IL CASO

Basta scuole chiuse per le elezioni: in arrivo fondi per trovare alternative

Presto in discussione una proposta per trovare sedi alternative agli istituti che fanno da seggio, per evitare di chiudere le scuole durante le elezioni: un emendamento di M5S al Decreto Sostegni bis chiede un fondo supplementare da 10 milioni di euro per le prossime amministrative

29 Giu 2021 - 16:08
 © Ansa

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Gli studenti lo sanno bene. Per le scuole-seggio, l’arrivo delle elezioni significa chiusura e stop alle lezioni. Ma qualcosa, dopo anni, potrebbe cambiare, già dalle prossime amministrative. Le forze politiche si stanno infatti impegnando a trovare nuove soluzioni, in modo che ragazzi e professori non siano costretti a interrompere il loro lavoro. In Parlamento è stato presentato un emendamento al Decreto Sostegni bis (a firma Casa-Brescia, rispettivamente presidenti delle commissioni Cultura e Affari Costituzionali alla Camera) che incrementa di 10 milioni di euro il fondo per trovare location alternative in occasione delle prossime elezioni amministrative. Il portale studentesco Skuola.net ha approfondito la questione.

Seggi elettorali: quasi il 90% si trova nelle scuole - I dati sono incontrovertibili: l'88% degli oltre 61mila seggi elettorali del nostro Paese si trova all'interno delle scuole. Questo comporta uno stop all'attività didattica di tre-quattro giorni ogni volta che ce ne sia la necessità. Oltretutto, solo in Italia e in pochi altri Paesi europei le scuole sono utilizzate come seggio elettorale, con le cose che sono rimaste “cristallizzate” in questo modo da decenni; pochissimo è stato fatto per evitare di perdere preziosi giorni di lezione.

Ora, però, anche in seguito alle chiusure dell’ultimo anno, la sensibilità sulla questione è decisamente maggiore: è stato così predisposto un emendamento al Decreto Sostegni bis che prevede 10 milioni di euro a favore dei comuni che entro il 15 luglio individuano sedi alternative agli edifici scolastici da adibire a seggi elettorali. Un incentivo affinché le scuole siano lasciate libere di svolgere il loro ruolo anche in occasione delle elezioni.

Con il primo Decreto Sostegni stanziati già 2 milioni - Già in occasione del primo Decreto Sostegni, va detto, un altro emendamento aveva stanziato 2 milioni di euro per quei comuni che - sempre entro il 15 luglio - avessero fatto domanda per spostare i seggi per le prossime elezioni amministrative, previste tra il 15 settembre e il 15 ottobre, quando saranno coinvolti ben 12 milioni di elettori, in oltre 15mila sezioni, per un totale di 1307 comuni interessati (126 superiori ai 15mila abitanti con 20 città capoluogo di provincia, 1.181 inferiori ai 15mila abitanti).

I criteri e le modalità di concessione sono però demandati a un decreto del ministro dell'Interno che è già stato adottato. Adesso, con il Decreto Sostegni bis (da lunedì 28 giugno inizieranno i lavori in commissione Bilancio per l'approvazione degli emendamenti) la situazione potrebbe cambiare ulteriormente, con un aumento del fondo di 10 milioni di euro (portandolo da 2 a 12). L'eventuale fondo alternativo non sarà adoperato per nuovi immobili, ma solo per adeguare gli spazi esistenti e compatibili a disposizione dei Comuni. Dunque, con qualche milione di euro, si può fare tanto. Inoltre, la ratio con la quale verranno dati i fondi sarà quella del numero di studenti che non dovranno interrompere le lezioni.

Perdere altri giorni di scuola? No, grazie - Chiaro l’intento dei promotori di questa iniziativa: quello di non perdere altro tempo dopo la scuola a singhiozzo degli ultimi anni: "Mi sembra davvero inaccettabile che nel prossimo autunno si perdano altri giorni di didattica. Tutti lavoriamo e vogliamo che il prossimo anno scolastico si svolga totalmente in presenza e nella maniera più regolare possibile - ha affermato Vittoria Casa, presidente della Commissione Cultura della Camera- Votare quasi esclusivamente all’interno degli edifici scolastici è un’abitudine tutta italiana, all’estero non è così. Ovviamente, sappiamo che le scuole sono per i comuni spazi importanti e non possiamo pensare di risolvere il problema in pochi mesi. Tuttavia vogliamo avviare un percorso e progressivamente portare i sindaci e i prefetti a ragionare sull’opportunità di portare i seggi altrove, all’interno di strutture altrettanto funzionali ma spesso inutilizzate. I fondi ci sono e nel Sostegni Bis faremo tutto il possibile per aumentarli. Ora spetta ai primi cittadini e ai prefetti prendere l’iniziativa e sfruttare questa prima opportunità".

Dello stesso avviso anche Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera: "Lavoriamo da mesi su questa innovazione e ora ci aspettiamo il massimo impegno dai comuni. Serve un atto d’amore dei sindaci per la propria comunità e per i ragazzi e le ragazze. Non si può dire “non si può fare”. Il cambiamento deve partire dal basso ed è accompagnato dal governo e dal Parlamento con un'attenzione inedita. Le elezioni non possono bloccare le lezioni e questo è il primo passo di un percorso che dovrà coinvolgere tutti i comuni d’Italia alle prossime politiche".

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