Lezioni al via

Back to School: le novità dell'anno scolastico che sta iniziando

Tra promesse, speranze e ricerca di conferme, tutti in classe. Pagella dei presidi, rafforzamento dell’alternanza scuola-lavoro e studenti al centro sono le nuove parole d’ordine

12 Set 2016 - 16:02

L’anno scolastico 2016/2017 è ormai iniziato: studenti, docenti, dirigenti; nessuno è estraneo al cambiamento. La riforma della “Buona Scuola”, infatti, inizia a produrre i primi effetti: ma quali sono le novità principali? L'analisi di Skuola.net.

Scuole a misura di studente - Lo studente al centro: se volessimo trovare uno slogan da associare agli ultimi impegni – anche economici – presi dal ministero dell’Istruzione, sarebbe sicuramente questo. Come annunciato dal Miur a fine agosto, sono stati stanziati 80 milioni per finanziare progetti accomunati da una caratteristica: aumentare il ruolo attivo dei ragazzi in progetti che rendono più ricca e completa l’offerta formativa, oltre che potenziare l’autonomia scolastica. Tra le iniziative: triplicati i fondi finalizzati allo svolgimento di attività sportive a scuola; soldi anche per rafforzare i corsi di recupero e il diritto allo studio. Ci sono risorse per il rafforzamento delle misure per l'edilizia scolastica e finanziamenti per l’apprendistato degli studenti. Soldi a cui vanno aggiunti i 10 milioni già individuati per il programma “La scuola al centro” che ha visto, già quest’anno, il funzionamento delle strutture scolastiche nei mesi estivi in alcune grandi città per lo sviluppo di progetti alternativi e tamponare la dispersione dei ragazzi. Ma non finisce qui: a settembre, attraverso finanziamenti del PON Scuola, saranno coinvolte nel progetto altre 5.000 scuole di tutto il paese.

A scuola si impara di più - Non solo le "classiche" materie. Legalità, sicurezza, educazione civica, responsabilità: queste le parole d’ordine per l’anno 2016/2017, se si guardano più nel dettaglio le iniziative per l’ampliamento dell’offerta formativa e dell’autonomia scolastica. Fra gli obiettivi, richiamare l’attenzione sui fenomeni del nostro tempo per contrastarli partendo dal basso. Il vertice del programma è sicuramente rappresentato dall’educazione stradale, dalla comprensione del fenomeno bullismo/cyberbullismo, dai progetti su legalità e cittadinanza attiva, dalla promozione di corretti stili di vita. Entrano nel sistema scolastico anche Public Debate e Public Speaking (Olimpiadi di Public Debate nazionali comprese). Piano di interventi nazionale anche per orientamento scolastico e “innovazione sociale”, finalizzate al contrasto alla dispersione attraverso l’elaborazione di risposte innovative da parte dei ragazzi per la valorizzazione del patrimonio artistico del loro territorio, dell’ambiente, del paesaggio, della tradizione locale. Fra le misure destinate ai ragazzi, poi, ci saranno risorse per portare avanti programmi di sostegno linguistico e psicologico per l’integrazione nelle classi, in particolare dei minori non accompagnati con cittadinanza non italiana e degli alunni stranieri; previsti anche fondi per realizzare progetti di accoglienza. Attenzione anche ai disabili: c’è la volontà di rendere gli spazi scolastici sempre più accessibili, sia da un punto architettonico sia didattico. L’integrazione sembra essere un imperativo per il Miur: vanno in questo senso gli interventi per il rafforzamento dell’istruzione domiciliare e delle scuole in ospedale. La stessa filosofia è alla base del piano d’investimenti per le scuole nelle carceri. Perché scuola non significa solo quella all’interno delle classi tradizionali, l’istruzione deve essere per tutti e dappertutto.

L’alternanza diventa sempre più adulta - Si rafforza il legame tra scuola e mondo del lavoro. Era questa la funzione specifica con cui era nata l’alternanza scuola-lavoro. Un progetto che ha portato la formazione obbligatoria in azienda per gli studenti dell’ultimo triennio delle scuole superiori: 200 ore nei licei, 400 ore negli istituti tecnici e professionali, ogni anno. Dal 2016/2017 entrerà a regime per le classi terze e quarte, il prossimo anno invece arriverà a conclusione il primo triennio completo di formazione obbligatoria, coinvolgendo circa 1,5 milioni studenti. Per questo, nei corridoi del Miur, si vocifera su un suo prossimo inserimento tra gli elementi oggetto di valutazione all’esame di maturità. Così, per dargli slancio, il Ministero ha deciso di finanziare l’alternanza con una quota fissa di 100 milioni di euro ogni dodici mesi, costruendo parallelamente una rete di aziende pronte ad accogliere i ragazzi. Quest’anno, perciò, sarà un buon banco di prova per vedere se si riusciranno a superare gli ostacoli fisiologici dell’avvio del programma (difficoltà di collocamento, effettiva utilità del tirocinio, gestione degli orari), e per certificare che il sistema è pronto a debuttare alla maturità.

Arriva la “pagella” dei presidi - Entra in funzione il nuovo meccanismo di valutazione dei dirigenti scolastici. Con una direttiva del ministro dell’Istruzione Giannini viene infatti certificato il ruolo di vertice dei presidi. Ma, come si dice, da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Mai come quest’anno il dirigente ha una così ampia autonomia di scelta; addirittura, con il nuovo sistema della “chiamata diretta”, può selezionare parte del corpo docente per il proprio istituto. Ma, parallelamente, la sua attività sarà monitorata nel dettaglio. Tre i criteri di valutazione: gestione e valorizzazione delle risorse umane (professori e personale di supporto), capacità di dare un indirizzo preciso alla scuola, apprezzamento da parte della comunità scolastica (studenti, genitori, dipendenti). Alla fine dell’anno si tireranno le somme e si inseriranno i presidi in quattro fasce di merito, in base al raggiungimento degli obiettivi (collegando ogni fascia a un bonus di stipendio). Per i dirigenti giudicati inefficienti, invece, è prevista in prima battuta l’assegnazione a un’altra scuola. Ma se la valutazione negativa si ripeterà, saranno messi a disposizione dell’Ufficio Scolastico per svolgere altre mansioni.

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