari, Foggia, Padova, Vicenza e Catania, i ragazzi si sono fatti sentire nelle piazze reali, tanto quanto in quelle digitali. Su Twitter i cinguettii hanno dato vita ad una cronaca in tempo reale dei loro cortei pacifici. Tante le foto degli striscioni quanto quelle dei cortei. “Si scrive scuole, si legge futuro” e “Se ci bloccano il futuro, noi blocchiamo la città” sono state le frasi postate con più frequenza sul social network, ma anche gridate per le strade. In queste città i cortei a fine mattinata sono sfociati in assemblee pubbliche dove ognuno ha potuto avanzare proposte di miglioramento, oltre che far presente i problemi attuali. Particolare quella di Napoli, dove gli studenti, seduti a parlare di fronte al palazzo della Regione, hanno chiesto a questa un tavolo tematico sul diritto allo studio.

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