LO SCONTRO

Educazione sessuale a scuola, Sasso (Lega): è “una nefandezza” proporla alle primarie

Baruffa alla Camera stavolta per un emendamento al disegno di legge contro la violenza di genere a firma M5s dove si apriva all’educazione sessuale alle primarie. “La preistoria è finita” rispondono dall’opposizione

27 Ott 2023 - 18:07
 © ansa

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Si torna a parlare dell’introduzione dell’educazione sessuale a scuola - come percorso formativo - sin dalle elementari. E, come puntualmente accade quando si affronta il tema, si accende lo scontro tra le forze politiche. L’assist, questa volta, l’ha fornito la discussione del disegno di legge sul contrasto alla violenza sulle donne e sulla violenza domestica - appena approvato, all’unanimità, dalla Camera - che aumenta i livelli di prevenzione per evitare questi fenomeni.

© Tgcom24

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Educazione sessuale nelle scuole, la Lega insorge - Tutto fuorché comunanza di intenti c’è stata, invece, al momento della presentazione di un emendamento, a firma Movimento 5 Stelle (con l’appoggio di Alleanza Verdi-Sinistra), che puntava a voler aggiungere al testo del provvedimento un articolo che impegnava il Governo a inserire tra le misure di prevenzione anche un’azione a livello scolastico: “È istituito nello stato di previsione del Ministero dell'Istruzione e del Merito - si legge tra le righe dell’emendamento - un Fondo destinato al finanziamento di interventi a favore dell'insegnamento dell'educazione affettiva e sessuale nel primo e nel secondo ciclo di istruzione, finalizzato alla crescita e alla maturazione psico-affettiva e socio relazionale delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti, improntata alla conoscenza e al rispetto di sé e dell'altro, alla responsabilità sociale e alla valorizzazione della diversità di genere”.

Che qualcosa vada fatto a livello culturale è un obiettivo a cui aspirano tutti. Ma, proprio l’allargamento ai bambini più piccoli della misura, ha scatenato la bagarre tra maggioranza e opposizione. Il deputato leghista Rossano Sasso, nel suo intervento, ha subito bollato la proposta come una “nefandezza”, definendo “degradante” il suo contenuto, in quanto finalizzato all’insegnamento di “porcherie” ai bambini e promettendo da parte del suo partito di alzare un muro fino alla fine della legislatura per impedire che tale progetto si realizzi.

La replica delle opposizioni - Immediata la risposta delle frange favorevoli all’emendamento. La più veemente quella dell’onorevole verde Angelo Bonelli, il quale ha detto di trovare “intollerabile che un deputato definisca un emendamento dell'opposizione una nefandezza”, proseguendo: “È inaccettabile, è volgare, lei non si può permettere, non siamo a Kabul, siamo nella Repubblica Italiana, c'è la democrazia, dove l’informazione è alla base”. Parlando poi, in riferimento all’atteggiamento di Sasso, di “medioevo”, di “oscurantismo”. Perché, secondo Bonelli, sono le istituzioni a dover dare l’esempio, “insegnando ai giovani il rispetto del corpo delle donne”.

Gli ha fatto eco la deputata M5s Anna Laura Orrico, la quale ha sostenuto che "se c'è una cosa degradante in Italia, è che nel nostro Paese l'89% dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze impari che cosa sia il sesso da YouPorn. Non è degradante che l’educazione affettiva e sessuale si faccia a partire dalle scuole primarie. Le famiglie non possono essere lasciate sole in questo compito. La preistoria è finita".

A prendere le distanze dalle parole di Sasso, però, è stata anche una parte della maggioranza. Come l’onorevole di Fratelli d’Italia Ciro Maschio, relatore della proposta di legge e presidente della commissione Giustizia della Camera, il quale si è pubblicamente dissociato dall’intervento del collega leghista. Raccogliendo, per questo, l’applauso delle opposizioni. Al tempo stesso, però, Maschio ha chiuso la partita invitando al ritiro dell’emendamento della discordia, promettendo di rinviare ad altra sede la discussione. Opposizioni che, però, non hanno seguito il suggerimento, vedendosi poi bocciare le richieste.

Una misura attesa da tempo dagli studenti: 9 su 10 vorrebbero parlarne a scuola - In ogni caso, quanto successo in Aula è l’ennesima dimostrazione di come l’argomento sia davvero caldo e che si debba trovare una quadra. Perché, come ricorda Daniele Grassucci, direttore del portale studentesco Skuola.net, che da sempre si interessa alla questione, "in Italia l'educazione sessuale non è obbligatoria in ambito scolastico, a differenza di quanto avviene in altri paesi europei soprattutto dell'area settentrionale. Tuttavia, i singoli istituti hanno la facoltà di proporre, in accordo alla normativa vigente sull'autonomia scolastica e l'offerta formativa, attività in questo ambito. E l’emendamento si proponeva di intervenire istituendo un fondo ad hoc per finanziare questo tipo di interventi”.

A questo punto, dunque, un intervento organico sembra quantomai opportuno, quasi inevitabile. Inoltre, le ragazze e i ragazzi - almeno dall’adolescenza in poi - ne sentirebbero davvero il bisogno. Dall’ultimo Osservatorio "Giovani e Sessualità", realizzato da Durex proprio insieme a Skuola.net, emerge infatti che oltre 9 ragazze e ragazzi su 10 ritengono che attività formative di questo tipo debbano essere offerte dalla scuola, va bene anche in modo facoltativo, così come già avviene per altri ambiti, vedi la religione, in cui entrano in gioco aspetti etici-morali. Anche perché, nel frattempo, solo il 46% dei giovani tra gli 11 ed i 24 anni ha svolto attività formative di questo tipo e, spesso, sono arrivate tardi, visto che per la maggior parte dei partecipanti si è trattato di una ripetizione di cose già note.

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