Secondo i dati AlmaLaurea, gli studenti meno produttivi all'estero sono quelli di area scientifica, seguiti dagli ingegneri e da quelli del gruppo agrario-forestale e veterinario
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Tante esperienze di vita internazionale e pochi esami… o addirittura nessuno. Almeno così accade ad alcune tipologie di studenti, in particolare agli “insospettabili”. L’Erasmus o altre opportunità che prevedono un periodo di studio universitario all’estero, infatti, possono essere una grande possibilità per allargare i propri orizzonti. Non a caso, vengono consigliate per arricchire di competenze e conoscenze il proprio curriculum. Ma, per qualcuno, la trasferta può trasformarsi, in modo più o meno volontario, in una lunga perdita di tempo. Lo sanno bene quei ragazzi che, durante il proprio soggiorno presso un ateneo straniero, non sono riusciti a superare neanche un esame, da far valere ai fini della laurea al ritorno a casa. E non sono pochi: secondo un’analisi dell’ultimo rapporto AlmaLaurea - basato sugli esiti accademici dei laureati del 2022 - effettuata dal portale Skuola.net, sono circa un sesto dei partenti totali (il 17,4%).
Le facoltà meno compatibili con il viaggio-studio all'estero
Questo però è solo il dato medio. Perché ci sono delle categorie di universitari che, stando ai risultati, se vogliono laurearsi in fretta dovrebbero tenersi a debita distanza dall’Erasmus. Si tratta soprattutto di quelli che studiano alcune discipline tecnico-scientifiche, per i quali, spesso e volentieri, l’esperienza si traduce in un disastro, perlomeno dal punto di vista didattico. E’ il caso, in primis, delle “scienze” (matematiche, fisiche, naturali), laddove quasi 1 su 2 (il 43,5%) non mette in cascina nemmeno un voto valido: solo il 56,5% ce la fa.
Non molto lontano vanno gli iscritti nei corsi in Ingegneria industriale e dell’informazione, dove oltre 3 su 10 (il 30,9%) falliscono nella missione: a superare almeno un esame è il 69,1% dei partenti. Terzultimo posto per gli studenti dell’area Agrario-Forestale e Veterinaria: a fare esami in Erasmus è il 71,7% (il 28,3% resta fermo al palo). Non se la passano benissimo neanche i laureandi in discipline Medico-Sanitarie e Farmaceutiche: il 26,2% rimane con un pugno di mosche in mano (esami solo per il 73,8%). E quelli Architettura e Ingegneria civile: almeno un esame il 79,8% (nulla da fare per il 20,2%).
Gli studenti che rendono meglio in Erasmus
Di contro, ci sono degli universitari che, quando sono lontani dal proprio ateneo, “performano” a sufficienza. Come quelli delle scienze Motorie e Sportive, che nel 93,1% dei casi durante l’Erasmus tolgono come minimo un esame dalla lista di quelli che li separano dal titolo. A distanza ravvicinata si piazzano quelli dell’area Giuridica e dell’area Economica: in entrambi i casi a superare esami “in trasferta” è il 91,2% dei partenti. Possono essere soddisfatti anche quelli del settore Linguistico (90,6%).
Dignitoso, ma nulla di più, è infine il rendimento di un folto gruppo di studenti, che si collocano nel mezzo dei due estremi, con esami superati in Erasmus per quote variabili tra l’80% e il 90%. Sono quelli delle aree: Psicologica (88,8%), Politica-sociale e Comunicazione (88,4%), Educazione e Formazione (88%), Arte e Design (85,5%), Informatica e Tecnologie ICT (84,2%), Letteraria e Umanistica (82%).