Ogni giorno in prima pagina ci sono le storie di giovani e giovanissimi che perdono il controllo dei loro mezzi e perdono la vita. Per analizzare il fenomeno vengono in aiuto i dati Istat sugli incidenti stradali nel 2021
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La moria di giovani sulle nostre strade continua senza apparente soluzione di continuità. I casi di cronaca ce lo ricordano costantemente: solo qualche giorno fa, la mattina del 20 febbraio, un ragazzo di 21 anni di Galeata (Forlì) è morto nello scontro frontale con un camion. Lo stesso giorno, qualche ora prima, ha perso la vita una giovane di 23 anni in provincia di Treviso, lungo la strada regionale 53, a causa di un tragico urto tra auto.
Andando ancora a ritroso, un giovane di 23 anni è deceduto dopo essere stato investito da un pullman privato lo scorso 28 gennaio a Roma. Cinque le vittime dell’impatto avvenuto in via Nomentana, a Fonte Nuova (Roma), tra una Fiat 500 e un albero, la notte tra il 26 e il 27 gennaio scorsi. Erano tutti ragazzi tra i 17 e i 22 anni. Ma queste sono solo alcune delle drammatiche storie degli ultimi giorni: l’elenco potrebbe essere molto più lungo.
Sempre più giovani muoiono in incidenti stradali
Infatti gli ultimi dati ISTAT disponibili (relativi al 2021) ci dicono che gli incidenti stradali sono la prima causa di morte nella fascia d’età 15-29 anni, il 35% del totale. Nettamente davanti a suicidi (12%) e tumori (13%). Come emerge dall’analisi effettuata dal portale Skuola.net, in termini assoluti, ci sono stati 566 decessi under 30, quasi un quarto del totale; a cui vanno aggiunti oltre 60mila feriti. Sbaglia, però, chi pensa che questa sia una piaga solo generazionale. Perché è vero che c’è un’altissima concentrazione di vittime tra i 20-29 anni; ma questi numeri non sono così dissimili, ad esempio, da quelli degli uomini tra 40 e 59 anni e da quelli delle donne di oltre 70 anni.
Le cose a cui prestare maggior attenzione, semmai, sono altre due. Innanzitutto, la mortalità stradale giovanile è trasversale: sia tra i maschi che tra le femmine la fascia 20-29 è altamente interessata dal fenomeno (per il resto della popolazione i dati sono più segmentati). Secondo, è proprio nelle fasce d’età più basse che si registra il peggioramento delle statistiche: rispetto all’anno precedente (2020) si assiste, infatti, a un +41,7% tra i 15-19enni, a un +34,9% tra i 25-29enni; mentre tra i 40-49enni è “solo” +31,5%. Così come, per quanto riguarda i feriti, la prevalentemente riguarda giovani tra i 15 e i 29 anni (30,3% sul totale).
Incidenti stradali: 8 persone al giorno perdono la vita così
Entrando, invece, nel dettaglio dei numeri complessivi, nel 2021 ci sono state 2.857 vittime (con una media di 8 morti al giorno). Più in generale, gli incidenti sono stati ben 416 al giorno (151.875 totali); con 561 feriti (sempre al giorno), per un totale di 204.728. Con una mortalità decisamente sbilanciata dalla parte degli uomini: sono stati addirittura 2.396 (l’83,3%), contro le 479 donne (16,7%). Il vero dato confortante, volendolo trovare, è che in un decennio - dal 2011 al 2021 - la mortalità stradale è scesa di circa 1.000 unità.
Distrazione e velocità elevate tra le cause più frequenti
Le cause che scatenano più frequentemente queste tragedie? In cima alla lista si confermano la distrazione, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata. I tre gruppi costituiscono complessivamente circa il 40% dei casi, valore stabile nel tempo. La distribuzione percentuale mostra, inoltre, che se gli incidenti avvengono con maggior frequenza sulle strade urbane (73,1%), il maggior numero di vittime si concentra sulle strade extraurbane (47,5%), l’8,6% in autostrada. Interessante anche il dato che vede oltre 1 incidente su 5 (il 22,2%) “a veicolo isolato”, ovvero senza coinvolgere né pedoni né altri mezzi.
A rimetterci, in caso di incidente, è quasi sempre il conducente: nel 2021 sono stati 2.072 (1.870 uomini e 202 donne) su 2.857. Hanno perso la vita anche 332 passeggeri (196 uomini e 136 donne). Ma non è da sottovalutare il dato che vede, in 1 incidente su 7, sopperire un pedone: sempre nel 2021 sono stati 471 (330 uomini e 141 donne). Numeri, questi, che spiegano perché l’età più a rischio si quella in cui si guida un mezzo.
Il maggior numero dei decessi è tra gli automobilisti
Il mezzo più pericoloso? Rimane l’automobile: 1.192 vittime erano a bordo di autovetture. A seguire ci sono le moto di cilindrata medio-alta: 695 i motociclisti deceduti. Meno letali appaiono, invece, i motocicli: 67 i morti. Per dare un parametro, sono molti di più quelli tra gli utenti di mezzi pesanti (169 i decessi). Preoccupante il dato su biciclette e monopattini elettrici: 229 le vittime in un solo anno. Ma l’attenzione va posta soprattutto sulle prime, che da sole sono state al centro di oltre 16 mila incidenti. A dispetto del sentire comune, infatti, i monopattini nell’anno di riferimento sono stati coinvolti in 2.101 incidenti - dato comunque quasi quadruplicato rispetto all’anno precedente - che hanno visto 1.980 feriti ma solamente 10 morti (9 conducenti e 1 pedone).
La soluzione? Corsi di guida sicura obbligatori e auto nuove ai giovani
“Avendo compreso che le vittime sono prevalentemente maschi e conducenti di autoveicoli o motoveicoli, bisognerebbe seguire l’esempio di alcuni paesi del Nord Europa, come anche di vicini di casa come Svizzera, Slovenia e Austria. Dove hanno reso obbligatorio il corso di guida sicura per ottenere la patente e in pochi anni hanno ridotto del 30% l’incidentalità stradale sui neopatentati. A questo bisognerebbe, poi, aggiungere una campagna di incentivi per assicurarsi che i giovani si mettano alla guida di auto di nuova omologazione: dal 2022 per questi modelli è obbligatorio disporre di serie di alcuni aiuti alla guida come l’ISA (Intelligent Speed Assist), che ti avvisa se superi i limiti di velocità e, se continui, interviene a limitare la tua velocità”, così commenta i dati Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.