Quasi il 60% in più dello scorso anno. Prosegue col segno positivo un trend in atto da tempo. Nell’ultimo quinquennio il numero delle borse assegnate è cresciuto di quasi un quarto
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"Un investimento record, mai raggiunto prima, per il diritto allo studio". Lo definisce così il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, lo stanziamento di 880 milioni di euro - a cui la Conferenza Stato-Regioni ha appena dato il via libera - finalizzato all’erogazione delle borse di studio universitarie per l’anno accademico 2024/25. Ovvero la fonte principale con cui si alleggerisce il peso economico della formazione post diploma, rappresentando oltre il 75% degli interventi messi in campo.
In base ai calcoli effettuati dal MUR, con questi fondi gli atenei potranno contare su risorse decisamente maggiori per entrambe le fonti di finanziamento del sussidio. Da un lato, il Fondo Integrativo Statale ammonterà a 593 milioni di euro, con un incremento di 286 milioni di euro rispetto all’anno scorso. Dall’altro, i fondi specifici previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) saranno complessivamente di 288 milioni di euro, 33 milioni in più, sempre rispetto a dodici mesi fa. A cui vanno sommati quelli a disposizione delle Regioni.
Da un anno all'altro la crescita del fondo è esponenziale
Una progressione che, in riferimento alla parte statale di finanziamento delle borse, in pochi anni è schizzata alle stelle. Secondo quanto il Ministero ha riferito al portale specializzato Skuola.net, nel 2021/2022 superava di poco i 300 milioni di euro (307.826.221), oggi è più ricca di oltre 570 milioni, quasi triplicata. E in soli dodici mesi, tra il 2023 e il 2024, l’aumento è stato di quasi il 60% (da 577 a 880 milioni).
“Con questo finanziamento - ha sottolineato il ministro Bernini - abbiamo voluto dare un segnale forte: il diritto allo studio è una priorità per il Governo. È il più grande investimento statale mai realizzato nel nostro Paese per sostenere concretamente i giovani nel loro percorso accademico. Le borse di studio non sono solo un aiuto economico ma un atto di fiducia nelle capacità e nel talento degli studenti”.
Prosegue, così, l’impegno dell’Esecutivo e delle istituzioni accademiche per permettere a sempre più persone, specialmente quelle meno abbienti, di poter contare sulla mano pubblica nel percorso verso una laurea o un titolo a essa equiparabile, come quelli rilasciati dal sistema dell’Alta formazione musicale, artistica e coreutica (conservatori, accademie d’arte, ecc.).
Un percorso in atto da anni, come segnala un'analisi della stessa Skuola.net, basata sugli ultimi dati ufficiali a disposizione, rilasciati dallo stesso MUR attraverso il report “Diritto allo Studio Universitario”, aggiornato a marzo 2024.
In un quinquennio le borse di studio sono un quarto in più
Solo nel passaggio dall’anno accademico 2021/22 a quello 2022/23 il numero delle borse di studio è stato rimpolpato, al netto di eventuali ulteriori variazioni derivanti da assestamenti amministrativi, di oltre 19.300 unità, pari a un +8,1%; passando da 238.357 a 257.684. E, allargando l’analisi a un arco temporale più ampio, nel quinquennio precedente l’incremento (sempre numerico) dei sussidi è stato di ben il 24%, circa un quarto in più: nel 2018/2019 le borse furono 207.740, nel 2022/23 come visto si è saliti a 257.684; quasi 50mila in più (49.944).
Parallelamente, la crescita degli idonei - ossia gli studenti che avevano i requisiti per prendere la borsa - è avvenuta con ritmi più lenti: tra il 2018/19 e il 2022/23 è stata del 21,1%. Ciò ha significato - ed è forse il dato più interessante - il graduale ridimensionamento dell’annoso problema degli “idonei non beneficiari”: ragazze e ragazzi che, nonostante avessero tutte le carte in regola, non possono accedere alla borsa per mancanza di fondi.
Gli "idonei non beneficiari" sono ormai scomparsi
Ormai, dunque, la questione sembra essere risolta. Il report ministeriale ci dice, infatti, che nell’anno accademico 2022/23 la copertura degli idonei è stata pressoché totale, arrivando al 99,8% - 257.684 borse per 258.284 potenziali beneficiari - e migliorando di quasi due punti percentuali in soli dodici mesi, visto che nel 2021/2022 ci si era fermati al 97,9%.
Così come nel tempo è aumentata, in proporzione, la fetta di iscritti che accede all’ammortizzatore: per il 2022/2023 si parla del 17,5% degli universitari “in corso”, l’anno precedente erano stati il 16,1%, cinque anni fa il 15,5%.
L’obiettivo dichiarato dal MUR, a questo punto, è di arrivare presto a una copertura del cento per cento: più o meno tutte le Regioni - a cui spetta la distribuzione delle borse - ci sono riuscite, mancano all’appello solo Veneto (99,8%), Lombardia (99,6%), Calabria (98,3%) e Molise (81,6%).
Aumenta anche l'ammontare della borsa
Ma la copertura totale degli “idonei”, unita ai tanti soldi in più in arrivo, comporterà un ulteriore effetto positivo: l’aumento degli importi delle borse. Già tra gli ultimi due anni rilevati il loro valore medio è salito di oltre mille euro.
E per il 2024/25 il Ministero ha annunciato che crescerà ulteriormente. Secondo le stime, per gli studenti fuori sede dovrebbe aggirarsi attorno ai 7 mila euro (7.015,97 euro), in aumento di 359,45 euro rispetto a oggi; per gli studenti pendolari dovrebbe essere di circa 4 mila euro (4.100,05, + 210,06 euro), mentre per gli iscritti in sede si parla di quasi 3 mila euro (2.827,64, + 144,87 euro).