Cristina Costarelli, dirigente scolastico e presidente dell’Associazione Presidi del Lazio, ha illustrato al portale Skuola.net come funziona il meccanismo che porta al salvataggio o alla bocciatura degli studenti promossi con riserva.
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C’è tempo fino al 7 settembre per recuperare le insufficienze eventualmente maturate al termine dell’anno scolastico: questa è la data limite entro la quale le scuole dovrebbero comunicare al MIM se gli studenti sospesi in giudizio a giugno hanno superato o meno quelli che comunemente sono conosciuti come esami di riparazione, anche se in realtà sono più simili a prove di verifica. Una sorta di “tempi supplementari”, per usare un gergo calcistico, che ogni anno riguardano circa un alunno delle superiori su 5.
La “guida” sul recupero del debito
Tanti i dubbi legati a questo importante passaggio. Quando si svolge la verifica? Come viene valutata? Come potersi preparare? Se si va male che succede? Questi sono solo gli interrogativi principali che scandiscono la marcia di avvicinamento alle prove di recupero che di solito le scuole svolgono tra la fine di agosto e gli inizi di settembre. Così, per aiutare questi studenti e, di riflesso, i loro genitori il portale Skuola.net ha interpellato Cristina Costarelli, dirigente scolastico del Liceo Newton di Roma e presidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio. Ecco come funziona la sospensione in giudizio, e perché gli studenti possono affrontare questo passaggio con relativa serenità. I dati ufficiali ci dicono che, di solito, oltre il 90% riesce a superare lo sbarramento.
Cosa significa avere un debito scolastico?
“Significa non aver raggiunto la sufficienza in qualche materia, quindi ‘debito’ è una parola che sta nel parlare comune, ma non è una parola specifica e istituzionale che definisce questo tipo di prova”.
Quali sono le conseguenze immediate del debito per lo studente?
“Per poter accedere alla classe successiva, bisogna passare per una prova di verifica che però, va precisato, non è un esame. Assomiglia più a quelle che si fanno durante l’anno, come se fosse un compito in classe o un’interrogazione, a seconda che la verifica avvenga in forma scritta o orale”.
Qual è l’obiettivo di questa verifica?
“Serve ad accertare il recupero delle carenze in una determinata disciplina. Infatti, la situazione che l’ha generata, dal punto di vista dell'ammissione, si definisce sospensione del giudizio di ammissione. Significa che, durante lo scrutinio di giugno, c’è stata qualche materia con un’insufficienza: a quel punto il ragazzo o la ragazza non risulta né ammesso né non ammesso ma si ‘sospende’, in attesa di svolgere questa prova che va a verificare se la sufficienza in quella disciplina è raggiunta o meno”.
Perché è così importante sottolineare che non si tratta di un esame?
“Perché alcune volte i genitori chiedono di poter assistere, come fosse un esame. Essendo invece una prova di verifica, la presenza pubblica non è permessa. È vero che a valutare lo studente c’è una commissione di due o tre persone ma, per lo scritto, ha un mero compito di sorveglianza, mentre per l’orale nel pratico si sostanzia nel docente della disciplina oggetto della prova più altri due che ‘accompagnano’. Per capirci, non ci sono docenti esterni”.
Come si svolge la verifica?
“Come detto, funziona come una classica prova scolastica. Se è scritta, gli studenti che ne hanno bisogno la faranno insieme, se è orale si tratterà di un colloquio individuale con il docente della materia, lo stesso che svolge la disciplina durante l'anno scolastico. O, se questi fosse assente per causa di forza maggiore, con un docente che lo sostituisce. Un docente diverso c'è soltanto se, per giustificati motivi, il docente della disciplina fosse assente. Ma l’effettivo superamento è deciso dal Consiglio di classe.
Ciò significa, che dopo le prove, si tiene uno scrutinio, detto “differito”: in pratica si tratta di quello di giugno, che per questi studenti è stato lasciato sospeso e che a fine estate viene riaperto e concluso. Si riunisce tutto il Consiglio di classe, non solo il docente di disciplina, per deliberare l’eventuale recupero e attribuire il voto. Dichiarando esplicitamente, questa volta improrogabilmente, l’ammissione o meno dello studente all'anno successivo”.
Esiste un numero massimo di debiti scolastici che ci si può portare dietro dallo scrutinio di fine anno?
“La normativa non indica un numero massimo di debiti. A stabilirlo è il collegio dei docenti. Generalmente ci si attesta sui due, al massimo tre. Oltre è veramente difficile, se non impossibile, andare. Personalmente non mi risulta di situazioni scolastiche in cui si possono avere quattro debiti o di più”.
Cosa succede se si oltrepassano questi “limiti”?
