In attesa di conoscere le scelte del Ministro dell’Istruzione per la Maturità 2022, ripercorriamo i temi che i maturandi hanno trovato il giorno della prima prova negli anni più recenti.
© ansa
Dieci anni di tracce di Maturità, con la parentesi del biennio 2020-2021. Un’impresa "epocale", quella di Skuola.net, che alla vigilia dell’esame di Stato che andrà in scena a partire dal prossimo 22 giugno e che coinvolgerà più di mezzo milione di ragazzi, ha voluto ripercorrere la storia degli ultimi anni e riproporre gli argomenti che gli studenti si sono ritrovati sul banco il giorno della prima prova - quella di italiano - nelle ultime edizioni dell’esame di Stato.
In attesa delle nuove tracce che, come ha anticipato il ministro Bianchi nel corso di un’intervista con il portale studentesco, saranno “bellissime”. Vediamo se lo stesso si può dire per quelle dell’ultimo decennio.
Analisi del testo: ecco i protagonisti delle Maturità più recenti
La rassegna, che vogliamo far iniziare esattamente 10 anni fa, nel 2012, parte con un grande classico. All’epoca, infatti, Eugenio Montale fu la scelta fatta per l’analisi del testo dall’allora ministro Profumo. Il brano firmato dall’esimio poeta selezionato per l’occasione, però, fu di prosa: “Ammazzare il tempo” da “Auto da fé. Cronache in due tempi”, opera del 1966. Una scelta particolare, visto che forse gli studenti si sarebbero aspettati più facilmente, per Montale, un testo poetico.
Ma la vera sorpresa arrivò l’anno seguente, nel 2013, quando Maria Chiara Carrozza, nuovo ministro dell’Istruzione, decise di proporre ai maturandi un estratto da “L’infinito viaggiare” di Claudio Magris, eminente scrittore, saggista, traduttore e accademico italiano, ma oggettivamente poco studiato durante gli anni di scuola. Una scelta non poco contestata dagli studenti. La prima di altre trovate originali che negli anni a seguire si affacceranno il primo giorno d’esame.
E’ il caso, ad esempio, dei “Versicoli quasi ecologici” di Giorgio Caproni, altro autore poco affrontato negli istituti scolastici e decisamente contemporaneo, voluto da Valeria Fedeli nel 2017. Ma è anche il caso de “Il giardino dei Finzi-Contini” di Giorgio Bassani, autore di rilievo e ben conosciuto ma meno scontato dei più “classici” (e studiati) Ungaretti o Pirandello, uscito nel 2018. Da notare che proprio Pirandello, pur essendo spesso acclamato dagli studenti come possibile traccia, non esce dal 2003. Mentre il primo (Ungaretti) è un affezionatissimo ed è stato il protagonista dell’ultimo anno in cui è andata in scena la prima prova, il 2019, in coppia con Leonardo Sciascia.
A partire dalla Maturità 2019, infatti, sono due gli autori proposti per l’Analisi del Testo. In quell’anno il ministro in carica, Giuseppe Bussetti, scelse “Risvegli” da “L’Allegria, Il Porto Sepolto” del poeta ermetico, e un brano tratto da “Il giorno della civetta” proprio di Leonardo Sciascia. Nel mezzo, sono da citare, Umberto Eco, “Su alcune funzioni della letteratura”, per l’esame del 2016, Italo Calvino e “Il sentiero dei nidi di ragno” per il 2015 e Salvatore Quasimodo, con “Ride la gazza nera sugli aranci”, nel 2014.
Dal saggio breve al testo argomentativo: come è cambiata la Tipologia B
Per il saggio breve - la vecchia tipologia di traccia B oggi sostituita dal testo argomentativo - le tematiche sono state varie e non meno sorprendenti. Nel 2012, si è voluto testare gli studenti sui temi del labirinto, i giovani e la crisi, il bene individuale e il bene comune, nonché sul ruolo della scienza e della tecnologia. Nel 2013, accanto a Magris, i maturandi che “ripiegarono” sulla tipologia B hanno dovuto "saggiare" su individuo e società di massa, e poi su Stato, mercato e democrazia, fino a rievocare gli omicidi politici e analizzare la scommessa della ricerca sul cervello umano.
