DOPO LE ELEZIONI

Dal liceo del “Made in Italy” allo stop ai test di ingresso, cosa potrebbe cambiare per scuola e università con il nuovo Governo

Nel programma del centrodestra e, in particolare, di Fratelli d'Italia sul fronte istruzione e formazione vengono previsti, tra le altre cose, una riforma dei PCTO, il potenziamento dei percorsi tecnici, la riforma dei cicli universitari e un accorciamento dei tempi per il diploma e la laurea

26 Set 2022 - 15:53
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Il risultato delle elezioni politiche permetterà al centrodestra e, in particolare, a Fratelli d’Italia di avere le mani abbastanza “libere” per provare a dare attuazione a molti punti del suo programma di Governo. Tra i capitoli che, durante la campagna elettorale, sicuramente non hanno avuto le luci della ribalta ci sono quelli relativi a scuola e università. Gli schieramenti, infatti, parlando ai giovani si sono concentrati soprattutto sul lavoro. Ma, molto del successo delle politiche occupazionali, parte dal sistema della formazione. Per questo, il portale specializzato Skuola.net, ha cercato di intravedere che forma potrebbe dare il prossimo Esecutivo a questo settore, concentrandosi sul piano imbastito dalla compagine guidata da Giorgia Meloni, quella cioè che potrebbe dettare la linea.

Scuola: più Inglese e materie Stem, creazione del liceo “Made in Italy"; diploma “precoce” e PCTO riformato

Nel programma di Fratelli d’Italia, tra scuola e università, decisamente maggiore spazio è dedicato alla seconda. Anche se, forse, le novità più interessanti sono quelle previste per i livelli d’istruzione inferiori. Partendo proprio da quest’ultimo ambito, molto è orientato alla concretezza, immaginando un filo diretto tra formazione e occupazione. In questo senso vanno, ad esempio, misure come: il potenziamento dell’insegnamento delle materie scientifiche in tutti i percorsi, a partire dalla matematica (senza però trascurare quelle classiche), una maggior valorizzazione degli Istituti tecnici e la riforma dei Percorsi trasversali per le competenze e l’orientamento (l’ex alternanza scuola-lavoro), il ripristino gli indirizzi di studio abilitanti al lavoro, Una strategia che, peraltro, in larga parte rientrava anche nei piani del Governo Draghi.

La vera cosa nuova, semmai, è la creazione del cosiddetto liceo del Made in Italy, una scuola fondata per formare figure, in particolare “tecniche”, specializzate in quei settori, afferenti in gran parte all’artigianato, in cui il nostro Paese è un punti di riferimento in tutto il mondo ma che risentono di un forte mismatch tra domanda e offerta di lavoro (i posti ci sono, spesso mancano risorse in grado di svolgere quella mansione).

Altro obiettivo dichiarato dal partito vincitore delle elezioni è il raggiungimento della piena padronanza della lingua inglese per tutti gli studenti, incentivando più di quanto si faccia oggi lo svolgimento di una parte del percorso di formazione all’estero. Più interlocutoria, invece, l’idea di ridurre di un anno il percorso di studio scolastico, a parità di monte ore totale, per consentire ai giovani italiani di diplomarsi a 17-18 anni, per consentire - secondo quanto previsto da Fratelli d’Italia - di allineare l’età del diploma dei nostri ragazzi a quella di molti Stati occidentali e, conseguentemente, di accedere prima al percorso universitario o al mondo della formazione professionale e del lavoro. Qui però, come detto, si parla di “avviare un confronto con il mondo della scuola al fine di verificare la praticabilità”.

Tutela delle scuole paritarie e stipendi più alti agli insegnanti, purché si aggiornino

Proseguendo a tema scuola, tra i punti che hanno trovato spazio anche nel programma unitario del centrodestra, c’è la tutela delle scuole paritarie e la difesa della libertà di scelta educativa delle famiglie, anche attraverso l’introduzione di voucher da poter spendere liberamente nelle diverse strutture scolastiche. Si fa strada pure una piccola battaglia sui compiti a casa, che “devono essere gestiti con misura e buon senso" in quanto “la formazione si svolge principalmente in aula”.