“Se si supera il tetto al numero di debiti presumibilmente ci sarà la non-ammissione e si dovrà ripetere l'anno scolastico. Quelli fissati dal collegio docenti sono però solo criteri generali, quindi anche in una scuola dove si stabilisce un massimo di due debiti, in casi particolari, ben ponderati e motivati si può arrivare a tre”.
Qual è la ragione per cui si tende a contenere il numero dei debiti?
“Si deve considerare la possibilità di un recupero nei mesi estivi. Dare un numero eccessivo di debiti significa comunque rendere quasi impossibile portare a compimento la missione, in quanto le carenze sarebbero troppo ampie”.
Se lo studente non riesce a recuperare il debito, che succede?
“A quel punto si dovrà stabilire la non ammissione alla classe successiva. E, attenzione, ciò potrà avvenire anche per il mancato recupero di un solo debito scolastico. Ma, visto che dietro queste necessità di recupero non c’è mai un intento punitivo, i docenti fanno sempre il possibile per ammettere all'anno successivo. L'obiettivo è questo. Anche laddove non si è raggiunta pienamente la sufficienza si cerca, però, di arrotondare in eccesso. Solo se si vede un ragazzo che ritorna così come stava a giugno, senza dare dimostrazione di nessun impegno in questo recupero, si getta la spugna”.
Per il recupero le scuole prevedono dei corsi estivi proprio per aiutare gli studenti?
“In genere sì, anche se non c'è un obbligo stretto e diretto di frequenza di questi corsi ai fini del recupero del debito. Ai fini del superamento della prova basterà dimostrare il giorno della verifica di aver raggiunto quegli obiettivi. I corsi sono solo un'opportunità in più che la scuola mette a disposizione, per questo gli studenti vengono caldamente invitati a frequentarli”.
In caso di mancata partecipazione ai corsi scolastici, ci possono essere delle conseguenze in negativo per lo studente?
“No. Perché non ci sono né l’obbligo di frequenza né una stretta connessione tra la presenza ai corsi e il superamento della verifica. Nella maniera più assoluta”.
Se, volontariamente o meno, si decide di non partecipare ai corsi di recupero in che altro modo consiglia di prepararsi per la verifica?
“Le uniche alternative restano quelle ‘individuali’. Se, ad esempio, le famiglie decidono di non far partecipare i ragazzi - perché nei giorni in cui si tengono i corsi sono in vacanza oppure perché hanno problemi personali che impediscono la frequenza - il recupero diventa una situazione che deve risolvere la famiglia stessa assieme allo studio individuale, con un supporto che decideranno i genitori”.
Se uno studente deve recuperare più debiti scolastici dovrà sostenere un solo esame complessivo o più esami, tanti quanti sono i debiti?
“Se i debiti sono più di uno, si segue un programma che la scuola organizza per tutte le necessità di recupero, quindi le prove saranno più di una. Per esempio, un giorno si farà uno scritto, un altro giorno oppure qualche ora dopo si farà un altro scritto, dopodiché si passerà agli orali. Il tutto di solito avviene nell’arco di 4-5 giorni, con le scuole che in precedenza avranno imbastito un calendario ad hoc”.
Bisogna prendere necessariamente un voto sufficiente per recuperare il debito o si decide a prescindere dal voto?
“Per recuperare il debito basta un voto pari almeno a 6 al termine dello scrutinio differito. Ciò significa che, anche a fronte di una prova non pienamente sufficiente, il Consiglio può decidere di portarlo a sei; su questo i docenti hanno massima libertà. Magari c’è un ragazzo che ha avuto una carenza molto grave a giugno ma che dimostra di aver fatto un certo lavoro nel periodo di recupero e di averci messo tutta la propria volontà per recuperare; se non dovesse raggiungere il sei, il Consiglio può comunque decidere di darglielo.
Ovviamente ciò può accadere se si supera almeno il 5, altrimenti con tutta la buona volontà non si può dichiarare che il debito sia recuperato, per il bene del ragazzo, perché si passerebbe all'anno successivo senza avere le basi dell'anno precedente, mettendo nuovamente lo studente nelle condizioni di non poter andare avanti”.
Infine, entro quando va recuperato un eventuale debito scolastico e quando si svolgono gli esami di riparazione?
“Il debito scolastico, in base a una circolare del ministro Fioroni del 2007, che è l'ultima e che non è stata più aggiornata e modificata, va recuperato entro il 31 agosto. In via eccezionale e motivata si può arrivare ai primi giorni di settembre. Ci sono scuole che decidono di svolgere le prove già a metà luglio, altre lo fanno a fine agosto, altre ancora proprio a inizio settembre. Ma il tutto va assolutamente definito entro una data precisa, perentoria, nel caso di quest’anno, entro il 7 settembre. Ogni hanno, infatti, viene fissata una data, perentoria, entro cui formalizzare il passaggio degli alunni da un anno scolastico all'altro”.