Entro il 7 settembre le scuole dovranno completare le verifiche per il recupero dei “debiti” e comunicare gli esiti finali
Torino - Prima prova per gli studenti del liceo D'Azeglio © ansa
C’è tempo fino al 7 settembre per svolgere le prove di recupero e pronunciare la sentenza definitiva sugli alunni delle scuole superiori che sono stati “sospesi in giudizio” in una o più materie negli scrutini di giugno. Si tratta di quasi 400.000 studenti, ovvero il 17,8% degli iscritti ai primi quattro anni della secondaria superiore, come ha comunicato qualche settimana fa il Ministero dell’Istruzione e del Merito. Una cifra in linea con l’anno precedente. Circostanza questa che, in ottica studente, si spera si ripeta anche per quanto riguarda le possibilità di farcela: gli ultimi dati a disposizione ci dicono che meno di uno su dodici, qualcosa in più nei professionali, viene fermato definitivamente a settembre.
Le insidie maggiori in secondo superiore, ma in primo si boccia di più - Entrando più nel dettaglio, come segnala un’analisi del report ministeriale effettuata dal portale specializzato Skuola.net, la classe che ha mietuto più “vittime” non è, come si potrebbe pensare, il primo superiore: qui è stato il 16,9% a non ricevere la promozione piena, comunque tanti. Anche se, va detto, il primo è il passaggio in cui si boccia nettamente di più: nel 2023/24 gli alunni fermati a giugno sono stati l’8,8% del totale.
La percentuale più alta di debiti, invece, si è registrata in secondo superiore, laddove ben il 19,6% degli studenti è stato rimandato a settembre. Al secondo posto, tra le classi sulla carta più difficili, troviamo il terzo, con il 18,6% di iscritti che hanno ricevuto l’insufficienza in una o più materie. A seguire ecco il primo superiore, di cui si è già detto. Relativamente meglio è andata in quarto, con “solo” il 16,1% di sospesi in giudizio (e solamente il 3,4% di bocciati).
Sin qui il dato medio. Che però cambia di molto a seconda degli indirizzi scolastici passati sotto la lente d’ingrandimento. Perché tra i vari percorsi le differenze possono essere davvero ampie. Nei licei, infatti, la quota di “sospesi” crolla al 15,9% (e i bocciati ad appena il 3,2%). Ancora meglio, anche qui forse un po' a sorpresa, è stato fatto negli istituti professionali, dove i “debiti” hanno colpito il 14,5%. Negli istituti tecnici, al contrario, si sale fino al 22,7%, quasi cinque punti percentuale oltre la media.
Le regioni che hanno assegnato più "debiti" - Anche a livello territoriale la situazione cambia nettamente: nelle regioni del Nord e in Sardegna, tendenzialmente, si bocciano a giugno o si rimandano a settembre molti più studenti che nel resto del Paese. Qualche esempio? Le regioni che danno più debiti - con percentuali comprese tra il 21 e il 25% di alunni colpiti - sono Sardegna, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Valle D'Aosta.
Fa eccezione la provincia autonoma di Trento, dove gli esami di riparazione non esistono: o si è promossi o bocciati a giugno. In questo ambito, le scuole più selettive in assoluto sono quelle della Sardegna, con una percentuale dell’8,4% studenti bocciati, rispetto a una media nazionale del 5,8%. A seguire Valle D’Aosta (8%) e Trentino Alto Adige (7,7%).
Quanto è alto il rischio di dover ripetere l'anno? - Ma, al di là degli esiti di giugno, giunti a questo punto la cosa che interessa capire ai ragazzi è soprattutto un’altra: quanto è rischioso passare per la verifica di settembre? Tradotto: è più facile essere promossi o bocciati? Per loro fortuna, la risposta corretta è la prima. Per capirlo, anche in questo caso, basta prendere a riferimento i dati MIM. Che, stavolta, sono fermi all’anno 2021/2022: all’epoca fu un esiguo 8,7% di sospesi in giudizio - circa 1 su 12 - a non superare lo sbarramento di settembre. Un numero sicuramente basso, ma non bassissimo, tale da non far sottovalutare l’appuntamento.
Se proprio dovessimo trovare una categoria di alunni più a rischio di altri, ci dovremmo focalizzare su quelli degli istituti tecnici e professionali: sempre nel 2021/22 a essere fermato definitivamente a fine estate qui fu circa il 10% dei rimandati (il 9,6% nei tecnici, il 10,1% nei professionali).
Nei licei, invece, ci si è attestati al 7,5%. Bisognerà vedere, però, se si confermerà il trend del passato. Ormai manca poco per verificarlo: entro il 7 settembre, circolare ministeriale alla mano, gli istituti dovrebbero concludere le operazioni di verifica. Qualcuno, dunque, potrebbe avere già conosciuto il proprio destino. Gli altri, per viverla con minor ansia, possono aggrapparsi ai dati.