A livello “strutturale”, invece, Fratelli d’Italia punta a “valorizzare la professione del docente”, contrastando il precariato storico e la discontinuità didattica, prevedendo un progressivo allineamento degli stipendi del corpo docente alla media europea ma come condizione l’aggiornamento continuo per gli insegnanti.  A completare il quadro, la richiesta di maggior collaborazione tra privati, enti locali, scuole e università per garantire agli studenti spazi adeguati dove poter studiare fuori dall’orario scolastico. E ancora: interventi straordinari sull’edilizia scolastica “per scuole sicure, moderne ed ecosostenibili”; l’apertura a più sport nelle scuole, con nuovi impianti, piscine e palestre; il rafforzamento della possibilità di acquisto e utilizzo dei libri di testo in formato elettronico, “per diminuire il costo sostenuto dalle famiglie”.

Università: lauree più veloci e stop al test d’ingresso a Medicina, ma numero chiuso alla “francese”

Passando all’università, come anticipato, è qui che si concentrano le misure forse di più immediata realizzabilità. Che vengono racchiuse sotto un macro-obiettivo: “favorire l’incremento del numero di laureati in Italia”. In che modo vorrebbe farlo Fratelli d’Italia? Innanzitutto rivedendo l’attuale sistema universitario 3+2. Senza però specificare quale sia la strada alternativa, se tornare al vecchio impianto, opportunamente aggiornato, delle lauree quadriennali (tranne rari casi) o se introdurre un qualcosa di nuovo, votato alla multidisciplinarietà e alla trasversalità tra ambiti. Quello che è certo è che la strategia del partito, in linea con quanto immaginato per i diplomi, vorrebbe accorciare anche i tempi della laurea.

Altro pilastro, sul fronte università, è la riforma del sistema di accesso alle facoltà a numero programmato; in particolare di quelle di area medica e sanitaria. In quest’ultimo caso, però, non si parla di abolizione del numero chiuso ma dell’introduzione di un sistema che preveda l’accesso libero al primo anno e una selezione a partire dal secondo anno di corso (il modello cosiddetto “alla francese”). Resta da capire come conciliare questa apertura con la capacità formativa attuale delle nostre strutture universitarie.

Si conferma, nel passaggio dalla scuola all'università, l’esigenza di una “internazionalizzazione” del sistema formativo terziario, con una spinta alle discipline Stem (seppur, ancora, tutelando le aree umanistiche) e con il potenziamento dei corsi in doppia lingua.

Diritto allo studio: fondo affitti post-Covid, più prestiti d’onore, supporto ai disabili

Parecchi, infine, i punti del programma di Fratelli d’Italia per l’istruzione dedicati al diritto allo studio. Si parla infatti di una vera e propria “riforma”: con la lotta alle differenze regionali, attraverso soprattutto sussidi e borse di studio; con il rafforzamento delle borse di studio per i più meritevoli e la reintroduzione e il potenziamento del sistema del prestito d’onore per gli studenti universitari; con un fondo affitti post-Covid per il rientro in presenza degli studenti; con un incremento di alloggi, presidi medici e servizi sanitari essenziali per gli studenti fuorisede; con sportelli di ascolto e tutorato alla pari per gli studenti con disabilità.

Sul post laurea, infine, si parla di un rafforzamento dei percorsi di orientamento e di incontro tra neolaureati e imprese; di maggiori investimenti in ricerca, digitalizzazione e trasferimento tecnologico; di una maggior sinergia tra università e privati in ambito di ricerca e brevetti; di programmazione decennale dei finanziamenti a ricerca e innovazione; del “rilancio della figura del ricercatore”. A chiudere, una revisione del sistema di valutazione dei docenti.

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