Due su tre non hanno mai affrontato il tema a scuola o all’università. Eppure gli istituti, così come gli atenei, non sembrano immuni dal circolo di stupefacenti
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I giovani sono i maggiori sostenitori della legalizzazione delle droghe cosiddette “leggere”? A quanto pare no. A rivelarlo un recente sondaggio condotto da Skuola.net in collaborazione con Vis Factor, su un campione di 1.000 ragazze e ragazzi di scuole superiori e università. Favorevoli e contrari praticamente si equivalgono: sono il 36% i primi, il 30% i secondi. In mezzo, una platea che ammette di non avere in mano elementi sufficienti per valutare la soluzione migliore.
A scuola i momenti di riflessione sul tema scarseggiano
Proprio quest’ultimo dato mostra come la scarsità di informazione sul tema sia una delle problematiche che si collega alla discussione sulle droghe. Meno della metà degli intervistati (43%) dice che la propria scuola o la propria università ha organizzato lezioni o momenti di riflessione sull’argomento, mostrando caratteristiche ed effetti degli stupefacenti. E, alla fine, solamente il 37% del campione ha effettivamente partecipato. In pratica, a quasi 2 ragazzi su 3 non sono state fornite basi solide per farsi un’idea a riguardo. Quando, invece, la maggior parte (56%) ritiene appuntamenti del genere molto importanti, per essere più consapevoli.
In tanti istituti e atenei si spaccia (e si consuma)
Nel frattempo, però, a molti di loro le droghe continuano ad arrivare “a domicilio”, persino in ambienti - quali gli istituti scolastici o gli atenei - che dovrebbero essere più che estranei a tale dinamica. La maggior parte degli intervistati (54%) sostiene proprio che all’interno della propria scuola o nella propria università si spacci: il 37% ha solo sentito voci a riguardo, il 17% ha assistito direttamente allo scambio. E in qualche caso non ci si limita alle sostanze “leggere” (hashish, marijuana) ma si sale di livello: ben 1 studente su 10 parla anche di spaccio di cocaina o di droghe sintetiche (ecstasy, amfetamine, ecc).
Negli ambienti didattici, inoltre, non ci si limita allo smercio. In tanti assumono le sostanze direttamente in loco. Lo riporta il 55% dei partecipanti al sondaggio: il 22% ha visto con i propri occhi, al 33% è stato raccontato. Perché, nonostante gli appelli e le campagne di sensibilizzazione, il consumo di droga è ancora elevatissimo anche nelle fasce di popolazione più giovani.
La cannabis "illegale" va più di quella "legale"
Limitandoci ai cannabinoidi e affini, nel campione intervistato 1 su 5 ammette di averli provati almeno una volta, mentre il 3% confessa di essere consumatore abituale. Numeri addirittura più alti di quelli sull’uso della cannabis “legale”, venduta nei negozi: ad averla provata è stato il 18% degli intervistati.
Di questi dati si è parlato anche durante Sorrento d’Autore, la rassegna culturale organizzata da Vis Factor e curata da Valentina Fontana. In quella occasione Nicola Gratteri, Procuratore Capo di Napoli, ha commentato i passaggi principali della ricerca, rispondendo alle domande fatte dai ragazzi attraverso Skuola.net: “Non esistono droghe leggere o pesanti: tutte le droghe fanno male”, sostiene Gratteri, che ha anche ricordato come “il 90% dello spaccio di droga non riguarda i cannabinoidi, quindi anche il danno economico alla criminalità organizzata sarebbe marginale”. Lanciando, infine, un appello a insegnanti e dirigenti scolastici: “Quest’anno - propone Gratteri - invece che cercare il personaggio di grido per la Giornata della Legalità, portate i ragazzi in una comunità terapeutica a parlare con i tossici e a chiedere ai tossici come sono arrivati lì, se loro sono d'accordo sulla legalizzazione o meno, cosa gli comporta la loro tossicodipendenza”.