I dati dell'ultimo rapporto del Censis: le figure di difficile reperibilità, tra il 2017 e il 2023, sono passate dal 21,5% al 45,1% del totale delle proposte. Agricoltura e artigianato sempre più in crisi. Ma il vero allarme proviene dalla sanità
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In Italia i lavoratori qualificati sono sempre più introvabili. Non è una novità che il nostro sistema produttivo stia da tempo facendo un'enorme fatica nel reperire le figure professionali di cui avrebbe maggiormente bisogno. Ma, oggi, la situazione sta diventando davvero insostenibile. Basti dire che, nell'ultimo quinquennio, il loro peso sul mercato del lavoro è più che raddoppiato: tra il 2017 e il 2023, infatti, la percentuale di offerte per ricoprire mansioni di cui c’è “scarsità” è passata dal 21,5% al 45,1% del totale delle assunzioni previste; da un quinto a quasi la metà. I numeri del Censis vedono agricoltura e artigianato sempre più in crisi. Ma il vero allarme proviene dalla sanità.
La formazione è l'anello mancante
Il portale specializzato Skuola.net ha estratto i passaggi più interessanti del 58esimo rapporto Censis "La società italiana al 2024", scoprendo, ad esempio, che il motivo principale di tale irreperibilità nel mercato del lavoro vada rintracciato soprattutto nella carenza strutturale di candidati.
Se nel 2017 questo fattore coinvolgeva il 9,7% delle assunzioni previste, nel 2023 la quota è balzata al 28,4%, più che triplicata. Superando di netto le difficoltà legate, invece, alla tradizionale inadeguatezza delle competenze dei candidati, che nel 2023 è stata riscontrata solo nel 16,7% dei casi.
Più nello specifico, il fenomeno è particolarmente evidente in alcuni settori chiave per il nostro Paese. Come l'artigianato e l'agricoltura: qui nel 38,9% dei casi non si trovano giovani disposti a intraprendere questi mestieri (nel 2017 ci si fermava al 16%). Ma anche ambiti teoricamente più moderni soffrono: a essere di difficile reperibilità è il 34,1% delle figure intellettuali, scientifiche e altamente specializzate, proprio a causa della limitata disponibilità di candidati giovani (cinque anni fa riguardava il 24,2% delle offerte di lavoro). Discorso simile per le professioni prettamente tecniche: la scarsità di personale affligge un terzo delle proposte (33,3%, nel 2017 era così per il 16,3% degli annunci).
La sanità il settore che rischia di più
Ma, entrando ancor di più nei meandri delle varie occupazioni, ci sono figure che più di altre stanno diventando drammaticamente merce rara. In primis quelle legate alla sanità. Specialisti e tecnici della salute sono ormai la "primula rossa" della domanda lavorativa, con una carenza di personale che investe pesantemente anche il settore privato. Un dato, tra tutti, parla da solo: attualmente, oltre il 70% delle posizioni per infermieri e ostetriche potrebbe rimanere scoperto.
Parlando ancora di salute, subito dietro ci sono i farmacisti: il 66,8% delle loro assunzioni è a forte rischio. Completano il quadro i medici: per il 64% delle opportunità di lavoro non si trovano agevolmente candidati. Da non sottovalutare, infine, l’equilibrio tra domanda e offerta di lavoro nel campo della riabilitazione e dei servizi sanitari e sociali (come massaggiatori e operatori socio-sanitari), che nel 2023 hanno avuto tassi di irreperibilità rispettivamente del 34,6% e del 43,6%.
Anche ristorazione, manutenzione, edilizia non se la passano bene
Il fenomeno della scarsità di candidati, però, non si limita solo al settore sanitario. Una profonda riflessione andrebbe fatta pure nel comparto della ristorazione e dell'ospitalità. Cuochi e camerieri le figure più introvabili: per i primi si parla del 39,1% di posizioni scoperte, per i secondi del 35,3%.
Numeri ancora più alti in ambito edilizia e servizi tecnici. Ad ampio raggio. Giusto per dare qualche suggestione: non si trova personale adeguato per quasi la metà (47,7%) delle assunzioni previste per idraulici e per il 40,2% di quelle per elettricisti. Stesse problematiche si riscontrano nel comparto industriale, dove il 40,6% delle assunzioni per operai metalmeccanici specializzati e installatori/manutentori di attrezzature elettriche ed elettroniche non trova risposte sufficienti. E altri ruoli, come quelli di conduttori di veicoli o macchinari mobili e di sollevamento, risultano difficili da coprire in circa il 40% dei casi. Solo per citare i casi più gravi.