Il nuovo ministro dell’Istruzione ha presentato un ambizioso progetto per l’ammodernamento e la messa in sicurezza dei nostri istituti. Ai 710 milioni stanziati dal PNRR, si aggiungono quasi 1,3 miliardi di risorse “nazionali"
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Un grande Piano per l’edilizia scolastica. Che punta a mettere in sicurezza e ammodernare una porzione consistente dei nostri istituti. Arrivando a triplicare l’investimento già previsto dal PNRR. E’ la missione ambiziosa lanciata dal ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara.
Ai 710 milioni di euro stanziati per questo settore dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, infatti, si aggiungono ulteriori 1,3 miliardi euro individuati all’interno di risorse “nazionali”. Per un totale di 2 miliardi di euro (più precisamente 2.003.944.595 miliardi di euro). Includendo anche interventi per la rimozione delle barriere architettoniche e per l’adeguamento alla normativa antisismica.
Gli interventi previsti dal nuovo Piano
Entrando più nello specifico delle somme, ci saranno ben 953,5 milioni di euro di nuove risorse per interventi vari da ripartire tra le Regioni, le quali in tempi rapidi dovranno indicare i progetti a cui destinare la quota loro spettante. Altri 255,6 milioni, invece, serviranno a finanziare interventi sulle palestre scolastiche, per un totale di 171 progetti (aumentando di 55 lo stanziamento iniziale, coprendo 44 strutture in più). Infine ci saranno 84,8 milioni di euro di fondi PON (Programma Operativo Nazionale) specifici per le regioni del Mezzogiorno, per interventi su mense e palestre. Senza dimenticare, ovviamente, i 330 interventi già autorizzati ma non ancora realizzati sulla base dei 710 milioni già ripartiti dal PNRR.
La lotta alla burocrazia tra le priorità
Come evidenzia il sito Skuola.net, proprio su quest’ultimo punto si concentra l’azione del nuovo Ministro. Ossia partendo dalla constatazione che l’attuazione dei precedenti Piani per l’edilizia scolastica sia stata frenata dall’eccessiva burocrazia. Non a caso, quindi, i primi decreti approvati serviranno: ad accelerare questi 330 progetti fermi al palo, avviare i 171 cantieri nelle palestre, autorizzare i 266 interventi per il Sud. A cui, a stretto giro, faranno compagnia i decreti per la definizione degli interventi da attuare con il restante milione scarso; usando un doppio criterio di ripartizione: da un lato il numero di scuole, dall’altro il numero di studenti; entrambi con un “peso” del 50%.
In più, per eliminare il maggior numero di ostacoli tra la fase di individuazione e quella di attuazione degli interventi, a breve verrà inaugurato un Tavolo di lavoro, d’intesa con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per studiare meccanismi di effettiva semplificazione delle procedure. Perché il vero obiettivo, oltre a completare con successo tutti i progetti in arrivo, è quello di fare il prima possibile. In alcuni casi potrebbe essere questione di mesi.
Edilizia scolastica emergenza nazionale
Quello presentato, infatti, a detta del ministro Valditara non vuole essere solo l’ennesimo Piano per l’edilizia scolastica ma “Una rivoluzione. Nella visione, nel metodo e nei contenuti. Non ci limitiamo a fare il “compitino”, distribuendo le risorse del PNRR. Sarebbe stato facile, ma non avrebbe consentito di lanciare un Piano del genere. L’edilizia scolastica è un’emergenza nazionale. La scuola non può diventare un luogo di tragedia. Mai più ragazzi, insegnanti, presidi, personale tecnico, bidelli devono sentirsi in pericolo nelle nostre scuole”.
Un impegno che tutti potranno verificare se verrà rispettato. Con il varo del Piano per l’edilizia, infatti, verrà creata una mappa interattiva con cui poter vedere work in progress dove finiscono le risorse e soprattutto in che tempi. Da ultimo, verrà riattivato anche l’Osservatorio sull’edilizia scolastica, considerato uno strumento fondamentale per monitorare lo stato di salute dei nostri istituti.
“La sfida sarà ora quella di spendere fino all’ultimo euro. Infatti negli ultimi anni non sono mancati tanto gli stanziamenti per l’edilizia scolastica, quasi 8 miliardi di euro tra il 2013 e il 2020, quanto la capacità da parte degli enti locali di trasformarli in progetti e cantieri. Fatto che si sta confermando anche con i fondi previsti dal PNRR per la costruzione di nuove scuole e per l’ammodernamento di quelle esistenti: purtroppo faranno fatica a rispettare le serrate scadenze previste dal Piano.Tuttavia, il fatto che lo Stato continui ad investire invece che tagliare è sicuramente un buon segno, quindi non resta che augurarsi che si mettano in campo anche provvedimenti per sostenere gli enti locali, che sono i proprietari degli edifici scolastici, nel compito che li attende”, così Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.