SCIOPERO GENERALE

Proteste: studenti e insegnanti insieme verso il 18 ottobre

Venerdì prossimo Cobas e sindacati in sciopero generale a Roma

15 Ott 2013 - 14:48
 © Ansa

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Dopo la mobilitazione studentesca nazionale dell'11 ottobre che ha visto scendere in piazza migliaia di studenti nelle principali città italiane, la scuola protesta ancora: il 18 ottobre parteciperà allo sciopero e alla manifestazione nazionale a Roma, all’interno dello sciopero generale di tutto il lavoro dipendente indetto dal Cobas e dai sindacati. La protesta quindi non coinvolge solo gli studenti, ma saranno anche insegnanti e personale scolastico a incrociare le braccia. 
Ma i ragazzi non rimangono con le mani in mano, nell' attesa del prossimo 18 ottobre: Link - Coordinamento Universitario ha organizzato la notte del 15 ottobre un blitz notturno al Ministero dell'Istruzione di viale Trastevere, annunciando una giornata di mobilitazione nazionale in difesa dell'università pubblica e di solidarietà con l'università greca in difficoltà.

MANIFESTAZIONE E SCIOPERO NAZIONALI - A Roma, venerdì prossimo, i manifestanti si incontreranno alle 10:00 a piazza della Repubblica. Il corteo giungerà fino a S. Giovanni , dove l'evento si concluderà con un concerto. La scuola partecipa alla mobilitazione: personale scolastico e studenti dicono no alle scelte politiche prese sulla scuola degli ultimi anni: "La distruttiva austerity, imposta all’Italia negli ultimi sei anni e che il governo Letta prosegue, può essere battuta solo da una grande rivolta popolare e da una mobilitazione di massa permanente" si legge sul sito del Cobas. Tra i motivi dello sciopero, il precariato scolastico e gli investimenti nella scuola considerati insufficienti, l’attuale sistema di pensionamento, la richiesta della restituzione degli scatti di anzianità e il sistema valutativo Invalsi. Ma saranno in prima fila anche le richieste degli studenti di una scuola pubblica sana, che possa garantire il diritto allo studio.

BLITZ AL MINISTERO: ATENE NON E' LONTANA  - Aspettando la grande mobilitazione del 18 ottobre, gli studenti universitari aderenti a Link - Coordinamento Universitario hanno preso parte a un blitz notturno al Ministero dell'Istruzione a viale Trastevere. L’azione ha dato inizio ad una giornata di protesta per la difesa dell'università pubblica, e di solidarietà all'università greca. Proprio ad Atene ben 8 atenei hanno dovuto chiudere per mancanza di finanziamenti. Lo slogan "Atene non è lontana!" denuncia la crisi dell'università in Italia in seguito ai tagli subiti negli ultimi anni. Diana Armento, coordinatrice di Link Roma, dichiara: "Il Decreto sulla Programmazione del Miur firmato dal Ministro Carrozza dimostra che quello che è successo in Grecia non è troppo lontano da quello che rischia di accadere anche in Italia. A partire dal 2007 il totale dei corsi di laurea chiusi è del 27% e le politiche messe in campo dal Ministero fanno presagire che ancora altri verranno eliminati nei prossimi anni".

PROTESTE NELLE UNIVERSITA'  - La mobilitazione annunciata da Link continuerà negli atenei per l'intera giornata di oggi, con "la chiusura simbolica delle sedi universitarie e l'interruzione delle lezioni per chiedere ai docenti e al resto della comunità accademica di aprire un confronto sul tema dei finanziamenti e dello stato dell'università". Gli studenti sono contrari alla politica di austerità europea che avrebbe portato alla deriva il sistema di istruzione universitario greco, e scelgono come giorno di protesta proprio oggi 15 ottobre, data in cui la legge di stabilità riguardante l'Italia viene presentata all'Europa: "La crisi non può essere la scusa con cui si taglia sull'istruzione e sulla ricerca. Chiediamo l'immediato rifinanziamento dell'università pubblica, così come del fondo statale per le borse di studio e l'attivazione immediata di politiche che incentivino il proseguimento degli studi dopo il diploma" - dichiara Alberto Campailla, portavoce nazionale di Link - " Non investire in istruzione in un momento di crisi è un atto suicida che non possiamo permetterci di continuare a tollerare, è in gioco il futuro del nostro Paese, oltre che di una parte consistente della nostra generazione".

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