Proseguendo con l’excursus storico, si arriva al 2014, quando il ministro Stefania Giannini volle accoppiare a Quasimodo il tema del “dono” nel saggio breve, insieme a quello delle nuove responsabilità in ambito di crescita sostenibile, quello della violenza e della non violenza nel corso del Novecento e quello del rapporto con le nuove tecnologie (“Tecnologia pervasiva”). Nel 2015, invece, le tracce di saggio breve si concentrarono sulla letteratura come esperienza di vita, sulle sfide del XXI secolo e le competenze del cittadino nella vita economica e sociale, ma anche sul Mediterraneo come centro culturale e groviglio di civiltà, nonché sul mondo della comunicazione e la rivoluzione digitale, con i rapidi e profondi mutamenti che conosciamo. Nel 2016 si è andati ad analizzare il rapporto tra padre e figlio nella letteratura e nelle arti del Novecento, la funzione del PIL come misura di crescita, sviluppo e progresso sociale, il ruolo del paesaggio e l’avventura dell’uomo nello spazio.
Ci avviciniamo, con il 2017, ai nostri anni. E lo si vede anche nelle scelte ministeriali, che per la tipologia B di quell’anno optarono per una traccia a tema ambientale sulla natura, tra minaccia e idillio nell’arte e nella letteratura, e per una traccia sul lavoro e sulle nuove tecnologie. Ancora, quell’anno si scelse di parlare dei disastri e della ricostruzione, da molti punti di vista, e delle nuove frontiere della robotica. L’ultimo anno in cui andò in scena il saggio breve, il 2018, fu quello dei temi “impegnati”: dalla solitudine, affrontata da autori e artisti, alla creatività; dalla propaganda al dibattito sulla clonazione.
A partire dall’anno successivo, 2019, fa la sua apparizione il testo argomentativo: in questo caso, agli studenti è chiesto di argomentare una tesi a partire da un brano o un testo di riferimento. Il debutto della nuova tipologia, con tre sole tracce rispetto alle quattro del saggio breve, ha visto protagonisti il tema sull’importanza del patrimonio storico-artistico, come legame tra passato, presente e futuro; la conoscenza e le sue illusioni; l’eredità del Novecento sulle nuove generazioni.
Prima prova di Maturità, l’evoluzione del tema
Fino al 2018 (compreso) alla tipologia A (analisi del testo) e B (saggio breve) si univano la C (tema storico) e la D (tema di ordine generale). Le due ultime categorie hanno rivelato scelte non meno interessanti di quelle appena viste. A partire dal 2012, dove in storia si è parlato di Hannah Arendt e dello sterminio degli ebrei, accanto al tema sui giovani e i problemi e sfide delle nuove generazioni. Mentre l’anno successivo, nel 2013, la decisione di proporre una discussione sui paesi emergenti, i cosiddetti BRICS, ha probabilmente portato molti maturandi a preferire l’altra opzione (va detto che il tema storico è da tradizione “poco scelto” dagli studenti”), che invitava a una riflessione sul valore della cooperazione tra esseri viventi.
Nel 2014, a cento anni dallo scoppio della prima guerra mondiale, che devastò il continente, si chiedeva quali fossero le differenze tra l'Europa del 1914 e l'Europa del 2014. L’alternativa era esporre il proprio pensiero sul recupero delle periferie, sulla base di una citazione di Renzo Piano. Si arriva quindi al 2015, con la proposta di un tema storico sulla Resistenza e di un tema di ordine generale sul diritto all’istruzione, incentrato sulla figura di Malala Yousafzai, una delle giovani attiviste più influenti del mondo, vincitrice solo un anno prima del Premio Nobel per la pace.
Dal 2016 al 2018, in ambito storico, le opzioni del ministero si sono orientate sul suffragio universale e sulla parità dei diritti, sul “miracolo economico” italiano e sulla cooperazione internazionale in Europa dopo la seconda guerra mondiale, in un mondo in cui ancora niente sembrava poterla mettere in discussione. Parallelamente, per il tema di ordine generale, gli studenti potevano parlare del concetto di confine (2016), del significato di progresso (2017) e del principio dell’eguaglianza contenuto nella Costituzione (2018).
Come detto, dal 2019 la prima prova “cambia i connotati” e il tema storico viene mandato in pensione, anche se viene recuperato con una traccia di ambito storico tra quelle previste per la tipologia B. Permane una nuova tipologia C, quella del tema di ordine generale, che nella sua prima apparizione ha portato ai maturandi una doppia traccia: la prima trattava di Carlo Alberto Dalla Chiesa, a partire dal discorso pronunciato dal prefetto Luigi Viana ai 30 anni dalla sua morte; la seconda era incentrata su “sport e storia”, in particolare riguardo all’esperienza di Gino Bartali, grande ciclista che contribuì a salvare la vita di migliaia di ebrei durante la guerra.