Sarà una lotta serrata, sia per le scuole dell’infanzia o primarie sia per chi prova a diventare prof alle secondarie. Valditara: “L’obiettivo è dare stabilità al reclutamento”
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Un fiume di insegnanti e due prove, una scritta e una orale, a separarlo dalla tanto ambita cattedra. Alla ricetta va aggiunto anche un pizzico di spietata competizione. Ed ecco il concorso docenti 2024, da oggi al via, che introdurrà all’interno delle nostre scuole più di 44mila insegnanti, tra posti comuni e di sostegno. A partecipare, complessivamente, ben 372.804 candidati. Il Ministero dell'Istruzione e del Merito, infatti, ha fatto sapere che per i 15.340 posti messi a bando per la scuola dell’infanzia e primaria saranno ben 69.117 i docenti impegnati nel concorso. Più alti i numeri per la secondaria: gli iscritti sono 303.687 per 29.314 posizioni.
All’orale arriva la simulazione di una lezione, ma poi ci sarà l’anno di prova
Questa nuova edizione del concorso, tra i più attesi degli ultimi anni avrà inoltre una grande novità. Anche se le prove saranno tradizionalmente due, una scritta (la prima) e una orale (la seconda), quest’ultima avrà infatti un elemento di valutazione in più, visto che i prof dovranno dimostrare di saper tenere una lezione in classe, simulandola. E poi bisognerà riconfermare la propria idoneità in servizio, perché il primo anno in cattedra sarà di prova.
“Oggi iniziano le prove del concorso per reclutare a tempo indeterminato 44.654 insegnanti su posti comuni e di sostegno. Il nostro obiettivo è dare stabilità al reclutamento, selezionando i futuri docenti anche alla luce della loro attitudine a insegnare, ed è per questo che abbiamo previsto che vi sia, oltre al tirocinio, prima dell’assunzione, anche una lezione simulata al termine del periodo di prova” ha spiegato il Ministro Valditara. “Il concorso che inizia oggi e le future assunzioni segnano un ulteriore passo avanti per combattere il precariato e per garantire agli studenti un’educazione di qualità, favorendo la continuità didattica”, ha aggiunto il numero uno di Viale Trastevere.
Le domande e i posti disponibili nei vari livelli scolastici
Tornando ai numeri, ciascun candidato, sulla base dei titoli posseduti, ha avuto la possibilità di iscriversi a un numero massimo di quattro procedure. Così, per l’infanzia e la primaria, i 69.117 candidati hanno presentato in totale 115.830 domande: 98.986 domande per i posti comuni (per 4.955 cattedre disponibili) e 16.844 domande per i posti di sostegno (per 10.385 cattedre disponibili). Per gli insegnamenti della scuola secondaria, invece, i 303.687 candidati hanno presentato 437.351 domande, che si dividono in 397.631 richieste per i posti comuni (con una disponibilità di 24.107 cattedre) e 39.720 per il sostegno (5.207 posti a concorso).
Come funziona la prova scritta
I docenti che risponderanno alla convocazione, suddivisi in varie sedi e sessioni, dall’11 al 19 marzo dovranno a fare i conti con il primo step della selezione, la prova scritta: questa si svolge tramite postazione informatica, nella regione per la quale il candidato ha presentato domanda di partecipazione. Ciascun aspirante docente avrà 100 minuti di tempo per rispondere a 50 quesiti a risposta multipla di contenuto non disciplinare, di cui 10 di contenuto pedagogico, 15 di contenuto psicopedagogico (compresi gli aspetti relativi all’inclusione),15 di contenuto metodologico-didattico (compresi gli aspetti relativi alla valutazione), 5 sulla conoscenza della lingua inglese, 5 sull’uso didattico delle tecnologie digitali. A ciascuna risposta corretta verranno assegnati 2 punti; a ciascuna risposta errata o non data verranno invece attribuiti 0 punti.
I candidati che raggiungeranno un punteggio di almeno 70/100 allo scritto potranno accedere alla prova orale che, come detto, dovrà accertare la preparazione dei candidati sia sotto il profilo disciplinare sia per quanto riguarda la capacità didattica: questo il fine della neo-introdotta lezione simulata.
Gran parte del destino dipende dalla regione di approdo
Il portale Skuola.net ha dato però uno sguardo più approfondito allo specchietto del Ministero, che mette a confronto le domande complessive (considerando anche le candidature multiple) e i posti disponibili, evidenziando come per i maestri dei bimbi più piccoli c’è circa 1 disponibilità ogni 7,5 richieste. Una prospettiva non proprio rassicurante che, però, è addirittura più rosea di quella che si presenta dinanzi a chi prova ad accaparrarsi una cattedra per le classi medie e superiori: qui il rapporto è di circa 1 su 20.
Anche se, poi, la vera differenza la farà la regione in cui ci si candida. Per quanto riguarda, ad esempio, la scuola dell’infanzia e la scuola primaria una vera e propria “mission impossible” attenderà al varco gli aspiranti docenti della Sicilia, dove i 16.516 iscritti si contenderanno appena 233 posti. Stessa cosa in Campania, dove ci sono 21.080 candidati per 338 posti a bando, e del Molise, con 865 aspiranti docenti per soli 14 posti. Situazione un po’ più serena per chi ci prova in Lombardia: qui ci sono 6.552 cattedre per 11.280 insegnanti: quasi 1 su 2 ce la farà.
Alla secondaria la situazione più ostica è, di nuovo, quella della Sicilia: sono addirittura 46.390 i professori in gara ma i posti sono almeno 40 volte meno, cioè 1.032. Difficile spuntarla, ancora, in Campania: ci sono 57.722 richiedenti per 1.649 posti. Le condizioni migliori restano prerogativa del Nord: il rapporto posti/candidati più confortante è quello della Liguria, dove comunque solo circa 1 su 6 riuscirà ad entrare (6.947 prof, 1.038 posti).